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Il Progetto contro le Droghe e l’alcol era ancora in corso nell’aula magna della scuola. Vanessa, Maria Giulia e Chiara, dopo le loro esperienze, si erano offerte volontarie per intervistare una scrittrice per ragazzi che aveva appena pubblicato un volume di fiction sul problema dell’alcolismo adolescenziale. 

Era una storia facile, con lei che si innamora di lui e lo segue nell’alcolismo, poi lui rischia di morire a causa di un amico stronzo, lei lo salva assieme a un’amica, e i due smettono. Eppure erano riuscite a cavarci fuori un momento molto intenso, riempito dalle parole delle tre ragazze e di Ginevra, che aveva preso molto a cuore la storia e ci aveva visto la possibilità di iniziare la sua redenzione da amica distratta. Lei e Chiara sembravano tornate ad essere molto amiche, tanto che Leoni, ogni tanto, faceva battute legate a quella “amicizia così LGBT”.

Leoni aveva ripreso a puntare Chiara, anche se quest’ultima non gli stava dando molta corda. Ma lui non demordeva, in fondo gli piaceva e anche quello era un segnale che attorno a Chiara le cose stavano cambiando.

Giorgia ascoltò dalla platea. Assieme ad Angelica, erano rimaste in disparte rispetto a quel progetto. Quest’ultima, dopo l’emersione della vicenda, era stata pressoché segregata in casa e si diceva che alla fine dell’anno sarebbe stata spostata in un’altra scuola.

Ripensando a tutta la vicenda, Giorgia rivide tutti i suoi errori, moltiplicati mille volte nel momento in cui aveva scoperto che Luca era un impostore. Un manovratore che l’aveva usata semplicemente per arrivare ad altre ragazze. Altro che fratello.

La mattinata in aula magna terminò. La ragazza si avvicinò al palco dove c’erano le sue quattro compagne, emozionate, commosse, e si complimentò con loro. Vide sguardi diversi, perché sapeva che le quattro avevano stati d’animo diversi nei suoi confronti: alcune la consideravano una stupida, che aveva abboccato ad un monte di frottole, consegnando tutte loro ad uno stupratore pervertito; altre avevano capito che lei era vittima quanto le altre, se non peggio: Luca con lei aveva persino inventato una parentela, si era inserito nei suoi affetti familiari, aveva giocato persino sui problemi economici della sua famiglia. 

Era finita ad essere complice involontaria di lui dopo tutto questo, non poteva non essere considerata una vittima come tutte le altre.

Quando finì di salutare le altre, si diresse verso il bagno. La attendevano due ragazze di quarta.

«Alla buon’ora, Breda. Stavamo facendo la muffa» disse una delle due sistemandosi il trucco.

«Scusate, mi sono fermata a salutare» mormorò, avvicinandosi ai lavandini e scambiando piccoli incarti di stagnola per denaro.

«Vabbè, ma in fondo sei arrivata» replicò la ragazza infilandosi con l’amica in una cabina dei servizi igienici, chiusero ed in un attimo ne uscirono dopo aver tirato la loro dose. Sembrava che l’effetto fosse già partito: ridacchiavano pensando che il compito di latino non le avrebbe più spaventate.

«Breda, ci becchiamo, ma ti va di venire sabato al Symbolic? Non danno reggaeton ma ci sono dei gran manzi» le chiese una delle due giovani clienti.

«E poi ci sono i bagni spaziosi, se te la vuoi far lappare» aggiunse l’altra ridacchiando, dimostrando che in effetti la coca era già entrata in circolo.

«Ci becchiamo! A proposito, belle le scarpe, non ti facevo così fashion-zarra» conclusero uscendo dal bagno.

Giorgia si guardò le scarpe: sì, erano appariscenti ma a lei piacevano, e se le era comprate da sola, senza elemosinare soldi a maschi tossici che costellavano la loro vita.

Dirigendosi in classe, si ritrovò a fare gli ultimi metri di corridoio con la professoressa Tarducci.

«Ho visto che ti sei emozionata in platea».

«Sì, era inevitabile, penso».

«So che è un momento complesso per te. Non posso essere dentro la tua testa, ma ti dico solo che ammiro molto la tua forza di volontà, e se anche i tuoi voti non sono eccellenti come qualche mese fa, sono frutto di un impegno che io, personalmente, apprezzo molto» le disse la professoressa Tarducci, che sembrava quasi commossa.

Poi entrò in classe e l’incanto finì, vedendo la prof trasformarsi nuovamente nel solito generale inflessibile.

****

Con molta calma, giorgia uscì dalla scuola, incamminandosi. Si scoprì a guardare il punto dove di solito parcheggiava Luca quando la veniva a prendere, poi proseguì fino ad arrivare al parco. Vic, Ezzy, Diletta ed alcuni altri tipi erano già attorno alla loro panchina. 

Battè i pugni a tutti e a Vic consegnò il malloppo, questo le restituì il dieci percento come pattuito.

«Vieni a farti una vasca?» chiese Vic, che ogni giorno che passava, la guardava sempre più spesso con luce ammirata.

«No, devo rientrare alla casa protetta» rispose Giorgia, che già da un mese era stata spostata dai servizi sociali in una casa protetta per metterla al riparo dal padre che aveva sbroccato alla storia di Luca ed alla notizia che Giorgia avrebbe dovuto testimoniare al processo.

La prima volta in cui le aveva prese da lui era stata anche l’ultima: aveva trascinato la madre via e si era rifugiata a casa di Diletta. Di lì a pochi giorni l’intervento dei servizi sociali e lo spostamento altrove.

«Bella Giò, ma se hai bisogno di qualcosa, dimmelo, ok? Qualsiasi cosa per la mia pushy preferita» aggiunse Vic.

«Vedi» si lamentò Diletta con Ezzy, «Tu certe cose non me le hai mai dette».

«Perchè non sei una pushy» replicò lui, prendendosi una gomitata nelle costole.

Giorgia ripartì, fece il giro lungo, contravvenendo a quanto stabilito dalle regole, passò a casa dei suoi genitori, c’era la madre che guardava la TV. I segni delle ultime botte ancora sul corpo.

«Come stai? Mangi abbastanza? Ti trattano bene?».

«Sì, sì».

«Papà è messo male, non dovevano» mormorò la donna.

«Sì che dovevano, altrimenti chissà quanto sarebbe ancora durato» replicò Giorgia.

Due giorni prima, mentre Giorgia era con i suoi “nuovi” amici, aveva ricevuto la notizia che il padre aveva di nuovo picchiato la madre. Vic e i suoi amici, poche ore dopo, di loro iniziativa, erano andati a prelevare il padre direttamente dai tavolini del baretto, e lo avevano riempito di botte a tal punto da costringerlo al ricovero.

Giorgia non riusciva ad avercela con loro. Quella azione avrebbe dato un po’ di tranquillità alla madre in quel periodo incasinato. E dopo, ci avrebbero pensato giorno per giorno.

Per quanto riguardava lei stessa, sì, era tornata a smerciare droga, e sì, era in una casa famiglia in mezzo a gente piena di problemi ben più grandi dei suoi, ma si sentiva finalmente libera, e questo le bastava.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 29, 2023 ⏰

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