27. A Presto Moonberry

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« È stata lei!» indico Irlanda, mentre finge di guardare un quadro.

« Sei tu che combini queste cose, Kate! Non darle la colpa» mi rimprovera la mamma.

« Ma... vuoi più bene a lei che a tua figlia» metto il broncio, sedendomi a gambe incrociate sul divano.

« Oh, Arienne. Non avrei mai potuto farti una cosa del genere!» cinguetta la mia migliore amica, aiutandola a raccogliere i cocci del vaso.

Questa me la paghi.

Quando si volta a sorridermi vittoriosa le rivolgo un dito medio, al quale lei risponde con una risatina.

Una volta esser stata rigorosamente sgridata, io Irlanda saliamo di sopra e mi lancio su di lei.

Strilla, perdendo l'equilibrio e cadendo a terra.

Ovviamente senza dimenticarsi di trascinarmi con lei.

« In nome dei Cavalieri della Luna io ti dichiaro colpevole!» mi blocca a terra.

« E io in nome dei comuni mortali di questo mondo ti dichiaro... un cetriolo!» mi libero, scaraventandomi di peso sul suo stomaco.

« Un centriol-... ahh! Se mi fai sboccare giuro che vomito sui tuoi compiti di scienze!» mi minaccia.

Ci ho messo due giorni per finirli.

Mi rialzo subito, mentre lei scoppia a ridere.

« Secondo te rimarremo per sempre così?» domando dopo un po', sedendomi sulla sedia girevole arancione.

« Perché non dovremmo?» si alza in piedi, tornando seria.

« Perché siamo giovani. E se un giorno ci perdessimo di vista?» sospiro.

« Vuol dire che doveva andare così. Ma ora siamo qua. Non è questo l'importante? Insomma... chi se ne frega di quello che succederà dopo! Perché la verità è che gli adulti ci preparano al loro mondo appena nasciamo. Io preferisco rimanere nel Paese delle Meraviglie finché posso. Quando saremo adulte saremo... semplici persone. Ora siamo solo due ragazze... siamo due sorelle. Che senso ha pensare a cosa succederà poi?» appoggia la testa sulle mie gambe, mentre le accarezzo i capelli.

« Tu hai paura del poi?» abbasso lo sguardo su di lei.

« Vorrei che non arrivasse mai» sorride.

« Perché così potremo guardare tutti i film disney che vogliamo senza sembrare strane?» ridacchio.

« Perché così essere strane ci sembrerà assolutamente perfetto» risponde.

Rimaniamo in silenzio per minuti, forse ore.

O forse mai.

Rimaniamo semplicemente nella nostra bolla di spensieratezza.

Fino alla fine.

Fino a quando la sua voce non irrompe nel silenzio « Continuo a rimandare, ma adesso devo davvero dirti una cosa».

Aggrotto le sopracciglia « Cioè?».

Comincia a parlare della Compagnia dell'Ametista, la squadra che dovrebbe affrontare i guardiani al suo fianco e io... ne faccio parte.

« Non devi sentirti obbligata. Insomma... i tuoi genitori... la verità è che ho paura che tu possa metterti in pericolo. Basta un no, e non c'è problema-».

« Verrò» sentenzio, sorprendendomi delle mie stesse parole « Se bisogna fare qualche stupidaggine è meglio farla ora che possiamo essere strane, no? Finché tutto ci sembrerà ancora normale vuol dire che siamo sempre noi».

IRLANDA e il segreto dell'ametista Where stories live. Discover now