Mio dolcissimo Scoiattolino

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Mio dolcissimo Scoiattolino,
Ricordi? Io avevo dei grandi occhiali e tutti mi chiamavano quattr'occhi, io mi offendevo terribilmente e mi rifugiavo sotto il grande salice nel giardino dell'asilo. Me ne stavo lì ad ascoltare il vento sibilare tra i rami. Accadde così anche quel giorno. Corsi in lasciarne verso il mio albero e ti trovai rannicchiato accanto al tronco nodoso.

"Tutti mi prendono in giro perché ho il viso 'come uno scoiattolo'" mi dicesti, e intanto dei grandi lacrimoni ti scendevano giù per le guance paffute.

Fu l'inizio di una bellissima amicizia. Per le suore eravamo due monellacci ed era bellissimo finire in castigo insieme. Eravamo una coppia indistruttibile, abbiamo preso contemporaneamente persino le malattie infettive.

Il pomeriggio, subito dopo l'asilo guardavamo i cartoni animati, facevamo merenda e giocavamo ai "grandi".

Poi è successo qualcosa, senza che ce ne rendessimo conto. Forse perché io ero un maschio e tu pure. Eppure quando ti stavo vicino mi sentivo le guance bruciare, le mani iniziavano a sudare e il cuore batteva forte come quello di un canarino.

Finché un giorno... eravamo nella tua cameretta e tu mi hai messo una mano sulla guancia: "A me piaci così come sei" hai balbettato. Il mio piccolo muscolo cardiaco stava per scappare fuori dal mio corpicino... Scappa via senza dirti una parola, arrivato a casa mi precipitai in bagno, ma ormai era troppo tardi.
L'emozione era stata incredibilmente forte... insomma, me l'ero fatta adesso.

Da allora venivo preso dal terrore ogni volta che mi capitavi attorno.
Era imbarazzante non riuscire a nascondere il rossore e l'affanno.
L'amore era una faccenda da grandi, e a noi tutte quelle moine tra innamorati sembravano ridicole.
Passavamo le ore spiando tua sorella e il suo ragazzo dal buco della serratura; "io quelle cose non le farò mai" giuravo solennemente.

Eppure ci amavamo, a modo nostro, ma ci amavamo. A noi bastava costruire una pista nella sabbia e giocare a biglie fino al tramonto per essere felici; sgattaiolare in cucina e rubare frollini al burro, quella era la nostra più segreta perversione.

Eravamo speciali: due boccioli nati su un tenero ramoscello, destinati a vivere e morire insieme, alimentati dalla stessa linfa... bastava poco perché le nostre corolle si schiudessero, lasciando accarezzare i loro petali vellutati dai raggi del sole e dalle gocce di rugiada, ma un alito di vento ha reciso quel ramo. Si è spezzato senza far rumore, la natura dormiva e nessuno se n'è accorto... nessuno tranne il mio cuore.

Te ne sei andato all'improvviso. Che confusione quel mattino.
C'erano tutti, insegnanti, suore, genitori. Ti cercavo per le aule:
"Dov'è Han Jisung?" Chiesi a un insegnante. Lei mi accarezzò i capelli, sorrise:
"Han non c'è più, è morto."

Ti ho odiato. Avevamo fatto un patto: insieme per sempre, nessuno ci avrebbe mai separati...

Il cancro ti ha portato via. Pensavo fosse una delle solite malattie, ero sicuro che me l'avessi attaccata pure a me come era capitato con il morbillo e che sarei morto anch'io. Ma i giorni passavano e io vivevo.

Non versai una lacrima al tuo funerale. Tutti gli altri piangevano, persino l'insegnante che ci metteva sempre in castigo. Non riuscivo a capire perché le lacrime facessero così fatica ad annegarmi gli occhi.

Non è necessario che una persona viva a lungo perché lasci un segno indelebile nel cuore di chi la ama.

Ieri abbiamo traslocato nella nuova casa, in fondo dall'armadio ho trovato una scatola di cartoline. L'ho aperta... le biglie, una blu e una rossa.
Le ho prese e le ho sotterrato solo il grande salice. Per sempre.

Il tuo quattr'occhi.

Posò la lettera nella tomba e se ne andò.

indelible - MinSung - OS Where stories live. Discover now