il problema è lo stesso, non sono niente per te

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marina

wellaaa

wee

se tipo uscissimo, ti vorrei
conoscere meglio
sembri strasimpatica

aaa grazie
bo dimmi te quando

per me anche subito

ah okok allora mi preparo e
esco, dove ci si trova?

ti vabene al bar dove lavori tu?

vai, d'accordo

ti aspetto lì

arrivo arrivo

sono le tre di pomeriggio e non ho assolutamente fatto nulla da quando sono tornata da lavoro. mi alzo dal letto con la velocità di flash, mi vesto e esco di casa, assicurandomi prima che ari sappia dove sto andando.

"we" le urlo da fuori la stanza mentre busso
"apri" spalanco la porta e la trovo sul letto a guardare il telefono
"vado a fare un giro con Marina"
"chi è?"
"un' amica"
"perfetto e me lo dovevi dire per forza"
"se non ti interessava non chiedevi chi era"
"senti sono curiosa"
"vabbè, vado che sono in ritardo. ciao"
"ciao"

corro al bar, sapendo di essere in ritardo. la trovo di schiena a me, davanti al bar, chiuso, mentre guarda il telefono. le scuoto una spalla per farle sentire la mia presenza. si gira di scatto e le spunta un super sorriso sul volto


"ei ciaooo" dice con un entusiasmo alle stelle
"ciao, come va?" chiedo sentendomi leggermente in imbarazzo
"bene bene, tu?"
"bene" "allora, pensavo che visto che non sei di qui, ti potrei portare in alcuni posticini che amo di Roma"
"ci sta"

si cammina, parlando, per circa un quarto d'ora, anche se non sembra. per arrivare in un giardinetto con alcune panchine e fiori molto curati.

"che bello qui" dico girandomi in torno, nel cercare di non perdere nessun dettaglio di quel magnifico giardino
"io lo amo, sono letteralmente sempre qua"
"e che fai quando sei qui?"
"ecco, vedi quella panchina laggiù?" dice indicando una panchina color verde acqua, alle mie spalle "sembra una normalissima panchina, e invece no eheh. è un poco più grande del solito, io mi sdraio sempre la sopra e mi godo la musica con le cuffie, certe volte mi addormento, però vabbè ahah"
"che bello" "comunque tu mi dai un sacco di vibes ti giuro" le dico con una risatina nervosa
"aaa" letteralmente. "vieni qua"

mi prende il braccio e mi trascina fino alla vietta accanto, con un muro pieno di scritte, poi tira fuori dalla sua borsa di pelle nera, abbinata con i pantaloni del medesimo materiale, un pennarello uniposca nero e me lo porge

"scrivi qualcosa dai"
"non so che scrivere"
"bo un pezzo di qualche canzone o una frase che ti piace"
"uuu aspetta"

stappo il pennarello che avevo tra le mani e appoggio la mina sul muro in un punto dove si vedeva ancora il giallo della vernice, poi scrivo

'Il problema è lo stesso non sono niente per te
Posso guardarti anche per un anno e non vorresti me'

"che bella frase, da dove viene?" chiede una volta avuto il tempo di leggere
"no nulla, è una frase mia"
"a chi è riferita?"
"nessuno"
"daii, sono curiosa"
"no, sono seria, a nessuno"
"mhh non mi sembri molto sicura"
"sicurissima"
"mhmh vabene"

insegnami ad amare// ARIETE  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora