Forbidden Paradise

I'm not in love

Le mie giornate iniziavano con un grande appetito: ero affamata, avvertivo il bisogno di cibarmi di emozioni! Non so se si può definire assuefazione, ma cominciavo a provare un'urgente necessità di nutrire le mie fantasie con tutte quelle esperienze sensoriali che sperimentavo durante i nostri incontri.  La mia anima sembrava non saziarsi mai.

Spesso, mentre la sua attenzione vagava altrove, lasciavo che i miei occhi si insinuassero lungo i suoi lineamenti, come a volerli scansionare. Desideravo incidermi nella memoria ogni centimetro del suo contornato.

Il mio sguardo ripercorreva più e più volte i contorni del suo viso, e quando giungeva alla curva delle sue labbra trattenevo il respiro per qualche istante, cercando di percepire il ritmo mentre schiudeva la sua bocca che dava voce ai suoi pensieri.

Ed ecco! Accadeva in quei momenti che sentivo una stretta lungo la gola, dal petto fino al ventre; la sensazione di essere pizzicata nel mio nervo vago mentre lui, ignaro, si dilettava a suonarmi come un arpeggio.

Mi ero abbandonata a quelle ipnotiche sensazioni, che andavano ad alterare via via la scenografia del mio immaginario con le loro vibrazioni.

Ma davvero potevo essere così ingenua da lasciare che tutto ciò accadesse senza averne contezza? Eppure, l'avevo sottovalutato e, con una insolita superficialità, avevo dato moto a un flusso irreversibile che intuava i miei pensieri di tutte quelle nuove ed estranee percezioni. Qual è l'attimo esatto in cui tutto ha avuto luogo?

Questi furono i pensieri che mi colsero in seguito lasciandomi totalmente sgomenta. Mi interrogavo, ipotizzavo risposte, poiché in realtà non avevo la minima idea del perché, a un certo punto, non ci fosse giorno in cui non mi avventurassi nelle fantasticherie che la mente andava confezionando.