Chi sei?
Quegli occhi pacati, brillanti,
sereni, domandano.
Chi sei?
Chi sono?
Sono il mio nome?
Sono un ammasso di lettere
non scelto?
Un ghirigoro di cognome paterno
e nome assegnato
rubandolo ad altri?
Chi sono?
Sono il mio ruolo, la mia professione?
Sono il figlio di, il cugino di?
Sono l'idraulico, lo studente, il facchino?
Sono il disoccupato, il vicino di casa, l'amico di?
Davvero?
Chi sono?
Sono un maschio, sono una femmina?
Sono una coppia di parole non scelta?
Sono un corpo?
Un posto nello spazio?
Chi sono?
Chi sei? Quanti anni hai?
Prosegue.
Non mi aiuta.
Quanti anni ho?
L'età sbagliata di certo.
Chi sei?
Incalza.
Ma finalmente ho la risposta.
Chi sono?
Sono lo specchio che si frantuma
quando lo guardo
ed incontro un corpo non
conforme,
quando gli occhi non seguono
la linea ideale,
sono troppo maschile o troppo femminile
a seconda di chi passa lo sguardo
su di me,
sono l'amico di
o un'immagine inesistente
sulla tua retina
in base a come fa comodo,
sono il disoccupato
per farti sentire migliore,
sono il figlio di
se devi chiedermi
un favore,
sono il mio nome
per semplicità
di espressione,
sono solo categorie,
standard falliti,
è questo che vuoi sapere?
Nota: Ispirata da uno scambio di domande poco piacevole, e che mi ha fatto pensare a come e quanto sia difficile rispondere alla domanda "Chi sei?". Di solito, infatti, chi pone questa domanda lo fa aspettandosi come risposta qualcosa su cui non hai avuto alcun controllo, come il tuo nome, la tua nazionalità, la tua etnia, il venire categorizzato come maschio o femmina. Altre volte si aspetta la tua professione o di sapere come ti collochi rispetto ad altre persone che conosce (figlio di, vicino di, ecc.). In ogni caso vuole categorie, piccole scatole in cui infilarti. E queste scatole hanno spesso una connotazione diversa in base a vari fattori, come ad esempio l'età (uno studente più vecchio degli altri), o sono negative a prescindere (disoccupazione). E quando non rientri nelle scatole perfette o conformi, sei un fallimento a prescindere. Diventi l'esempio negativo, la persona che deve provare vergogna e far sentire gli altri migliori.
ŞİMDİ OKUDUĞUN
Pensieri fragili
Şiir[Raccolta di poesie] Più il tempo passa più sento che vorrei scrivere, ma non mi sento né in grado né all'altezza, come se le parole fossero state risucchiate via dalla mia anima. Questo è il mio tentativo di riprendermele. Auguratemi buona fortun...