Melonauti (Seconda parte)

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Quel giorno Marco si svegliò con un pezzo di Art Blakey in testa: gli ci vollero pochi secondi per riconoscerlo e dargli un titolo, mentre per svegliarsi gli ci volle invece qualche secondo in più. Lasciò che Moanin' continuasse a girare in loop in quella specie di jukebox intrapsichico che era diventata la sua testa e scese dal letto, cercando a tentoni le sue ciabatte.

Una volta trovate, si diresse, ancora assonnato, verso la cucina, dove comunicò alla IA di servizio l'opzione desiderata per la colazione e chiese all'assistente vocale di rinfrescargli la memoria sugli orari dell'archivio. Da un piccolo altoparlante in cucina una voce maschile gli ricordò che aveva meno di un'ora per non arrivare in ritardo. Marco sbuffò pensando al fatto che gli sarebbe toccato correre per non arrivare in ritardo e si versò una tazza di latte appena scaldato dal forno a microonde automatizzato. Il brano risuonava ancora nella sua testa.
Era stata Anong a scegliere quella canzone, la sera prima: la ragazza stava sviluppando una passione per il jazz e quella sera toccava a lei scegliere il tema, così era stato sommerso per ore fiumi di sassofoni, trombe e walking basslines. A Marco piaceva il jazz, in realtà e la scelta non gli era affatto dispiaciuta e anzi si era divertito molto la sera precedente. E poi conosceva le regole di quel loro gioco: si faceva a turno nello scegliere il genere, l'artista o il periodo della serata a tema e in base a quello si sceglieva la musica da ascoltare.
Finì quindi il suo latte rassegnandosi a fischiettare per tutto il giorno la melodia del brano.

Uscì di casa contento del fatto che le temperature fossero quantomeno lievemente meno gelide del mese precedente e che l'inverno sembrasse già cedere in anticipo il posto alla primavera. Dovette correre per non perdere il treno, ma in meno di dieci minuti si ritrovò seduto sui comodi sedili della silenziosa vettura elettrica. Mentre il paesaggio sfrecciava intorno alla rapida corsa quasi senza rumore del treno, prese il telefono e aprì la cartella dello zio. Scorse l'elenco di file finché non arrivò dove voleva, quindi fece partire il brano.
Mentre Hallogallo si faceva strada attraverso le sue orecchie, si chiese se una delle sue due amiche sospettasse quale tema avesse scelto ora che toccava a lui. Il treno si accostò senza un rumore alla piattaforma, proprio mentre la canzone terminava, e il ragazzo scese di fretta, aprendo la mappa con un tocco del pollice sullo schermo dello smartphone: meno di un quarto d'ora dopo scendeva dal monopattino e proseguiva a piedi per l'ultimo tratto, scrutando la via in cerca delle ragazze. Entrò nel piccolo e disadorno portone dell'archivio.
Sara e Anong erano vicino al distributore automatico e la prima stava riempiendo la sua tazza di quello che a Marco parve caffè macchiato. Marco non riconobbe la bionda seduta di fianco ad Anong, anche se gli parve di averla già vista. Sara si girò non appena lo vide, salutandolo.
"Oh, ciao, stavo giusto parlando del nostro progetto a Dana."disse, voltandosi verso di lui "Sai, è una ragazza slovacca in viaggio studio e fa parte di un altro gruppo di ricerca che prende parte al nostro stesso progetto e si occupa di studiare la trasformazione del formato delle reaction su YouTube negli anni '20 e mi raccontava che trova un sacco di contenuti collegati in vario modo con la musica."
"Mi occupo soprattutto dei video pubblicati durante la Pandemia e nell'immediato periodo post-pandemico. Diciamo... dal 2020 al 2024." precisò la ragazza solvacca, in un inglese fluente ma con un lievissimo accento. Marco la salutò e le sorrise con garbo distratto, mentre cercava un bicchiere biodegradabile dal dispenser per bere la cioccolata.
"Io, Anong e Marco invece ci occupiamo di una sottocultura online di appassionati archiviatori e diffusori di musica, si facevano chiamare melonauti" intervenne Sara "cercando in particolare di ricostruire la storia della comunità torinese."
Marco annuì, mentre finalmente prese un bicchiere. "A dire il vero, speriamo soprattutto che il Professor Pautasso ci dia qualche ulteriore indicazione..." disse in inglese rivolto alla bionda, mentre pigiava distrattamente il tasto della macchinetta.
"Sai, è il nostro tutor,professore e studioso di Sottoculture Digitali qui a Torino e visto che non ce ne sono molti come lui, qui in Italia, direi che siamo stati fortunati a trovarlo"
"A proposito" esclamò Anong "non è questo pomeriggio che abbiamo il primo incontro con lui?".
Marco non fece in tempo a risponderle che la porta in fondo al corridoio si aprì, facendo sbucare una signora di mezz'età tinta di biondo, con occhiali spessi e naso adunco.
"Chi è che ha prenotato il turno delle 10?" strepitò "Siete voi quelli per il progetto del SAPaD?"

Naabot mo na ang dulo ng mga na-publish na parte.

⏰ Huling update: Mar 10, 2023 ⏰

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