La magia del Natale

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Giovanna ripose il regalo nella valigia oramai pronta, lo sistemò in modo che non si rovinasse il bel fiocco rosso che faceva tanto natalizio. Non poteva credere a quanto fosse stata fortunata a trovare la sfera di vetro che conteneva una ballerina vestita con un tutù azzurro in quel negozietto d'antiquariato. Era rimasta incantata quando l'anziano proprietario aveva girato la piccola chiave alla base della sfera e la ballerina aveva cominciato a danzare sotto la neve sulle note della "Fata confetto" di Tchaikovsky. Pensandoci, se l'anziano signore avesse indossato il tradizionale abito rosso, qualcuno avrebbe potuto scambiarlo per Babbo Natale e, quando egli le disse che la sfera aveva in sé la magia del Natale, Giovanna aveva pensato che, nonostante ormai da tempo non credesse più alle favole, avrebbe comprato in ogni caso quel delizioso oggetto per regalarlo ad Antonella. 
Era felice di passare la vigilia e il Natale nella baita di montagna con sua sorella, gemella per l'esattezza; lo aveva interpretato come un modo per appianare le loro divergenze. 

Antonella girava per casa per assicurarsi che tutto fosse pronto: la tavola apparecchiata a tema natalizio, l'albero che con le lucine colorate e intermittenti donava quell'atmosfera festosa. 
Sì, era stata proprio brava; sarebbe stato un Natale proprio speciale il suo, fece un sorrisetto soddisfatto pensando alla bottiglia di vino che teneva in fresco e che avrebbe offerto alla sorella in segno di pace... la sua pace, per essere precisi.

Giovanna aveva percorso con cautela la strada innevata che portava alla baita e oltretutto stava ricominciando a nevicare: sarebbero rimaste sicuramente bloccate lassù in montagna. Poco male, pensò, avrebbero avuto più tempo da passare insieme. 
Da lì a poco, giunse a bussare alla porta e quando sua sorella le aprì, le sembrò di guardarsi allo specchio. La salutò timidamente, in fondo erano due anni che non si vedevano.

Antonella osservò Giovanna e un senso di irritazione la catturò. Odiava constatare che avessero la stessa voce; come poteva lei essere così perfetta e la sua gemella così insignificante? Convenne che l'esistenza della gemella sviliva la sua; lei era unica e doveva essere così, definitivamente e a partire da quella stessa sera.
Sua sorella le stava dicendo qualcosa, ma era troppo presa dai suoi pensieri per ascoltarla e, quando vide il suo sguardo d'attesa, rispose automaticamente che anche lei era contenta di rivederla e la fece accomodare.
Quando Giovanna entrò fu colta da una grande emozione ricordando il periodo delle feste che aveva trascorso lì da bambina e fu presa dall'euforia tanto che non volle aspettare la mezzanotte come da tradizione, doveva dare subito il suo regalo alla sorella. 
Aprì la valigia sotto il suo sguardo impassibile. 
«Antonella, questo è per te.»
La donna guardò il pacchetto e lo prese titubante.
«Grazie,» lo posò  sul tavolo, «ma prima di aprirlo che ne dici di aprire una bottiglia di vino per festeggiare la nostra riconciliazione?» 
«Sì. È un'ottima idea».
Antonella andò in cucina. Trattenne il respiro per un attimo, improvvisamente era stata presa da un'agitazione che non aveva senso; "non è che cambi idea solo perché ti ha fatto uno stupido regalo?", si  rimproverò. Stizzita, prese due bicchieri e il vino.
«Eccomi qui,» posò i bicchieri sul tavolo, «che sciocca! Ho dimenticato il cavatappi, potresti andarlo a prendere tu, per favore?, mentre comincio a scartare il tuo regalo.» 
«Vado, ma aspetta a scartare il regalo.» 
Antonella prese dalla tasca una pilloletta che mise nel bicchiere e ne impedì la visuale mettendovi davanti la bottiglia. 
Giovanna tornò con il cavatappi, la sorella stappò la bottiglia di vino e ne versò il contenuto, poi le porse il bicchiere. 
Antonella guardava Giovanna e cercava di celare la sua ansia che stava diventando ingestibile. 
«Facciamo un brindisi.»
«Prima però apri il regalo.» 
Antonella si dovette arrendere: Giovanna non avrebbe bevuto fino a quando non l'avesse vista aprire quel maledetto pacchetto.
Dunque prima l'avrebbe fatto prima si sarebbe liberata di lei in ogni senso. Posò il bicchiere sul tavolo e Giovanna la imitò. 
Antonella guardò affascinata la sfera di vetro e la musica della "Fata confetto" riempì la stanza. "Bel sottofondo musicale per finire", pensò; sollevò il bicchiere dal tavolo e così fece la sorella. 
«Ad un nuovo inizio!» Bevve tutto in un sorso. 
Aspettò e... aspettò, ma perché era lei a sentirsi mancare e non sua sorella?? Poi la vide sorridere e notò il suo sorriso compiaciuto mentre attendeva che il proprio piano si completasse. 
«Peccato sorellina,» Giovanna le sussurrò all'orecchio, mentre lei si sentiva venire meno e si era accasciata sulla poltrona: «fra qualche ora chiamerò aiuto dicendo che ti sei sentita male, purtroppo nessuno potrà soccorrerti visto che sta nevicando ed è impossibile raggiungerci. Buon Natale!». 

...

La musica del Carillon emozionò Antonella, ma che stava facendo? 
«Ferma, non bere!» Strappò il bicchiere dalle mani di Giovanna, poi al suo sguardo interrogativo rispose:«Ho sbagliato bottiglia, per due sorelle che si riconciliano ci vuole lo spumante.»
Qualche minuto dopo brindarono alla magia del Natale!

One Shot scritta per "Le cronache di Natale" sul profilo SallySpritz

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One Shot scritta per "Le cronache di Natale" sul profilo SallySpritz.

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