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-Continuate a camminare, tenete il passo.
Mi giro cercando disperatamente il volto di qualcuno di loro. Intorno a me una calca di ragazzi spaventati, confusi, disorientati. Ma nessuno ha le sembianze di Taehyung. O di Jeremy, Koa o gli altri. Non ho idea di dove siano, di dove stiamo andando, come siamo finiti in questa situazione e chi ci sta a capo.
Un attimo prima stavamo andando tutti al college, prendendo il solito treno alla solita ora. Eravamo impegnati a pianificare la serata che avremmo passato insieme a casa mia quando il treno si è fermato di colpo. Le luci si sono spente ed è diventato tutto buio. In pieno giorno. Una voce metallica e priva di ogni emozione si è annunciata dagli altoparlanti: Avviso ai passeggeri. Siamo lieti di comunicarvi che siete stati scelti per entrare a far parte del team N.O.R.A.
Basta. Tutto qui. Le luci si riaccendono, il giorno torna ad essere giorno.
-Cosa? - chiede Haru guardando verso gli altoparlanti socchiudendo gli occhi, come chi non è sicuro di aver sentito bene.
Ma non è l'unico. Nessuno di noi ha capito. Cosa è la N.O.R.A.? Come siamo stati scelti se nessuno di noi ha fatto domanda per partecipare?
-Ma è inerente al college? -chiede un ragazzo alle spalle di Taehyung.
-Ci avrebbero avvisati... - sussurra qualcuno, ma nemmeno lui ne è tanto sicuro.
Intanto il treno continua a sfrecciare, fuori una massa indistinta di colori che rende impossibile capire dove stiamo andando. Ma qualcosa mi dice che non è il college.
- Yuri... - mi sussurra Taehyung, guardandomi con apprensione.
Gli è sempre bastato poco per capirmi, non c'è bisogno che io esprima a parole la sensazione di disagio, dell'avere un brutto presentimento al riguardo.
Con movimenti lenti, come se la mano appartenesse a qualcun'altro e non a me, come se io guardassi da lontano, estranea al mio stesso corpo, prendo il telefono in mano per guardare sullo schermo quello che già mi aspetto di vedere: nessun segnale.
E non solo l'unica a notarlo.
Intorno a me inizia a diffondersi il panico, guardo i miei amici così confusi e preoccupati, a porsi domande senza risposta.
Poi di colpo il treno si ferma, le porte si aprono.
Davanti ad ognuna di essa ci attendono due guardie, alte, composte, vestite di nero, con un casco nero e fucili in mano tenuti a riposo.
-Scendete dal treno. Veloci. -comanda una di loro, senza scomporsi.
Nessuno di noi scende. Nessuno di noi si muove. Ci limitiamo a stare lì, immobili, a fissarle.
Una guardia si muove così in fretta che mi ci vuole un momento per rendermi conto di quello che sta facendo. Un momento prima è lì ferma, l'attimo dopo ci sta puntando il fucile addosso.
-Scendete dal treno. Veloci. -ripete il comando scandendo bene le parole, assicurandosi che l'ordine arrivi chiaro a tutti.
-Prima dovete dirci dove siamo e perché ci state puntando dei fucili addosso. - dice un ragazzo bruno a poca distanza da noi, lo sguardo fiero e il mento in avanti, lo sguardo di chi non esegue senza prima capire il perché.
È un attimo. Un colpo secco, rapido. Tempo di chiudere gli occhi per il rumore forte ed il ragazzo è per terra, intorno a lui la gente che si sposta, facendo largo ad una pozzanghera di sangue che si estende a macchia d'olio.
-Teniamoci compatti. -fa in tempo a dire Riven prima che si scateni il caos più totale e veniamo spinti da tutte le parti.
Le guardie urlano qualcosa ma nel treno regna il caos ed il terrore puro. Si sentono altri spari, altre urla, altri corpi che cadono. Poi regna il silenzio.
Lo posso sentire, quel silenzio. È il silenzio della paura. È il silenzio che ti separa dalla morte. Vorrei allungare le mani e prendere quelle dei miei amici ma non oso schiodarmi dalla posizione in cui sto.
-Adesso siete pregati di scendere dal treno.
E noi scendiamo, muti, impauriti, confusi. Tutti insieme. Le guardie si mischiano tra noi, incitandoci ad avanzare. Li perdo di vista in un attimo; Axel, Taehyung che stava al mio fianco, Skyler, tutti e sette. I miei amici. Continuo a camminare, cercandoli con lo sguardo, notando di sfuggita l'enorme complesso architettonico che abbiamo davanti, con la scritta N.O.R.A. a caratteri cubitali in alto, un fucile che mi spinge da dietro obbligandomi ad avanzare.

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