« Non sono una principessa».
« E io non sono un principe azzurro».
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Irlanda è una maschera di ghiaccio bravissima a fingere, mentre si diletta a scrivere articoli per il giornalino della scuola insieme ai piccoli bambi...
« Uffa... e va bene!» mi arrendo « Per favore basta solletico!».
Sorride per la vittoria, sollevandomi su per i polsi.
Avvicina il suo viso al mio, sfiorandomi con le labbra il lobo dell'orecchio.
« Sai... nel mio Regno è proibito sfidare il principe» sibila.
« Mi piace ribellarmi alle regole» rispondo, deglutendo per la vicinanza.
« E a me piace chi le infrange» sorride, prendendo dalla panchina dietro di me il suo zaino.
« C-che fai?» chiedo perplessa.
« Rispondo?» ridacchia per la mia espressione, portandosi il telefono all'orecchio che continua a squillare.
« Mamma? Si si, arriviamo. Okay, a dopo» la liquida velocemente.
« È successo qualcosa?» lo guardo preoccupata.
« Chris ha bisogno di me per un lavoro a casa. Ti dispiace tornare indietro? Puoi mangiare di nuovo da noi» spiega.
« Certo» annuisco, prendendo le mie cose.
Cambio i pattini con gli stivaletti di tutti i giorni.
Saliamo in macchina e, mentre Derek accende il motore, mi sistemo i capelli spettinati, che si erano bagnati quando lui mi aveva buttata per terra.
« È stato divertente» mi sento dire.
« Già» annuisce, increspando le labbra in un sorriso.
Mentre passiamo per le strade di Moonberry sento un fischiettio fastidioso all'orecchio, finché una macchina della corsia opposta ci passa accanto e sento le tempie pulsare.
D'istinto mi porto le mani sulle orecchie, cercando di fermare quella silenziosa agonia.
Dopo poco la macchina accosta, mentre Derek scende di corsa e apre la mia portiera.
« Irlanda, che...».
La sua voce viene sovrastata da rumori fastidiosi e voci urlanti.
« Irlanda!». « Irlanda!». « Ti sei divertita?». « Non sei più andata a trovare la mamma!». « Irlanda!». « Irlanda!».
Comincio a vedere tutto opaco, prima di dover chiudere gli occhi per il dolore.
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« Non mi prendi» mi urla Irlanda, girandosi per una frazione di secondo verso di me.
« Oh, ma questo lo vedremo» sorrido, cercando di pattinare il più velocemente possibile.
Ho già detto che odio perdere?
Pochi secondi dopo riesco ad afferrarla sulla vita e a farle perdere l'equilibrio, stando attento a non farle male.