2 Gennaio 1942

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" Caro Diario,

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" Caro Diario,

che nome buffo, eh?, credo che prima o poi dovrò darti un nome proprio, la parola "diario" non mi è mai piaciuta, sai? Comunque sia, non so perché ho iniziato a scriverti, è stata un'idea piuttosto bizzarra per una sedicenne (quasi diciassettenne tra un mese esatto ) come me.
Da dove cominciare? Prima di tutto dovrei parlarti un po' di me e della mia famiglia, giusto?
Allora— il mio nome è Alice, ho sedici anni (come accennato prima) e vivo a Berlino con i miei genitori, mia nonna e mia sorella. Siamo una famiglia ebrea: questo dettaglio non dovrebbe esser rilevante, ma per alcuni individui lo è ed è considerato qualcosa di abominevole. Da un po' di tempo accadono cose orrende a noi ebrei, veniamo discriminati da ogni persona tedesca in questa città, ci sono state assegnate delle nuove regole e chi non le rispetta...credo che faccia una brutta fine. Non vorrei rattristarti troppo sin dal principio con questi racconti, perciò, torno al discorso della mia famiglia, presentandotela.
Mia madre si chiama Deborah, è una donna di trentanove anni, ha i capelli castano scuro e gli occhi del medesimo colore; negli ultimi tempi si è ingrassata, ma ti giuro che tre anni fa era piuttosto magra, come uno stecchino. E' una donna esigente, ma premurosa con tutti, forse questo è dato dal fatto che il suo mestiere è infermiera, o almeno, lo era, prima di esser stata licenziata dai tedeschi. Oltre questo, però, io la trovo adatta a fare la madre e la moglie, non ci fa mancare niente e spero di essere come lei un giorno.
Mio padre, invece, è tutto il contrario, è più severo e meno loquace, parla sempre di lavoro ( fa il banchiere), ma fortunatamente dedica comunque del tempo alla sua famiglia; un ultimo dettaglio -ma non meno importante degli altri- : ama alla follia mia madre. Si sono sposati all'età di vent'anni e il loro amore è ancora del tutto vivo. Mio padre ha i capelli neri, la pelle leggermente ambrata e occhi verde scuro, va almeno due volte alla settimana a fare esercizi fisici in una delle palestre del vicinato per tenersi in forma, ma da un po' di tempo a questa parte (per ovvi motivi) li svolge qui in casa, nel suo studio.
La mia sorellina si chiama Rachel e ha sei anni, è appena entrata in prima elementare e a quanto pare la scuola le piace parecchio, mamma dice che secondo lei ha preso da me, in quanto io adori studiare e leggere.
E' una bambina dai capelli e dagli occhi neri, è la più alta della sua classe, a detta sua, ed è molto timida. Non litighiamo spesso, anzi, andiamo molto d'accordo. Quando mamma mi aveva detto che sarebbe arrivata una sorellina fui la persona più felice del mondo.
La nonna (mamma di mio padre) ha settant'anni e per la sua età è ancora in forma, nonostante si fosse rotta un ginocchio circa sei anni fa, poverina!
Come tutte le nonne di questo mondo è molto dolce e affettuosa, perfino con la mamma, mentre con mio padre rimane più severa. Ah, si chiama Elsa.

Per quanto riguarda me, posso dirti che sono una ragazza alta un metro e sessantatré, calzo 37 di scarpe, ho i capelli lunghi, neri e mossi, ho gli occhi color nocciola e il naso leggermente all'insù. Per quanto riguarda le forme...devo dire che non ho una taglia abbondante di reggiseno, ma in generale, posso considerarmi una ragazza che ha le forme al punto giusto.

Probabilmente t'ho annoiato, ma non sapevo da dove cominciare. Forse l'idea di scriverti mi è venuta a causa della mancanza della mia migliore amica Helene, è stata portata via da Berlino due mesi fa e mi domando se sia ancora viva o se stia bene. Non è vero il fatto che nessun ebreo sappia cosa fanno quei poverini che vengono deportati in quei campi di lavoro. Ultimamente sono corse alcune voci: i campi di cui tanto ci parlano non sono affatto dei campi di lavoro come ci vengono mostrati nei filmati, ma molto peggio. Lì, la gente muore, viene uccisa e torturata, distrutta. Ti fanno dimenticare chi veramente sei e tutto questo solo perché siamo ebrei.
Questa è la nostra unica colpa.

Tua Alice.

Note dell'autore:
questo è come si suol dire "il primo capitolo", ho scritto pochissimo, lo so, ma è solo un discorso introduttivo. Spero vi piaccia lo stesso.
Per ora la scrittura è in corsivo, perché Alice parla attraverso un Diario.

Never Let Me GoWo Geschichten leben. Entdecke jetzt