Parte I

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"Al villaggio di Babbo Natale! Ci stiamo andando proprio adesso!"

La vocina di una bimba di sei anni risuonò per tutto il salotto di casa Tomlinson, mentre Louis era intento a recuperare le ultime cose che servivano: la sciarpa della bambina, la propria, le chiavi di casa e quelle della macchina. Solo una cosa ancora non trovava...

"Soph, hai ancora tu il mio cellulare?!"

Urlò dalla cucina mentre, con le mani che tastavano ogni tasca possibile ed immaginabile, cercava il telefono.

"Sto parlando con zia Lottie!"

La voce acuta questa volta lo raggiunse dall'altra stanza e finalmente poté concludere quella ricerca infinita, raggiungendola subito in salone con la propria giacca già indossata. "Adesso è pronto, finalmente. Sono pronta da due ore e lui era ancora in pigiama." Probabilmente a quel punto Lottie si era unita alla lamentela, perché la bambina cominciò a ridere silenziosamente con una mano sulla bocca.

"La finite voi due?! Dobbiamo andare o il villaggio di Babbo Natale chiude." Mentì lui sbrigativo, poi infilò tutto in tasca, senza dimenticare la sciarpa intorno al collo della piccola prima di dirigersi verso la porta. "Telefono." Con una mano sul pomello della porta e l'altra tesa verso la bambina che ora gli rivolgeva un'occhiata scocciata.

"Ti passo papà." Disse, facendo seguire uno sbuffo. Da quando si era fatta così grande quella bambina? Louis la guardò con infinita dolcezza mentre gli porse il cellulare prima di proseguire nel viale e avviarsi alla macchina. "Sorellina. Tutto bene?" Rispose lui sorridente, con l'altra mano adesso a chiudere la porta d'ingresso e poi ad aprire con un click la macchina.

"Finalmente l'hai portata a questo Villaggio! Temevo di dovercela portare di nuovo io a breve." La sua non era una vera lamentela, non le sarebbe mai pesato il tempo passato insieme alla sua prima nipote, ma era più una preoccupazione velata. Era stato un periodo duro per Louis a lavoro con la radio: le nuove assunzioni e il passaggio di studio di registrazione, nonché le nuove responsabilità derivate da tutto quello. Sophie aveva passato del tempo di qualità quasi solo con sua zia, che la portava in giro ovunque volesse, soprattutto in quel periodo natalizio in cui  aveva bisogno di vicinanza e calore. Era una tappa importante per qualsiasi bambino, una fase che una volta passata non tornava più e quella di Sophie chiedeva di essere vissuta al massimo.

"Nick è riuscito a darmi alcuni cambi, grazie al cielo, sia benedetto quell'uomo." Sedette in auto solo quando sul posto di dietro sua figlia si ebbe ben allacciata la cintura di sicurezza, seduta sul seggiolino apposito. "Ma lunedì ci sei, giusto? Il prossimo. Registriamo le giornate delle feste, in modo da portarci avanti e non essere lì il ventiquattro e venticinque." Con la retromarcia inserita, cominciò ad indietreggiare. Una mano al volante e l'altra al telefono, mentre con gli occhi controllava il proprio specchietto laterale.

"Stai attento al gatto della signora Lauracee." Avvisò Sophie, già reduce da un mezzo trauma di qualche giorno prima, quando suo padre aveva dovuto frenare di botto perché il gatto nero aveva deciso di lanciarsi in quel momento davanti alla macchina. Sophie aveva urlato, cominciando a piangere e Louis aveva suonato il clacson sperando di farlo fuggire. Aveva funzionato e chissà per quale forza divina non lo aveva tirato sotto.

"Sì, ci sono. Vengono anche Daisy e Phoebe, una serata tra donne Tomlinson." Lottie da un orecchio e le preoccupazioni di Sophie dall'altro, non facevano concentrare proprio al massimo Louis, che ci mise più tempo del solito ad uscire dal proprio viale. "Ma resteremo a casa, niente villaggio di Babbo Natale!"

"No basta, ti proibisco di portarcela." La bambina aveva già proteso le orecchie, stando super attenta alle parole che sarebbero seguite. Niente di felice, comunque. "Andiamo oggi e fine."

Snow on the beach || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora