Come Katsuki Bakugo è rinato

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Katsuki Bakugo's POV

Era stato tutto così strano.

Un attimo prima avevo Deku tra le mie braccia sanguinante e con i suoi grandi occhi verdi chiusi.

Un attimo dopo vedevo gli stessi occhi, aperti e intrisi di terrore. Cercai di seguire lo sguardo di quegli occhi, ma non riuscivo a capire chi stesse guardando con tutto quel grande terrore.

A pensarci bene non riuscivo neanche a capire dove eravamo.

Il mio istinto mi disse di guardarmi intorno, il mio cuore di continuare a cercare un significato dentro i suoi occhi.

Seguii l'istinto.

Il posto dove eravamo era famigliare. Un vicoletto vandalizzato da graffiti sui muri e spazzatura per terra, c'era una forte puzza di fumo. Perché ero in quel posto? Perché Deku era in quel posto?

Guardai i suoi vestiti, quella era...

-Dai Bakugo! Stai fermo lì a guardarlo da mezz'ora! Finisci il lavoro così possiamo andare!- mi girai, dietro di me c'erano due ragazzi, ma non due qualsiasi, erano i miei "amici" delle medie. Uno dei due stava fumando, capii perché c'era tutta quella puzza.

Gli ignorai e ritornai a guardare Deku. Che voleva dire "finisci il lavoro"? Quale lavoro?

Scrutai meglio Deku, era ricoperto di bruciature e graffi, tremava.

Ero stato io a fare questo?

Mi guardai i vestiti, nessun dubbio, avevo addosso l'uniforme delle medie, il che poteva significare solo una cosa.

-Deku...- la mia voce uscì spezzata. Lui non era il mio Deku, il mio Deku era morto, lui era Deku del passato, mi trovavo nel passato.
-Ti prego Kacchan...- disse implorante e coprendosi la faccia in modo difensivo. Aveva paura che gli avrei fatto qualcosa.

-Dai Bakugo!- si lamentò il ragazzo con la sigaretta.
-Tornate a casa, ci penso io- dissi senza smettere di guardarlo.
-Tch! Ok ok... ci vediamo- disse l'altro ragazzo. Dopo un accenno di saluto sparirono tra il fumo della sigaretta.

Controllai che fossero abbastanza lontani per non vederci.

Mi buttai su di Deku e lo abbracciai.

-K-Kacchan?!- squittì sobbalzando.
-Non chiedere o torno a picchiarti- non dovevo piangere, non dovevo assolutamente piangere. Si sarebbe insospettito troppo a quel punto.

Non sapevo quali fossero le regole del gioco di quel villain, ma era meglio non fare nulla di troppo avventato.

-Vieni, ti accompagno a casa- mi alzai da terra e gli porsi la mano. Vidi che esitava a prenderla.
-Prendila e basta!- gli urlai nervoso, ci mancava solo che non collaborasse. Deku annuì energicamente mentre prendeva la mia mano.

Dovevo assolutamente ricordarmi dov'era la casa di Deku.

-Erm... Kacchan...?- sentii mormorare Deku.
-Cosa?-
-Non riesco a capire... perché sei così gentile con me... tu mi- bloccai la sua frase sul nascere.
-Non ti odio, non ti ho mai odiato- ho sempre avuto paura che in qualche modo lui potesse superarmi e che non mi avrebbe reso capace di proteggerlo, dovevo essere io a proteggerlo non lui a proteggere me.

Avevo solo sbagliato metodo per dissuaderlo.

Realizzai solo in quel momento qual era la "seconda possibilità" che il villain mi aveva dato.

Dovevo evitare che Deku morisse.

E c'era solo un modo per evitarlo.

Non farlo diventare un eroe.

Bastava solo cambiare approccio, non dovevo essere nemico di Deku per dissuaderlo, dovevo essere suo amico.

-Adesso piantala di fare domande e vieni!- dissi iniziando ad andare. Verso dove però?
-Casa mia è dall'altra parte...- mormorò Deku. Girai dall'altra parte.
-Ovviamente lo sapevo!- lo presi per il polso e lo trascinai verso casa sua.

-...Kacchan...! Lasciami andare...! Ti prego...- implorò cercando di liberarsi dalla mia presa. Gli lasciai il polso.
-Solitamente non sei così... tutto bene? Improvvisamente hai smesso di picchiarmi e ora vuoi portarmi a casa mia senza neanche ricordarti dov'è. Oddio ho detto troppo- si coprì la bocca con le mani impaurito.
-Smettila di fare così- dissi cercando di guardare dall'altra parte.
-Così come...?- delicatamente si tolse le mani dalla bocca.
-Come se tra un momento e l'altro possa farti del male- a questa mi frase, Deku storse il naso. Come per dirmi: "Perché? Non era quello che stavi per fare?".

Rimanemmo in silenzio a guardarci.

A rompere il silenzio fu una musichetta jazz.

Deku tirò fuori il telefono dalla sua tasca come se fosse una patata bollente. Non appena vide lo schermo si portò il telefono all'orecchio.

-Mamma! No, adesso sto tornando. Sì, sono con Kacchan. No, non ho incontrato nessuno di losco. Nessuno mi ha picchiato! Cos'è questa storia di cui tu sei convinta?!... Ti giuro che l'altro giorno sono solo caduto...- l'ultima frase la mormorò con amarezza, mi diede uno sguardo fugace.
-No, non è stato Kacchan...- dalla sua faccia potevo captare che ero decisamente stato io. La lunga conversazione tra i due Midoriya duro altri dieci minuti prima che la chiamata fosse terminata. Deku ripose il telefono in tasca.

-Quante volte succede...?- chiesi in un mormorio, non sapevo neanch'io cosa intendevo, ma speravo in una risposta sensata. Deku aggrottò le sopracciglia.
-Se non lo sai tu...- borbottò tenendo la testa bassa.

-Andiamo e basta che si sta facendo tardi- effettivamente il cielo aveva assunto un colore rossastro e probabilmente il giorno dopo avevamo scuola. Lui se ne andò. Io rimasi fermo in mezzo alla strada.

Ora capivo perché voleva essere un eroe a tutti costi.

Mi dispiace.

Mi dispiace così tanto.

E non era una cosa che dicevo al primo che passava.

Cya ragazzi! Come vi è sembrato questo primo capitolo? Ci ho messo un po' ma ora ecco qua ;). Non ho mai messo i titoli ai capitoli quindi sto ancora imparando, come vi sembra questo titolo? Ci sta bene? Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Al prossimo capitolo!

The Past Always Dies - BakuDeku Where stories live. Discover now