Capitolo IV

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Quella mattina Victoria viene svegliata dal canto degli usignoli fuori dalla finestra. Per la prima volta da quando era stata rapita ha dormito in un vero letto. Tutto è illuminato dalla calda luce del sole. Si alza e comincia a guardare in giro, in cerca di qualcosa di interessante da fare. Trova pile di libri e scarabocchi, vestiti accantonati, bottiglie vuote e poi in un piccolo baule, una collezione di regiseni di pizzo. Victoria ridacchia, pensando al perché quegli indumenti si trovino in possesso di quell'uomo. In un' attimo la porta viene spalancata e il ragazzo entra portando in mano una grande bacinella in alluminio, colma d'acqua. Indossa una camicia bianca  leggera, aperta quasi fino a metà del petto, da cui si intravedono muscoli scolpiti. Qualche goccia di sudore scende sul collo, come fresca rugiada, è davvero molto sensuale. Poggia la bacinella per terra e rimane ad osservare la ragazza, che istintivamente cerca di chiudere il baule. -Ti interessa il contenuto? Di certo vorrai sapere perché abbia tutte quelle "reliquie"- dice sollevando un sopracciglio. La ragazza finge indifferenza, in realtà vuole davvero che glielo dica -Non mi importa, ma posso immaginare-. Lui sorride maliziosamente -Sono di tutte le donne che ho avuto, mi servono come promemoria, altrimenti perderei il conto- ha un'aria estremamente soddisfatta e fiera. Lei si sente quasi disturbata da quell'affermazione, ma risponde a tono -Secondo il mio modesto parere, sei tu ad indossare quella roba-. Lui le si avventa contro e con una mano la stringe forte contro il suo bacino -Attenta a quello che dici ragazzina, potrei volerti aggiungere alla lista- il suo alito caldo le solletica la pelle. Poi lui si stacca e va a sedersi vicino al letto -È l'ora del bagno. Forza sbrigati, non ho tutto il giorno-. Victoria è ancora scossa dal loro così ravvicinato contatto, ma appena riprende coscienza di sé incrocia le braccia -Non ho intenzione di lavarmi davanti a te. Se proprio devi restare, pretendo che ti giri dall'altra parte!-. Lui ridacchia e si volta. La ragazza slancia la gonna e apre i bottoni della camicia, lasciando nuda la candida pelle. Le sue forme sono poco pronunciate, ma ha un fisico perfetto, coperto fino al seno da boccoli castani e folti. Entra nella bacinella d'acqua abbastanza calda, e trova per terra una piccola saponetta profumata. Il ragazzo si volta e lei cerca di coprirsi con le braccia -Stai tranquilla, in quello che vedo non c'è nulla che mi interessi-. Victoria si sente delusa dalle sue parole, ma non può mostrarsi debole -Molto bene, per me è lo stesso. Ma dimmi, dovrei credere a qualcuno di cui non conosco nemmeno il nome?-. Lui sospira e si siede sul letto -Che importanza può avere un nome? In fondo non sono tenuto a risponderti, tu sei la mia prigioniera- calca sull'ultima parola. Lei abbassa gli occhi -Per me ha importanza. Devo...devo uscire. Girati-. Lui ridendo si gira nuovamente, e lei si alza in piedi tirando velocemente a sé il lenzuolo. Si avvolge interamente e strizza i capelli. È davvero bellissima tutta bagnata, e il lunzuolo umido lascia intravedere le sue forme perfette. Il giovane guarda con la coda dell'occhio e rimane impietrito davanti a quello spettacolo. Victoria si avvicina al letto e prende i vestiti da indossare -Non provare a sbirciare-. Dopo che si è rivestita pettina i capelli con le mani -E quindi da quando ti piace indossare abiti da donna?- lo provoca. Lui la guarda stranito -È una provocazione questa? Ho l'impressione che tu stia cercando di farmi arrabbiare- si avvicina a lei -Potrei chiamare il mio amico Tom per farti insegnare un pò di rispetto- ancora più vicino al suo volto -O potrei farlo io stesso-. Un respiro le si blocca in gola. Lui è a pochi centimetri dal suo viso, sta per unire le loro labbra. Victoria chiude gli occhi e si avvicina. Il ragazzo si tira indietro -Credevi che volessi baciarti? Hahahah sei come tutte le altre, non riesci a resistermi- poi si volta e si avvia alla porta. Lei si sente una stupida, ma perché lo ha fatto?! Perché baciare il suo rapitore?! Un senso di umiliazione e vergogna la pervade. Cerca di salvare il salvabile, e di non apparire una perfetta stupida -Baciarti? La mia intenzione era quella di provocarti, e ci sono perfettamente riuscita. Ora se permetti vorrei riposare- fa un falso sorrisetto e ricomincia a pettinarsi. Lui non sa cosa dire, forse in cuor suo sperava che lei avesse provato a baciarlo. Apre la porta ed esce -Ah, dimenticavo, puoi chiamarmi Drew, Drew Black- poi sbatte la porta e si allontana. Victoria sospira, ogni giorno si sente più incatenata a quel luogo di quanto non lo sia al resto del mondo.

L'ultimo bacioWhere stories live. Discover now