Prologo

154 7 2
                                    

«Le truppe di Mantis non si muovono» dichiarò il capo delle spie, ritto di fronte al suo Re in armatura leggera e logora

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

«Le truppe di Mantis non si muovono» dichiarò il capo delle spie, ritto di fronte al suo Re in armatura leggera e logora. Non era passato dalla propria tenda per darsi una rinfrescata o riposare. Aveva gli occhi cerchiati di nero per via delle occhiaie e dello strato di pigmento dell'insonne: un impasto di terra ed erbe che impediva di chiudere gli occhi e addormentarsi. Era una creazione di Prasha che anche le spie di Leptys avevano scelto di adottare per riuscire a stare sveglie.

«Che intenzioni hanno?» chiese il re, gettando uno sguardo a suo figlio, che gli stava accanto.

Ektor aveva un'espressione imperscrutabile, si limitava a guardare fisso la spia, visibilmente a disagio di fronte al suo sguardo di ghiaccio. «A questo punto avrebbero già dovuto allertare le truppe. Siamo a due giorni di cammino dal loro fronte e non abbiamo fatto mistero delle nostre intenzioni» rifletté il principe, «che abbiano deciso di arrendersi senza combattere?»

«I loro stendardi sono ancora disposti in piena vista e all'interno c'è fermento, ma non sembra si stiano preparando a difendersi, vostra altezza» aggiunse la spia, rispondendo alla domanda di Ektor.

«È come se non sentissero la necessità di difendersi... sono così stolti da sottovalutare in questo modo un attacco di Leptys?» la voce di suo padre era roca e irosa, e il pugno sul tavolo con cui coronò le proprie parole fece tremare i boccali di vino e i pezzi della scacchiera della guerra sulla mappa che dell'intera penisola di Myra. Il centro della cartina era evidenziato dalle pedine che indicavano le migliaia di uomini radunate sul territorio di Mantis. A est c'erano loro, spalleggiati da un magro contingente di Epiroth a nord-ovest, a sud di Mantis l'enorme esercito di Antaka. Leptys e Antaka si erano alleate per stringere il vasto territorio di Mantis in una morsa, ma la regione stava lottando strenuamente contro l'azione punitiva delle due potenze. Avevano sempre attaccato per primi, andando incontro ai nemici, per questo ora era strano che assistessero inerti all'avanzata dell'esercito di Leptys. Impossibile che fossero pronti alla resa, non dopo aver combattuto così strenuamente per mantenere la propria indipendenza e quella della vicina Gorisha, ora ribattezzata Nova Mantis. Il territorio era stato annesso da Mantis senza ragione alcuna, se non per la sete espansionistica della famiglia reggente. Era stato quel gesto che aveva dato inizio alla guerra tra Leptys e Mantis.

No, era impossibile che Mantis fosse pronta a rinunciare alla propria indipendenza, non dopo aver perso così tante vite su entrambi i confini, a nord e a sud.

«Padre.»

Il re aveva continuato a sbraitare, così pronto all'irascibilità, ma si zittì immediatamente al tono urgente del figlio Ektor. Il ragazzo aveva provato il suo valore come comandante e come stratega, perciò il re Kassin aveva cominciato a rispettarlo e a considerarlo sotto la nuova luce del futuro erede quale sarebbe stato. «Hanno in mente qualcosa» considerò il giovane principe, avvicinandosi alla cartina di Myra per cercare di capire cosa gli stesse sfuggendo. Cosa avrebbe fatto al loro posto?

ArcanaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora