Di fatto, lo baciò. Un contatto casto, fugace. Ma delicato.

"Scusa, come?" che a Jeongguk non andò affatto bene.

"Riserbo il meglio per il finale."

"Sei proprio un sour daddy." gli picchiettò una mano al petto.

"Non dovresti vestirti?"

"E non beneficiarti più di questa meraviglia?" Jeongguk, malizioso, s'indicò il corpo. Le sue dita evidenziavano quegli addominali scolpiti, contratti per impressionare Taehyung, alla foga d'averlo vicino.

"Hai intenzione di uscire nudo?" Taehyung lo punzecchiò.

"Mmm... no, papi." si ricrede'. "Ma se voglio farti vedere ciò che potresti avere-" gli si avvicinò pericoloso alle labbra.

"D'accordo, Ggukkie! Andiamo in camera a vestirci."

Taehyung lo prese per il braccio. Quel contatto lieve, al contempo forte, lo trascinò fin dove Jeongguk gli ebbe indicato.

"Wao!" l'esclamazione di Taehyung.

La camera di Jeongguk era un covo delle meraviglie. Il suo colore preferito era il viola – diceva rispecchiasse la sua anima, profondamente riflessiva ed introversa. E per quello, in varie gradazioni, vi aveva abbinato tutto ciò fosse là dentro presente.

"Ti sconvolge una camera da ricco?" scherzò con l'avvocato.

"Tsk! No, Gguk." si girò verso di lui. "Vestiti." il pollice dell'avvocato gli sfiorò il labbro di sotto, gonfio.

"Dove mi porti stasera, papi?"

Jeongguk era provocante. Lo guardava, scrutava con quel tanto di malizia, che Taehyung, per forza di cose, era costretto a celare sotto un ghigno di superiorità.

Si stacco dal suo braccio – quel contatto di troppo ricercato da colui che tentava di completarsi all'altro.

"Uhm..." Taehyung fece il vago; si strusciò il mento col pollice e l'indice. "Sei mai stato al Vice?"

"Eh?" Jeongguk, lento, con le spalle volto verso l'avvocato, si accoccolò sul letto. Comodo rimaneva seduto al bordo di esso, in fronte a Taehyung. "Vuoi portarmi al casinò?" la sua aria interrogativa.

"Beh, sì. Mi sembra un'ottima idea."

Jeongguk tirò avanti con aria maliziosa. "Pensavo volessi portarmi al ristorante dei poveri, poi tornare a casa mia per scopare." il suo sguardo arguto e famelico lo addentava con gli occhi. Aprì le gambe in fronte a lui, leccandosi le labbra, tanto seducente.

"Scopare a casa tua?" Taehyung si mostrò impassibile, a vincerlo. "Dove sono i tuoi?"

"Boh, che cazzo ne so." di nuovo si stuzzicò le labbra. "Per stasera ho casa libera."

"Mi sembra un'ottima idea."

"D'accordo, papi." Jeongguk si strusciò i palmi sulle ginocchia. Pareva avesse l'intenzione di spogliarsi del suo unico indumento, sensuale davanti a lui. "Ma dopo facciamo sesso."

"Dopo faremo sesso, se lo vuoi." in tensione, si toccò le labbra. Taehyung era visibilmente eccitato. "Sai- ti avevo anche portato un mazzo di fiori. L'ho lasciato giù in soggiorno, non sapevo dove metterlo-"

"Allora vuoi farmi tenere le gambe aperte proprio tutta la sera, eh?"

Jeongguk cercava di sedurlo, e ci riusciva, abile di quel suo talento nato dalla consapevolezza del suo effetto su Taehyung.

"Gguk, non ti seguo."

"Non ho buchi per infilare, se non il mio-" le sue dita affusolate, quelle sue dita affusolate, racchiuse da una mano piccola, morbida indicarono la propria fessura oltre la stoffa dell'intimo.

Miami Heat | VKWhere stories live. Discover now