15

30 6 5
                                    

La professoressa Tarducci era sempre più convinta che tutto quello che stava succedendo fosse innaturale: non si era più nell’alveo del fisiologico, ma si era finiti in qualche modo nel patologico.

Aveva infine trovato una persona che la spalleggiava, la professoressa Lora Ravaglia, assunta per le ore di potenziamento di italiano, come primissima esperienza in un liceo. Aveva sostituito una insegnante anch’essa precaria, che era rimasta incinta.

Era stata proprio la professoressa Ravaglia a chiederle informazioni su Chiara, che era stata indicata come una delle ragazze più brillanti della classe e che a lei sembrava invece totalmente smarrita, oltre che totalmente impreparata su qualsiasi materia. Non si capacitava del fatto che non fosse stata inserita tra i ragazzi che necessitavano di un potenziamento.

«Lora, non so cosa dirti perché è evidente che c’è qualcosa sotto, ma non viene fuori. I compagni la trattano sempre alla stessa maniera, quindi dev’essere qualcosa che viene da lei stessa, qualcosa di personale, e piuttosto grave per ridurla così. Abbiamo un caso per certi versi simile, che è quello di Giorgia, lei ha evidentemente passato una fase di ribellione, ma ora il suo stato è più simile a quello di Chiara: completo spaesamento, sembra quasi angosciata».

La professoressa Ravaglia aveva trentadue anni, era estremamente giovane e, per il suo vissuto personale, di problematiche legate all’andamento scolastico ne sapeva qualcosa. Si era fatta attenta a quelle due, ed era riuscita a convincere Giorgia che avesse bisogno di partecipare al potenziamento.

Era poi passata a sondare il terreno con Giorgia per vedere se ci fosse la possibilità che fosse lei stessa a convincere Chiara a partecipare, ma aveva trovato un improvviso irrigidimento, ed aveva capito che evidentemente tra loro due era successo qualcosa

Caldeggiò quindi un breve colloquio con la madre di Giorgia, con la scusa di segnalare l’andamento tutto sommato accettabile, ma con il celato intento di scoprire qualche elemento in più su quella ragazza.

«Giorgia negli ultimi mesi è molto cambiata, molto… distante. Sono felice che per lo meno in questo progetto di potenziamento stia facendo bene».

«Stiamo parlando di adolescenti, signora, da quel punto di vista non possiamo aspettarci linearità». 

«Si, ma sulla scuola pensavo tenesse, invece è diventata una mezza collezione di delusioni, anche se a lei sembra non freghi nulla» sospirò la madre, desolata.

«Forse le condizioni di salute del padre la stanno impensierendo, lo ha detto lei stessa».

«Grazie, ma, ecco, vede, è una condizione che ci portiamo dietro da moltissimo tempo, e non è grave» tentò di sminuire la signora Diva.

«Ah, mi deve scusare, avevamo capito da Giorgia, in seguito a una interrogazione non particolarmente brillante, che le condizioni si fossero aggravate ultimamente, dev’esserci stata una incomprensione» insistette la prof, capendo al volo che c’era una discrepanza tra le versioni. Forse la ragazza si era inventata una mezza scusa per la prova non brillante.

La signora Diva sospirò, capì che si stava innestando una spirale di bugie che doveva finire. Si vergognava tantissimo di quel marito ubriacone e picchiatore, e per anni era riuscita a nascondere il problema grazie all’aiuto di una figlia irreprensibile, ma quest’ultima stava evaporando, lasciando il posto ad una adolescente problematica e bugiarda. E lei non ce la poteva fare.

«La verità è che vede, professoressa, mio marito ha un problema molto serio di… alcolismo. Giorgia è sempre stata molto, molto, molto consapevole. Mi ha aiutata, e le assicuro, mi ha aiutata tantissimo. Ma ora quella Giorgia la vedo sempre meno» e poi si interruppe singhiozzando.

La professoressa Ravaglia le mise una mano sul braccio.

«Signora Diva, si sfoghi pure, la capisco, è un momento difficile. Possiamo aiutarla in qualche modo, ed aiutare Giorgia. La scuola ha uno sportello di aiuto psicologico che può dare una piccola mano, e poi ci siamo noi a supporto sia degli studenti che, fin dove possiamo, delle famiglie».

«Impossibile» replicò Diva, ancora in preda ai singhiozzi, «vede, c’è una figura che è entrata nella vita di Giorgia, ed in fondo è colpa mia, solo ed esclusivamente mia».

«Ma parla di suo fratello Luca?».

«Non è suo fratello! Assolutamente non lo è! Ma chi… ma chi le ha detto che è suo fratello?» sbottò la mamma, con lo sguardo esterrefatto.

«Mi deve scusare, nelle chiacchiere tra ragazzi avevo capito che aveva questo fratellastro conosciuto da poco. Ma le dico, non ho indagato, ho semplicemente pensato che si riferisse a lui».

«Non è il suo fratellastro. È... il figlio del proprietario dell’azienda dove faccio le pulizie. Mi è capitato di parlarci, è un ragazzo molto gentile, non lo nego, ed ha capito che eravamo una famiglia in difficoltà nonostante io portassi sempre il discorso su Giorgia, su quante soddisfazioni ci dava. Beh, vede, una sera purtroppo non mi sentivo bene, e… questa cosa è straziante, se lo lasci dire, lei è madre?».

«No, no signora, non ho nemmeno il ragazzo» rise in maniera un po’ forzata, «Ma la ascolto, signora, la ascolto e provo a capirla».

«No, non può capire quanto questa cosa abbia preso una pessima piega! Giorgia è andata al lavoro al mio posto. E lo ha incrociato, ed hanno iniziato a sentirsi, ed io mi dicevo “Ma è tutto normale?” e lo dicevo anche a lei, ma è andata sempre peggio. Lui badava a dirle che erano amici, che la voleva aiutare. La realtà è che, con quello stile di vita così lontano dal nostro, lontanissimo, ha finito per traviarla, per farle vedere un mondo di cui lei non fa parte».

«Scusi, scusi signora, ma mi sta dicendo che quest’uomo, non so bene la sua età».

«Ha ventinove anni».

«Si, ok, quindi questo uomo di ventinove anni ha circuito Giorgia? Per…?» ripartì la prof, con un certo disgusto.

«Non me lo faccia pensare, per carità. Ho fatto una cosa deplorevole un mese fa al controllo ginecologico: ho chiesto alla ginecologa se, per quanto ne capiva, Giorgia fosse ancora vergine. E lei mi ha guardata come si guarda una povera pazza, e lo so di essere stata una pazza a fare questa domanda, e mi ha fatto capire che Giorgia è ancora vergine, ha fatto la vaga certo, lo so che devono farlo per necessità professionale, ma io sono madre e ho capito, e lei non sa che sospiro di sollievo!».

Lora, essendo stata adolescente ben dopo la signora Diva, non volle puntualizzare che c’erano mille modi per fare sesso anche senza una penetrazione vaginale, ma se lo tenne per sé.

«Capisce? Io sono arrivata a questo punto, che ho in casa una estranea a cui non interessa la scuola, che vive con un piede in un mondo a cui non appartiene, e mi guarda dall’alto verso il basso. Ed ho paura di cosa potrebbe combinare per rimanere in quel mondo, ora. È arrivata a rubare trenta euro dal portafoglio del padre. So che è stata lei, e non so nemmeno a cosa le sono serviti, ma alla fine sono io che ne ho subito le conseguenze. E lei, distaccata… mi sta abbandonando, capisce? No, non può capirlo, da quel maledetto compleanno è stato tutto un disastro dopo l’altro. E quando sono riuscita a parlare con Luca, lui lo sa cosa mi ha detto? Lo sa?».

«Non posso saperlo-».

«Mi ha detto in pratica di stare al mio posto perché licenziarmi è un attimo!».

La professoressa Ravaglia non si spinse oltre, la madre di Giorgia appariva già troppo segnata, cercò di portarle un po’ di conforto parlando forse anche esageratamente bene della figlia, chiedendosi però come potesse essere così immorale un uomo trentenne, quindi della sua stessa età, che circuisce una ragazza di sedici, promettendole cosa? Serate a ballare e shopping? Sapeva che Giorgia avrebbe potuto invaghirsi di tutto questo, era normale, era plausibile. La colpa era di quell’uomo che aveva sfruttato la sua posizione.

L’indomani, le due professoresse si trovarono per un caffè dopo la scuola, l’insegnante di latino venne messa a conoscenza dei nuovi particolari. Era chiaro che fosse l’apparizione di quell’uomo l’evento scatenante di quel domino.

«Ma cosa c’entra Chiara con Giorgia?» si chiese la professoressa Tarducci ad alta voce, pur non avendo la più pallida idea di quale potesse essere la risposta.

  

GIORGIA Where stories live. Discover now