"Non si preoccupi. Sappiamo dove cercarlo." Seokjin ancora cinico e pungente. Quella perfidia, propria di un esecutore brillante quale fosse.

"Arrivederla Signor Garcia, e... non badi a mio fratello. Ha sempre voglia di scherzare." Namjoon uscì dalla porta trasparente della sala. Seguiva Seokjin, impegnato in un insensibile sghignazzo. E puntualmente lo fulminò col suo sguardo netto a tale infantilità.

Geniale, ma bambinesco. Ciò da sempre gli aveva rimproverato il fratello più piccolo. "Non esiti a chiamarci qualora ne abbia bisogno." Namjoon, con quel suo sorriso rassicurante.

"Oh, non si preoccupi. So di essere in buone mani." Garcia li lusingò.

Quella scena, di fronte a Jeongguk. Fermo immobile a fissare i suoi cugini che congedavano il cliente tanto rammentato. Lo osservava dal basso seduto, chino su di sé. Lasciava che i suoi bermuda, quasi ascellari, stringessero ancor di più la sua esile vita, contro la cinta Gucci.

"Oh! Un'altra cena al Gables andata in malora?" Seokjin si volse verso di lui. Era già pronto, di primo mattino, allo scherzo. Garcia se n'era appena andato.

Jeongguk, stizzito, sbuffò. Volse di scatto - nell'incrociare le sue braccia al petto - lo sguardo alla vetrata avanti a lui. Rifletteva il mare brillante del golfo. I suoi occhi apparivano castani per la luce.

"No." sbottò. Per Jeongguk era già insostenibile. "Idiota..." sussurrò fra sé.

"Se non ci fossi m'inventeresti, piccolo mio." gli recava ancor più fastidio. D'altronde era intenzionale.

"Jin... per cortesia." lo fermò il fratello. "Buongiorno, Jeongguk. Come stai?" Namjoon gli si rivolse cortese.

"Come sto?" alzò un sopracciglio al cugino. "Chiedilo - piuttosto - al qui presente infame Kim Seokjin." stizzito, fece pressione sulle braccia per sollevarsi dritto.

Namjoon guardò l'altro avvocato con aria interrogativa, piuttosto giudicatoria. "Cos'hai combinato?"

"Io?" una mano al petto per discolparsi. Seokjin aveva calcolato tutto. "Io non ho fatto assolutamente niente."

"Non fare l'innocente, coglione!" Jeongguk gli puntò il dito conto.

"Uhm... forse ti riferisci all'appuntamento con Malcom? Ti ho procurato un vero sugar daddy e tu mi ripaghi così?" gli mise un broncio bambinesco a scherno.

"Cosa hai fatto?!" Namjoon spalancò gli occhi in fronte al fratello. "Chi è questo Malcom?! E senza prima parlarne con me!"

"Ah, non preoccuparti fratellino." Seokjin scosse la mano con un gesto sbruffone. "Malcom è un tipo a posto-"

"Un tipo a posto?" Jeongguk alzò di nuovo il sopracciglio. "Un tipo a posto?!" ripeté ad alta voce.

"Ehi, Gguk. Cos'ha che non va, il mio amico Malcom?" quella scena si svolgeva davanti agli occhi di Namjoon incredulo.

"Mi hai presentato un sadico. Mi ha perfino dato dei fogli che dovevo firmare per farmi sculacciare e torturare-" cinguettò deciso. "Ti sembra un tipo a posto?"

Seokjin scoppiò in una risata malvagia. "Mi tolgo dal dramma, famiglia. Se mi cercate sono al piano bar a consolarmi con una cola."

"Vaffanculo, testa di cazzo." gli sussurrò Jeongguk. Era troppo timido per fargli una piazzata plateale.

Seokjin si allontanò tranquillo, fiero che il suo piano malvagio avesse funzionato alla perfezione. D'altronde, anche Namjoon - nel profondo - sperava che Jeongguk perdesse la voglia di trovarsi uno sugar daddy.

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