Sotto le stelle

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Era una sera di acerba estate, la tiepida brezza soffiava nell'aria e sulla terrazza panoramica, affacciata sui tetti trasteverini, si respirava un'atmosfera di festa. Jey si trovava lì per una fortuita coincidenza cosmica, invitato da sua ex collega universitaria, Justina. Non era entusiasta della piaga che avesse preso la sua vita, sentiva di non essere fatto per quel lavoro, era pigro, ritardatario e pasticcione: tutto l'opposto di quello che dovrebbe essere un avvocato. Il suo sogno era sempre stato quello di fare lo scrittore, al contempo affascinato dal mondo creativo in generale.

Anche io mi trovavo alla festa, un vortice di emozioni e ricordi turbolenti danzava dentro di me mentre quel legame ormai declinato mi stringeva la mano destra. Quando il mio sguardo incrociò quello di Jey, fu come se il tempo si fermasse e lo spazio intorno a noi si trasformasse in un'atmosfera sospesa. Il frastuono della festa svanì, sostituito da un silenzio che consentiva alle nostre anime di percepire ciò che il destino stava sussurrando.

Non riuscivo a smettere di appoggiare gli occhi su di lui, così come Jey non riusciva a evitarlo: passammo la sera a ispezionarci, ma segretamente, senza incrociare mai più i nostri sguardi. Come se una forza invisibile ci stesse direzionando, l'uno verso l'altra. Non riuscivamo a capire il perché di quell'attrazione curiosa, indefinita e senza identità: era come se le nostre anime si fossero riconosciute in quell'istante e si fossero dette: "Ecco, finalmente ti ho trovato".

La serata trascorse tra risate, chiacchiere e compilation anni '90, ma i nostri sguardi continuavano a sfiorarsi senza mai toccarsi, come a investigare su un enigma che certamente solo noi potevamo risolvere.

Alla fine della serata, quando gli invitati si accinsero ai saluti, ci avvicinammo un passetto dopo l'altro. Chissà, che il destino ci avesse messi lì, in quell'istante, per un qualche motivo?
Allora ci guardammo negli occhi, senza parole, ma intuendo perfettamente ciò che l'altro stava pensando. Un riverbero di un'antica melodia, come se in quel momento avessimo ritrovato qualcosa di appartenuto. E così, in quell'istante surreale, Jey e io ci baciammo sotto le stelle...

Forbidden ParadiseWhere stories live. Discover now