Non era chi sembrava

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Il ragazzino questa volta rivolse lo sguardo verso di lui e lo guardò con due occhi di fuoco riuscendo però a mantenere il controllo.

«Sbagliare è normale, poi tu sei ancora piccolo. Ma fai tesoro di queste parole, in futuro ti serviranno e se lo vorrai, io potrei aiutarti.» e gli diede una pacca sulla spalla prima di alzarsi ed uscire dall'ufficio.

In quel momento Dennis cominciò a torturare le maniche della sua felpa blu storpiando la bocca in una smorfia di odio. Non avrebbe saputo dire con certezza che cosa lo mandasse in quello stato di quell'uomo, se il modo troppo confidenziale con cui si faceva quattro risate con suo padre o l'arrogante convinzione di poter rappresentare un esempio per lui.

Il ragazzino lo guardò sparire dalla sua visuale destraggiandosi tra colleghi che rispondevano a mail, bevevano il caffè o rispondevano al telefono.

In quel momento il suo sguardo cominciò a vagare per l'ufficio, alla ricerca di qualcosa e fu proprio un tagliacarte che giaceva nel cassetto accanto a lui a fermare i suoi occhi strizzati.

Era un tagliacarte con l'impugnatura ben lavorata proprio come piaceva a suo padre, James aveva infatti la passione per gli oggetti decorati anche in modo esagerato. Quel tagliacarte lo aveva comprato due estati fa quando erano andati a visitare un borgo storico.

In quel momento sul suo volto si dipinse un sorriso diabolico. Allungò la mano e afferrò quel coltello ben curato, nascondendolo nella manica della felpa, poi guardando verso il corridoio andò alla ricerca di suo padre.

Dovette rassegnarsi a chiedere a qualcuno dove fosse perché non lo trovava finché la sua vociona in mezzo ai muri degli uffici non lo richiamò: «Eccoti! Andiamo a casa?»
«È già ora?»
«Si, sono le diciotto in punto, ci fermiamo a mangiare qualcosa per strada?»

Mentre suo padre guidava verso il Macdonald's più vicino, Dennis strinse più forte il tagliacarte infilandolo ancora più dentro la manica della felpa e, quando finalmente si parcheggiarono, approfittò del suo zaino di scuola per infilarlo tra i libri.

Quando si trovò davanti il suo hamburger, Dennis schiacciò la parte superiore del panino facendo in modo che i suoi polpastrelli venissero circondati dal pane morbido senza semi.

James dal canto suo si stava godendo in un silenzio di estasi il suo doppio Crispy Mcbacon e il formaggio cheddar gli stava colando sulla barba.

A quella scena Dennis non riuscì a non ridere divertito.

Alla sera, tornati a casa, il ragazzino rimase in contemplazione davanti allo specchio del bagno, in riflessione. Nella manica del pigiama lungo bianco e blu, il tagliacarte gli solleticava il polso e l'avambraccio con il suo metallo freddo.

Immerso nel silenzio più totale le sue dita accarezzarono la lama mentre i suoi occhi rimasero fermi a contemplare la sua immagine nello specchio, stretti a scrutare ogni angolo del suo volto.

***

Il sabato dopo ancora, qualcosa di diverso si percepiva già nell'aria. Quel giorno c'era la metà del personale a causa di ferie anticipate, festività importanti o licenziamenti dell'ultimo minuto.

Dimitry era solo nell'ufficio delle riunioni e stava sistemando dei raccoglitori enormi pieni di fatture, di pagamenti e di mail stampate. Ad alcuni mancavano ancora le etichette.

L'uomo diede una veloce occhiata al contenuto di alcuni raccoglitori prima di segnare qualcosa sulle etichette ancora bianche e, proprio mentre stava scrivendo sopra “case vendute" il suono di una porta che si chiudeva alle sue spalle lo fece sobbalzare.

Sulle tracce di Dennis LoganWhere stories live. Discover now