Tentai con tutte le forze di non guardarla, ma mi ritrovai a cedere dopo pochi minuti, girando leggermente il volto per incontrare i suoi caldi occhi marroni. Si incatenarono ai miei, non smettendo di scrutarmi, e mi sentii privata dei miei segreti più oscuri. Il suo sguardo era capace di creare un vuoto all'interno del mio stomaco, rendendomi indubbiamente fragile.

Come potevo avere il coraggio di guardarla dopo i risultati che avevo ottenuto dai diversi questionari? Avrei tanto voluto andare da lei, dirle che si sbagliava, che nonostante tutto io non sarei mai stata come lei, però cominciavo a dubitare delle certezze che avevo. Ogni volta che mi convincevo di aver ragione succedeva qualcosa che faceva crollare le varie spiegazioni che avevo fornito. Mi sembrava di percorrere un corridoio infinito, potevo fare numerosi passi in avanti ma non sarei mai riuscita a raggiungere la fine.

Sentii l'agitazione tentennare nel mio corpo non appena cominciò a camminare nella mia direzione, tenendo i nostri sguardi incollati, provandomi del respiro per un breve momento.

«Ma guarda un po' chi si vede.» La sua voce roca, ancora profonda a causa del risveglio mattutino riuscì a scuotermi come se fossi una lattina vuota, facendomi rendere conto di quanto fossi effettivamente debole.
«Topaz.» Affermò sbrigativa Veronica, cercando di rimanere seria nonostante un sorriso minacciasse di aprirsi sul suo volto.
«Lodge.» Ribatté con serietà. Rimasero a guardarsi per qualche secondo prima di scoppiare in una fragorosa risata e stringersi fortemente l'un l'altra.

Sentii una fitta al petto, non riuscendo a dare alcuna definizione al fenomeno. Era incredibilmente vicina a me. Le ciocche rosa le ricadevano davanti alle spalle, giungendo al di sotto del seno in maniera confusionaria. Il volto leggermente assonnato era scavato dalle occhiaie, ancora evidenti nonostante avesse provato a nasconderle con il make up. Le labbra erano decorate con un delicato lucida labbra che rendeva la sua bocca ancora più invitante del solito. Indossava dei jeans neri che riportavano degli strappi sulle cosce. Il top bianco le lasciava scoperto gran parte dell'addome, facendo risaltare il piercing brillantinoso che aveva sull'ombelico. Il seno prosperoso era messo in buona vista, facendomi sobbalzare brevemente.

Ripensai al questionario che avevo svolto la sera precedente, lasciando che le domande si ripetessero nella mia mente, confondendomi ulteriormente

«Hai mai trovato attraente una donna?»

Avevo fornito una risposta negativa, ma ora che lei era lì...davanti ai miei occhi,  potevo dire lo stesso?

Serrai duramente le palpebre, cercando di eliminare quelle domande dall'interno della mia mente, ritrovandomi ancora una volta a posare gli occhi su di lei. Perché non riuscivo ad attuare un controllo sulle mie azioni quando le ero vicino? Perché aveva la prerogativa di scombussolarmi in quel modo?

«Cheryl sei ancora tra noi?» La voce di Betty mi fece rinsavire violentemente. Girai il capo, lasciando rispecchiare i miei occhi confusi mei suoi, cercando di comprendere dove volesse andare a parare.
«Mh?» Bofonchiai, invitandola a proseguire la spiegazione.
«Ti sei incantata.» Puntualizzò, facendo irrigidire i nervi del mio corpo. Percepii le guance andare a fuoco, lasciando che la situazione peggiorasse non appena mi accorsi, con la coda dell'occhio, che Toni mi stava guardando con un sorriso beffardo stampato sul volto.

Quell'azione ebbe il potere di imbambolarmi, agitandomi eccessivamente non appena vidi le sue labbra separarsi, pronte a pronunciare qualcosa che mi avrebbe sicuramente messo nei casini.

«Cheryl!» Sbiancai non appena la voce di Marcus giunse alle mie orecchie. Dovevo scappare, correre lontano, cercare un nascondiglio, ma il terrore si era insidiato talmente nel profondo che non ebbi la capacità di compiere nemmeno una misera azione.
«Ehi piccola.» Sussurrò quando finalmente mi raggiunse, circondando il mio collo con un braccio prima di chinarsi per lasciarmi un casto bacio sulla guancia. Un espressione di disgusto prese il sopravvento su di me. Non riuscivo a dimenticare il modo in cui aveva cercato di sopraffarmi solo qualche ora prima, lasciando che una forte sensazione di nausea aleggiasse su di me.

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