12. Disarray.

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JACE

La mia vita si è tramutata in un completo disastro, di nuovo.

E nuovamente mi sento la testa scoppiare per i troppi rumori che sento in sottofondo: voci che cercano di richiamare la mia attenzione, il cigolio della porta che si apre e si chiude.

E poi una voce.

La sento rimbombare dentro di me, nella mia testa, come se comandasse lei i miei pensieri, al mio istinto di aggredire qualcuno, ma altre voci continuano ad entrare.

Mi stanno chiamando.

Stanno pronunciando il mio nome in coro, ma questo non fa altro che girarmi la testa.

I miei occhi cominciano ad offuscarsi, e poi ascolto una dolce voce femminile che urla il mio nome. Continua a chiedere aiuto a qualcuno che si trova nel posto.

«Spostatevi tutti!» stavolta urla una voce maschile a breve distanza da me.

«Sembra ancora sottoshock» dice la ragazza di poco fa.

«Tienigli la testa sollevata.» dice l'altro.

I miei occhi non riescono a vedere più nulla.

C'è un tipo di nero che, a vederlo bene, sembra come se stesse prendendo una parte di me, pronto a divorarmi da un momento all'altro.

«Jace, apri gli occhi».

Le voci che sento, continuano a parlare tra loro, ed io provo ad aprire molto lentamente gli occhi che - con tutto che fanno fatica ad aprirsi - vengono subito accecati da una luce abbagliante.

«Cristo santo! Ci hai fatti preoccupare!»

Passati alcuni minuti, riesco a vedere meglio, e provo in quel momento stesso ad inquadrare bene i volti di chi mi sta intorno.

Ma mi ritrovo a terra e privo di forze. Non riesco a muovermi, e sembra come se mi abbiano iniettato un qualcosa per non farmi muovere.

«Come ti senti?» la ragazza che sentivo poco fa, era quella della piccola peste a cui tiene ancora la testa sulle sue gambe.

«Un po'...Rimbambito» sussurro, facendo provocare agli altri una bella risata.

«Beh, ti credo. Sei svenuto come un sasso» la voce di Oliver la riuscirei a riconoscere anche nel bel mezzo del mio shock ipnotico.

«Smettila, non è divertente.» afferma subito Isabel, con una voce che farebbe addormentare chiunque sia in suo ascolto.

Che buon odore.

Profumo alla fragola.

Proviene da lei.

Un odore che non dimenticherò mai con così tanta semplicità.

Stringo le mani in pugni e lentamente provo a sollevare il mio corpo a peso morto che, con gran fatica, riesce ad alzarsi solo con l'aiuto di chi mi è venuto subito incontro per tenermi.

«Ce la faccio da solo.» dico con voce dura.

«Smettila di rompere il cazzo e fatti aiutare nei momenti più difficoltosi.» a susseguirsi, esce la voce di Oliver che, anche se ha un tono duro, riesce sempre a zittire in un quche modo e prendersi lui la vittoria, ma con me non funziona: non mi tengo tutto ciò che lui mi dice.

O per lo meno, non più ora.

«Ti ho detto che non ho bisogno del tuo aiuto.» mi dimeno dalla sua presa.

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⏰ Last updated: Apr 28, 2023 ⏰

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