CAPITOLO 27 - 27.1 A parti invertite

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Taiki osservò gli amici rimuginare sulla faccenda e percepì che anche Miu, per quanto meno stupita della rivelazione, stava cercando di capire come muoversi. Poi entrambi si rivolsero verso l'unico che sapevano essere in grado di elaborare una strategia efficace in un tempo irrisorio.

"Eiji, tu che cosa ne pensi?"

L'altro, concentrato con le braccia conserte e perso nei propri ragionamenti, rivolse il viso alle luci oltre l'altura.

"Se ho imparato qualcosa osservando il nostro nemico in battaglia è che i sentimenti negativi di cui si è nutrito per accrescere il proprio potere non sono solo odio e cattiveria, ma anche vanità, egoismo, ignoranza... e tutto questo in lui degenera in una sconfinata autostima. Non so se funzionerà, ma per prima cosa cerchiamo di distruggere quella."

"Perché non ti rompi? Ho fatto tutto ciò che c'era scritto su quei dannatissimi appunti", sbraitò Vark, percuotendo con la Lancia un preciso punto di fronte a lui, schiumando di fatica

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"Perché non ti rompi? Ho fatto tutto ciò che c'era scritto su quei dannatissimi appunti", sbraitò Vark, percuotendo con la Lancia un preciso punto di fronte a lui, schiumando di fatica.

L'obiettivo si era palesato come previsto, più sottile di un capello, alla prima luci del giorno e, tra le mani, stringeva il mezzo per ottenere i suoi scopi, ma ancora una volta qualcosa stava andando storto.

"Prima gli umani, poi il loro mondo, perché tutto ciò che mi ha generato vuole respingermi? Maledetti terrestri, maledetti zemlyani! Forse manca qualcosa, oppure questo corpo è troppo debole? No, dev'essere stata Saggezza, deve avermi fatto un sortilegio prima di morire", ringhiò abbagliato dai colori che vorticavano frenetici nella Lancia.

"EHI!"

Come se non bastasse, una voce, stridula per le proprie orecchie, lo fece infuriare più di quanto già non fosse: due sagome dall'alto della collinetta lo stavano fissando. Non ci fu bisogno di chiedere di chi si trattasse.

Con gli occhi che avvamparono di tutta la rabbia che non era più capace di contenere, restò in attesa di sapere che cosa avessero intenzione di fare.

Con gli occhi che avvamparono di tutta la rabbia che non era più capace di contenere, restò in attesa di sapere che cosa avessero intenzione di fare

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"Siamo pronte", esclamò Yumiko, accennando un con la testa prima a Eiji e Watanabe, poi a Taiki, che si era spostato tra alcuni bassi arbusti.

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