Arrivato a scuola vide che Yazmin era già seduta al sua banco e stava parlando con un'altra bambina seduta di fianco a lei.

Dennis strinse più forte il tulipano, poi prese a camminare a passo accelerato verso il suo posto e, nel mentre che attraversava le file di banchi, lasciò fulmineo il fiore sul posto di Yazmin che esaminò sorpresa.

La ragazzina gli rivolse anche un sorriso di gratitudine ma Dennis si assicurò di non incrociare mai il suo sguardo. I giorni di scuola continuarono così, Dennis lasciava qualche regalino veloce sul banco della compagna ma non le scambiò mai una parola.

Dal canto suo invece Yazmin parlò molto bene di Dennis ai suoi genitori quando la madre o la zia o il padre notavano spesso un fiore nuovo nella sua mano: «Chi te lo ha regalato questo?»
«Me lo ha dato Dennis.»
«Ma che carino, e lo hai ringraziato?»
«Certo, gli ho anche lasciato un cioccolatino oggi.»
«E lui che cosa ti ha detto? È stato contento?»

Yazmin non aveva mai detto ai suoi genitori, in realtà, che Dennis non le rivolgeva mai la parola, lo lodava solo per il fatto che le faceva sempre in mucchio di regali, tant'è che la zia le confidò che secondo lei quel ragazzina di era proprio innamorato.

A quel punto Yazmin decise di invitarlo fuori a prendere un gelato, non tanto per ricambiare il sentimento romantico che secondo sua zia Dennis provava, ma più che altro per provare a farselo amico visto che in classe non giocava mai con nessuno.

All'uscita da scuola la madre di Yazmin si mise d'accordo con Natasha, avendola riconosciuta perché la figlia le aveva indicato un ragazzino, e la donna, dopo aver sentito quello che volevano fare, guardò suo figlio Dennis pregando che andasse tutto bene.

E in effetti andò proprio così: dato che Yazmin voleva fare la parte della grande anche se aveva solo dieci anni, volle rimanere da sola con Dennis in disparte, lontana dai familiari. La madre li seguì a distanza, comunque non troppo lontana da loro e i due bambini si mangiarono il loro gelato senza troppi problemi. Dennis dal canto suo passò uno dei momenti migliori della sua vita e, ormai raggiunto un livello considerevole di confidenza, iniziò anche a sciogliersi. Il ragazzino iniziò a parlare di più, a ridere e scherzare di più e le raccontò un episodio divertente che era successo a sua madre proprio due giorni fa.

«Davvero? Ma poverina.»
«Si! Sembrava uno di quei giocolieri del circolo a cui cadono tutti i birilli durante le prove.»
«Non si è fatta male vero?»
«No no, anzi. Ma siamo scappati fuori dal negozio in fretta perchè era troppo imbarazzata.»

***

Ormai anche Yazmin aveva trovato il suo posto nel cuore di Dennis. A scuola si aspettavano a vicenda per entrate in aula, per uscire a giocare e per tornare a casa. Anche le maestre fecero soprattutto a Yazmin i complimenti per il bellissimo rapporto che aveva costruito con lui.

Le cose andarono molto bene fino a quando un loro compagno di classe, Nathan Wash, non decise di mettersi in mezzo: anche lui, dopo vario tempo che aveva frequentato Yazmin, si era preso una cotta per lei e aveva cominciato a dimostrarlo.

Ogni giorno le lasciava dei bigliettini con scritti dei complimenti e, a differenza di Dennis, si faceva notare molto di più quando la ragazzina cercava il mittente di quei bigliettini.

E questo, purtroppo, a Dennis non fece affatto piacere. Dopo così tanto tempo, in mezzo a un periodo dove si poteva dire che aveva vissuto un anno di scuola sereno, ecco riemergere lo stesso sentimento di odio che aveva portato alla morte Tracy e Carlos.

E infatti col passare del tempo la sua condotta nei confronti di Nathan peggiorò ulteriormente: un giorno la maestra disse alla classe che dovevano fare un progetto di gruppo per la fiera della scienza di inizio primavera e che i gruppi li avrebbe scelti lei per non emarginare nessuno.

Dennis fu messo in gruppo con Emily Carrey, Jenny Mabble e purtroppo anche Nathan Wash. Ovviamente l'intento espresso inizialmente dalla maestra si sgretolò nel momento esatto in cui vennero lasciati liberi di lavorare come più preferivano.

Quel gruppo non era solido come si potesse pensare, Dennis soprattutto si rifiutava di collaborare con loro e faceva di tutto per tenere gli altri bambini alla larga.

Quando cominciarono il progetto lì in classe gli altri tre membri del gruppo parlarono tranquillamente tra loro, decisero che cosa portare per la fiera e come dividersi il lavoro, ma nessuno di loro interpellò Dennis o gli chiese se fosse d'accordo dell'ordine oppure no. L'unica cosa che gli venne chiesto di fare fu di buttare il materiale scartato per il cartellone di presentazione del progetto: «Siccome non hai voglia di collaborare, almeno aiutaci a tenere pulito il banco di lavoro.» gli aveva detto Nathan quando gli propose questo compito.

Dennis, che strizzò gli occhi guardandolo in faccia gli rispose: «Perchè non ti ci butti tu nell'immondizia insieme alle cartacce?»
«Che cosa hai detto?»
«Ho detto che fai schifo stronzo.»
«Questa ne la paghi!» Nathan si alzò e andò nella direzione di Dennis, al lato del banco opposto al suo, ma non fece nemmeno in tempo ad alzare una mano che Dennis alzò fulmineo un piede e gli diede un calcio al ginocchio che lo fece cadere per terra dal dolore.

Il frastuono attirò l'attenzione di tutti quanti che rimasero scioccati nel vedere quella scena, compresa la maestra che intervenne prontamente: «Ragazzi basta! Ma che cosa state facendo?»
«Dennis mi ha dato un calcio!»
«Dennis, chiedi scusa al tuo compagno, non si fanno queste cose.»

Dennis rimase a fissare con gli occhi strizzati Nathan che a fatica si tirò su in piedi, ignorando completamente l'insegnante che lo invitava a chiedere scusa. Gli altri bambini rimasero ai loro posti impietriti, inizialmente per la ferocia con cui quel ragazzino fissava il suo compagno, e in secondo luogo per quello che Dennis disse dopo che Nathan gli chiese: «Hai sentito la maestra? Chiedimi scusa!»
«Brucia all'inferno, stronzo figlio di puttana!»

Sulle tracce di Dennis LoganDove le storie prendono vita. Scoprilo ora