16. Il Portale Di Nightmare

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« Posso passare anche dopo» sbuffo, non avendo la minima voglia di staccarmi da lui.

« Non voglio che tu ti senta male come l'ultima volta» asserisce, aiutandomi ad alzarmi.

« Smettila di trattarmi come se fossi una bambina. Sono malata da diciotto anni, mica da due giorni» comincio ad infastidirmi.

Sembra rimanerci male dalla mia osservazione, ma preferisce rimanere in religioso silenzio.

« Voglio soltanto stare un po' con te» aggiusto il tiro, sapendo di esser stata troppo cattiva.

« Con me?» si gira sbalordito.

Annuisco.

Le labbra gli si increspano in un sorriso, mentre mi prende per mano cominciando a dirigersi verso casa mia.

« Hai sentito cos'ho detto?» chiedo titubante.

« Certo! Ma non ho voglia di stare qua fuori al freddo, sapendo che stai poco bene. Ora andiamo a casa tua e passiamo il pomeriggio insieme, poi verso sera passo a prenderti le medicine e te le porto» spiega.

Un sorriso sfugge al mio controllo, mentre tiro fuori la crema color ocra dalla tasca del giubbotto.

« La metti sempre? I tagli sono nettamente migliorati» osserva.

« Lo so! La tengo in questa tasca, per averla sempre con me» concordo.

Mentre camminiamo verso casa sento la stanchezza impossessarsi sempre di più del mio corpo.

Quando arriviamo sull'uscio di casa, cerco le chiavi nelle tasche dei jeans, ma zio Stefan mi precede, comparendo da dietro di noi ed entrando tranquillamente.

Ah.
Allora non era chiusa.

« Ti senti bene, Irly? Sembri sfinita!» mi riprende la zia.

« Ha finito le medicine, signora. Ora vado a comprargliele» risponde Derek al mio posto.

« Grazie molte, caro! E poi sai che puoi chiamarmi Meg! Sei qui tutti i giorni ormai!» ridacchia lei.

Beh, questo è vero.

Da quando ha saputo della mia schizofrenia, sembra che si sia mosso qualcosa in lui.

È più... dolce.

Più presente.

Salgo lentamente le scale, lasciandoli alle loro chiacchiere.

Entro nella mia cameretta dalle pareti violette, coricandomi sul letto.

Queste cavolo di medicine, se non prese, mi rendono debole.

Mi sento sempre molto stanca quando le finisco, finché non ne prendo una nuova.

« Se sei tanto stanca, riposati. Io sono qui» entra in camera Derek, tirandomi leggermente verso di lui per sfilarmi il cappotto che, presa dalla stanchezza, mi ero scordata di togliere.

Lo appoggia sulla sedia dinanzi alla scrivania, rimboccandomi le coperte fino alle spalle.

Si corica dietro di me, abbracciandomi.

« Ora cerca di dormire, biondina. Quando ti sveglierai io non ci sarò, devo dirtelo. Alle 9 devo tornare a casa per andare nel Regno, ma prima passerò a prenderti le medicine. Non preoccuparti di nulla, pensa a riposare» sussurra.

Mi stringo meglio nelle coperte, avvicinandomi maggiormente a lui.

« Sogni d'oro» sento, ma forse me lo sono soltanto immaginato.

IRLANDA e il segreto dell'ametista Where stories live. Discover now