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28 ottobre 2024, a Taehyung

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28 ottobre 2024, a Taehyung.

Fra giorni e mesi uno uguale all'altro, quasi un anno è passato dall'ultima volta che in cui ti ho visto. Riesco ancora a ricordare ogni linea del tuo volto, e chiara, limpida si manifesta ai miei occhi quando li chiudo e mi ritrovo nella dimensione del sogno. Vi compari, mi chiami, ed io - inconsapevole che sia tutt'una finzione - come un illuso, rincorro la tua sagoma, nell'attesa di svegliarmi e di ricordarmi che le cose belle, purtroppo, durano ben poco.

È una corsa paradisiaca, perché tu, vestito di abiti candidi e celesti, mi corri davanti, tendendomi la mano e voltandoti di tanto in tanto verso di me; al contempo infernale, perché io stanco ed affaticato non riesco mai a raggiungerti. Preferisco guardarti in tutta la tua bellezza e soffrire.

Solo oggi, a quasi un anno dalla nostra separazione, ho avuto il coraggio di scriverti.

Non mi sono mai sentito pronto per farlo; ho sempre temuto di ferirti, di portarti via quel fragile equilibrio che spero con ardore ti sia ricreato. Ti voglio bene, Taehyung, e per te desidero solo il meglio, mio malgrado questo significhi starti lontano.

So che mi ami, che non mi odi. Mi sono convito di qualcosa di cui non ho prove, solo i sentimenti che mi hai mostrato tempo fa sono il mio unico appoggio per una mera illusione che spero si realizzi col tuo ritorno. Non ti dico un mediocre ti amo, perché per noi - così fragili, ma così forti - mostrare i sentimenti a parole semplici, con dolci ed impercettibili gesti vale molto di più di volatili promesse.

Ti voglio bene - è una promessa che porto nel cuore. Quella notte all'Avana, quella notte che trascorresti con me lontano dal pregiudizio, lontano da tutti quanti. Tu ed io, soli dal resto del mondo, e nessuno a giudicarci, a chiederci il perché delle nostre azioni.

Baci, danze sensuali, vero amore. Tutto ciò ci legasse per una vita eterna all'insegna della passione e del sentimento. Nient'altro avrei chiesto per esser felice; desideravo coltivare quel noi che man mano nasceva fra lo scherno e quelle chiacchiere superficiali con cui ti ho conosciuto, con cui ho scoperto la tua vera essenza.

Ricordo ancora l'ultimo giorno, l'ultimo atto in cui ho potuto contemplare il tuo volto angelico. Bruno, con gli occhi di mandorla e lo sguardo felino. Tali, lo specchio della tua anima; sono stati i tuoi occhi i primi a conquistarmi. Mi hai dato il tuo addio con gli stessi, ma la mia mente ottimista non demorde, non muore al primo ostacolo. Confido che si trasformi in un arrivederci, in un ben tornato.

E se anche mi hai dato tanto da soffrire, Taehyung, occupi ancora nel mio cuore un luogo di rilievo.

La sofferenza, di fatto, cos'è? Un solo ed interminabile momento. Non possiamo dividerlo secondo le stagioni; possiamo soltanto registrarne i cambiamenti e segnare di volta in volta il loro ripetersi. Per noi - sono sicuro tu stia soffrendo, amore mio - il tempo non progredisce; piuttosto ruota su sé stesso, attorno ad un perno di dolore. È l'immobilità paralizzante della vita, in cui ogni particolare resta immutato, che ci costringe a sottostare ad una rigida regola di ferro. Tale carattere immutabile rende orribile ogni mia singola giornata senza di te, e mi sembra di essere solo in comunicazione con quelle forme esterne la cui essenza è il mutamento.

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