- Verrà anche Sirius in stazione stamattina? - Domandò con disinteresse a sua madre, mentre riempiva il bollitore per il tè. 

- Sì, ci tiene molto ad accompagnarti. - Rispose Hazel, che intanto si era messa a tostare alcune fette di pane in cassetta. - Ti prego, almeno oggi, cerca di comportarti bene. - 

Janus mugugnò scontento, gli occhi sul bollitore e una tazza in mano, e poi sbuffò. - Ma che viene a fare? Ci guarderanno tutti! - Sbottò. 

- E tu lasciali guardare. Prima o poi si stancheranno. - Ribatté Hazel. 

- Il problema è che lui ha le manie di protagonismo, adora sentirsi coinvolto. - Obiettò Janus, infastidito. - Non si stancheranno mai se lui continuerà a dagli ciò che vogliono. -

Detestava tutte quelle attenzioni, ma almeno durante l’estate era riuscito a evitarle. Sirius, invece, sembrava sempre a proprio agio davanti a tutti quegli occhi: se ne fregava degli sguardi indiscreti che si beccava a Diagon Alley e aveva perfino rilasciato qualche intervista. 

Poi c’era Hazel, che come Janus aveva deciso di tenersi ben lontana dai luoghi di aggregazione della società dei maghi, imbarazzata per quel che dicevano su di lei. 

- Magari rispondere alle loro domande e farsi vedere in giro normalizzerà la cosa. - Cercò di convincerlo Hazel, sedendosi davanti al ragazzo. - Andrà bene, vedrai. - 

Janus sospirò, stringendo la tazza bollente tra le mani. - L’unica cosa che mi consola è che da domani in poi potrò stargli lontano per tre mesi. - Borbottò, beccandosi un’occhiataccia. - Che c’è? Mica deve starmi simpatico per forza. - 

- Potresti almeno provarci però. - Ribatté Hazel. 

- Anche se ne avessi voglia non saprei da dove cominciare dato che non abbiamo niente in comune. E meno male, aggiungerei. Se fossi come lui probabilmente mi ucciderei. - 

Hazel lo guardò di nuovo malissimo, poi abbassò lo sguardo sulla sua fetta di pane tostato, iniziando a spalmarci sopra con cura un po’ di marmellata. - In realtà qualcosa in comune ce l’avete. - Rispose con nonchalance. - Lo sai che gli piacciono i musical? - 

- Avrà guardato Grease una volta nel 1978. - Rispose Janus.  

- Be’ vi piace la musica babbana in generale. - Buttò lì Hazel, in un palese tentativo di arrampicarsi sugli specchi. - E anche i film, gli piaceva… guardarli. - 

Janus alzò gli occhi al cielo. - Gli piaceva guardarli, un vero intenditore… mamma, davvero, come hai fatto a innamorarti di lui? È stupido, un superficiale! - 

- Il fatto che lui non sia una persona che ti sbatte in faccia quante cose sa, come tra l’altro fa Percy, non vuol dire che sia uno stupido superficiale. - Protestò Hazel. - Lui è divertente, spontaneo, intelligente, ha un grande spirito di adattamento, è molto avventuroso… e poi è leale, molto leale. Ricorda sempre le date importanti; con lui puoi star sicuro: non dimenticherà nemmeno un compleanno, nemmeno la più stupida ricorrenza. È un ottimo amico, il migliore che io abbia mai avuto, e mi faceva sentire come se tutto fosse stato possibile. Per questo mi sono innamorata di lui tempo fa. - 

Janus non disse niente, ma continuò a osservare sua madre con interesse. Poi il campanello suonò e si lasciò sfuggire un sospiro sconsolato. 

- Dev’essere lui. - Disse Hazel prima di alzarsi per andare ad aprire. - Mi raccomando, sii gentile. Non ti deve piacere per forza, ma devi rispettarlo. - 

Il giovane non rispose, ma si portò la tazza alla bocca e attese di veder tornare sua madre insieme a suo padre, cosa che accadde giusto qualche secondo dopo. 

Lascia che ti racconti la storia | Sirius BlackWhere stories live. Discover now