Cap. 29 - La voglia di Joker per Ren.

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«Ti stai facendo comandare da istinti scorretti riverenti alle varie situazioni che stai affrontando, ti perdi facilmente in un bicchier d'acqua, Akira. Rialzati, prendi quel pugnale in mano e trancia il collo di colui che ti fa soffrire! Tu non lo fai... di tutto quel che ti ho insegnato fino a ora non stai applicando nulla, proprio nulla... hai delle responsabilità sulle spalle».

Una sottile voce parlò nella testa di Ren, fermo davanti al muro della sua stanza vuoto come la sua anima dopo aver rifiutato di affrontare Yusuke e Goro nelle vie amorose, «Cosa dici? Chi sei? Joker? Arsene? Raoul? Satanael? Persona?», gridò il ragazzo.

La voce rise, «Sono Joker dal Metaverso. Quando ti renderai conto di quanto io e te siamo diversi forse sarà troppo tardi. Hai combattuto le menti più distorte del mondo, ora ti ritiri davanti a due ragazzi che ti montano la testa? Sei più forte di così, dimostra che sai superare anche questo».

Erano entrambi nel Metaverso e una fioca luce li illuminava, Joker in piedi dietro Ren, Ren in ginocchio e Joker gli teneva in alto il volto pieno dalle lacrime, con mani guantate rosse. I suoi occhi spenti fissavano in basso, mentre Joker guardava davanti verso nessuno. L'unica cosa che muoveva erano le pupille color rosso acceso.

Ren, respirando con affanno, poggiò le mani sulle cosce e ci nascose la testa in mezzo. Se avesse potuto urlare lo avrebbe fatto, ma non aveva abbastanza voce per farlo. Joker rise nel silenzio dello spazio in cui s'intrappolò con la sua nemesi. 

«Questa è la tua mente adesso, vuota come questo perimetro. Non sei più in grado di valutare le tue colpe e le tue ragioni. Ti dico che Goro Akechi ha di nuovo goduto con il tuo ex, Fox...».

Anche Ren rise leggermente, sovrastando le precedenti lacrime, e alzando lo sguardo cupo in avanti, ma vedendo solo nero, dappertutto intorno a loro. Sospirò e rilassò la schiena sulle gambe di Joker, gemendo un rilassamento mai provato prima d'ora per lui, «Hm, non mi interessa più, facesse quel che vuole, Goro ha sempre fatto ciò che voleva, fin dall'inizio, nel giusto e nell'inganno. Non mi sorprende che uno dei suoi Persona sia Loki...».

Joker riprese il volto di Ren tra le mani, «Tu ami Yusuke Kitagawa? Fox?».

«Lo amo...».

«Allora perché ti sei dato al piacere con Akechi?».

«Non lo so, Joker, non lo so», rispose Ren con distacco, muovendo lo sguardo ai lati.

Joker s'inginocchiò rimanendogli dietro la schiena e gli rimosse prima la giacca nera e poi sfilò la maglia bianca dall'alto, procedendo a massaggiare la pelle stressata. Ren chiuse gli occhi, cercando di rilassarsi.

«Errore. Dovresti saperlo», la voce di Joker iniziò a fare eco nello spazio vuoto.

Ren sussultò nel momento in cui sentì il bollente tocco dei guanti di Joker sul suo petto, che procedeva dal retro della sua nuca, poi massaggiò i lati del suo collo e scese sui suoi non tanto pronunciati addominali, raggiungendo anche le zone sensibili.

Ren scattò dal letto su cui si era perso nel sonno dell'incubo. Sudato si toccò addosso, non era nudo. Si guardò attorno e si rese conto di stare nella sua stanza del bar, da solo, nel cuore della notte. Urlò un ringhio più grande di lui e corse a vedersi allo specchio, in cui vide sé stesso con la maschera di Joker. Si toccò la faccia, non stava indossando la maschera.

«Sto impazzendo... prima per Yusuke, ora Akechi. Cosa ho davvero perso di me stesso? Perché Joker mi faceva eccitare?! Perché?!», chiese allo stesso vuoto d'animo presente nel suo incubo. 

Si gettò a pancia in giù sul letto con gambe e braccia aperte, avrebbe tanto voluto morire e non sopportare più il peso dell'amore per Yusuke e il rimorso del tradimento con il detective.

Uscì dalla stanza e si diresse nel bagno solitamente usato dai clienti del bar per lavarsi la faccia e provare che non fosse un sogno in un sogno, ma solo quella cruda realtà creata da lui stesso per erigere la gabbia intorno a lui. 

Certamente doveva agire, allora chiamò Ann al telefono, svegliandola dal suo sogno magnifico del matrimonio con Ryuji e lamentò con lei tutti i suoi demoni per mezz'ora, poi si sedette su uno dei divanetti e fissò lo schermo del telefono a lungo con il Meta Navigatore aperto.

Stette lì, immobile per un'ora, poi il suo momento di pace distorta fu interrotta dalla improvvisa visita dell'artista che entrò nella stanza senza avviso e abbracciò il corvino stretto al petto. Ren scoppiò a piangere, «Mi sento sbagliato per tutto, dall'inizio della faccenda di Akechi fino ad adesso, voi due... me lo avete tenuto segreto e...».

Yusuke baciò Ren sulle labbra, interrompendo la sua lamentela in parte inutile, «Taci, per favore?», comandò usando un tono greve e serio della voce. Ren alzò gli occhi non più spenti, ma con un leggero filo di luce nelle iridi, illuminando di poco il grigio del loro colore originale. 

«È presto dire che vorrei tornare con te, sono successe troppe cose. Prima di tutto io sono fidanzato con Ake- Goro... e la nostra attrazione è diventata maggiore», disse il pittore.

Ren tirò su col naso, «Dici che ormai è finita tra noi due?».

Yusuke scosse la testa e si slegò dall'abbraccio, mostrando dispiacere sul volto, «Renren, hai detto che volevi stare da solo e io e Goro ti abbiamo lasciato stare. Ora ci siamo presi, quindi la colpa sarebbe tua e il tuo consenso a lasciarci liberi di fare ciò che volevamo».

«Da Vinci... tu ora hai una relazione con Goro...». 

Ren lo chiamò con il soprannome che spesso gli dava quando erano una coppia, ciò fece riempire il cuore di Yusuke di commozione, tanta da riabbracciarlo. Lo baciò di nuovo e quella dolcezza divenne qualcosa di più intimo nel momento in cui Ren spogliò l'altro dal peccato della sua camicia bianca.

In seguito, con un soffice tocco, le dita dell'artista perlustrarono ogni zona dell'umido petto nudo di Ren, facendolo issare dal piacere. Rubò un bacio sulle sue labbra, incollate dalla loro saliva condivisa, riguadagnando il desiderio di Ren quando gli passò la mano tra i capelli corvini. Ricordò a stento come gli piaceva pettinare i capelli lunghi di Goro, dorati sotto la luce lunare.

«Da Vinci... non farlo se poi te ne devi pentire», sussurrò Ren.

Yusuke ridacchiò, «Tranquillo, sei, sarai la mia tela», disse, parzialmente mentendo a sé stesso, sapendo come e quanto bramava il tocco del detective su di lui e soprattutto sulla sua grandezza mascolina, studiandolo a fondo come nessuno altro fece mai prima di lui. L'ultimo bacio e la notte si risolse tra loro due, i primi fidanzati, oltre la gelosia di Akechi.

Il Ritorno di Goro AkechiWhere stories live. Discover now