PARTE 1

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La prima volta che Iseul  vide Choi San fu quando si era trasferita nell'appartamento 318 ad Insan-dong. Era uscita dall'ascensore ed i traslocatori avevano appena finito di portare l'ultima scatola, lasciando la porta aperta. Lee Iseul teneva in mano l'ultima scatola, quella con dentro la sua piantina grassa di nome Jongho - sì, aveva chiatato la piantina grassa come il fratellastro - e le chiavi della macchina strette nelle mani.

Fu allora che lo vide: un ragazzo alto, sbirciare proprio dalla porta di fronte: fece capolino e i suoi capelli allora di un turchese stranissimo la colpirono. Iseul si bloccò a pochi metri dalla propria porta, rimanendo ad osservare quel ragazzo. San aveva sorriso verso di lei, mostrano due fossette. La prima cosa che notò Iseul era stata il suo bell'aspetto, ovviamente, e poi gli occhi piccoli e gentili, il corpo muscoloso avvolto da una tuta.

Lo sguardo di San si era posato sulla sua piantina, poi aveva riso. «Benvenuta, mi chiamo San!» ed era corso dentro quando una voce lo aveva chiamato.

Il giorno dopo Iseul aveva lasciato davanti al pianerottolo di ogni appartamento del terzo piano del condominio una tortino di riso come da usanza e, il giorno dopo ancora, la mattina quando era uscita di casa, Iseul aveva trovato una pianta grassa - molto più piccola, abbastanza giovane  - sul suo pianerottolo e, con essa, un bigliettino:

"Farà da compagnia alla tua, benvenuta nel quartiere. Il tuo vicino, Choi San" e, da quel momento, a fare compagnia a Jongho c'era il piccolo cactus San.

All'inizio Iseul aveva pensato che forse San era bello tanto quanto stravagante: colori di capelli strani come rosa, blu, fucsia , amici che urlavano ogni volta che si ritrovavano nel suo appartamento - più tardi, Iseul li avrebbe anche conosciuti - e il fatto che fosse sempre gentile la puzzava un po'. Tuttavia, nonostante erano passati ormai due anni dal loro primo incontro, Iseul aveva capito che San era gentile e carino, sempre diponibile ed affidabile. Era quel vicino di casa che si scusava se faceva rumore e ti salutava con uno smagliante sorriso appena ti beccava sulla soglia. Choi San era bellissimo, il classico ragazzo della porta accanto, con un sorriso timido che ti faceva scaldare - e che ti faceva innamorare perdutamente di lui.

Choi San era il migliore amico di tutti, super paziente.

Choi San, seppur se lo era sempre tenuto per sè, occupava sempre un piccolo angolino nei suoi pensieri.

Ma Choi San aveva anche una fidanzata, una fidanzata con cui stava dai tempi del liceo e che, seppur antipatica e con la puzza sotto il naso - Iseul l'aveva vista a malapena tre volte e le erano bastate - sapeva che lui era follemente innamorato di lei. 

Era capitato che si fermasse a chiacchierare con San più del dovuto - come quella volta che aveva dimenticato le chiavi di casa e doveva aspettare che suo fratello Jongho tornasse da Busan per darle la sua copia - e c'erano due volte in cui gli occhi castani gli brillavano più del dovuto: quando parlava dei suoi migliori amici - sopratutto di Wooyoung - e quando parlava di Jieun.

Iseul sorrideva e, pian piano che trascorrevano i due anni, si sentiva sempre più a disagio: e, nonostante lo sapesse già, non poteva negare che gli occhi di San erano bellissimi, il suo sorriso era da mozzare il fiato e la sua presenza gli faceva battere il cuore e sudare le mani.

Aveva avuto alcune frequentazioni sporadiche - era perfino uscita per un po' con Wooyoung, ma che era finita presto perchè entrambi erano troppo diversi e non volevano niente di serio ed erano rimasti amici - mentre lui era rimasto con Jieun, la sua fidanzatina del liceo.

Sebbene le facesse battere il cuore, Iseul sapeva che San non era suo e l'aveva superata, davvero - perchè provare qualcosa per il tuo vicino di casa strafidanzato e attuale migliore amico della tua ex fiamma non era il massimo.

𝐋𝐎𝐕𝐄 𝐌𝐄 𝐋𝐈𝐊𝐄 𝐘𝐎𝐔 𝐃𝐎 ||𝙲. 𝚂𝙰𝙽; 𝙹. 𝚆𝚈Where stories live. Discover now