La triste realtà

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Quella mattina gli interventi erano andati tutti bene. Styles aveva fatto di nuovo interventi perfetti e questo non sorprendeva. Anche durante l'intervento in neuro-chirurgia, era andando bene e Harry aveva mostrato le sue doti anche in quella situazione, consigliando a Louis delle varie modalità di intervento. Louis dopo quel bacio non ci aveva capito più niente. Lui era estremamente affascinato da Harry, e lui non era da meno, ma Louis aveva una fidanzata. Insieme avevano dei progetti, aveva adottato una figlia. Quella forse era stata una scelta troppo azzardata. Adottare una figlia senza essere sicuro di aver scelto la persona con cui si vuole vivere per il resto della vita, era stata una cosa irresponsabile. Ma gli occhi di Zola erano la cosa più dolce al mondo. Lui si sentiva in dovere verso quella povera bambina che dalla vita aveva avuto solo malattie. Stava sbagliando tutto. È questo quello che diceva il suo subconscio ma il suo cuore diceva tutt'altro. Diceva di fare qualcosa, inviargli un messaggio, piombare a casa sua, chiamarlo, qualsiasi cosa pur di passare un altra notte con lui. Ma non poteva. Aveva una figlia, e doveva passare del tempo con lei, come un vero padre. Dopo aver finito il turno, Louis sparì dalla circolazione. Non aveva voglio di parlare con Harry in quel momento. Ok, si. Voleva baciarlo, passare la notte con lui però aveva paura. Aveva paura di parlare con lui e di rendersi conto che tutto quello era sbagliato. 

Stava giocando con Zola, quando gli arrivò una chiamata. Prese il telefono e vede il contatto da cui arrivava la chiamata. Harry. Non sapeva che fare. Dopo qualche secondo di indecisione decise di rifiutare la chiamata. Quella notte gli sarebbe servita per pensare, per decidere sul da farsi. Ma il telefono iniziò a suonare di nuovo. Zola guardava interrogativa il padre. Lei era ancora piccola per capire, ma percepiva tutto. Sapeva che il suo papà non era lo stesso, che qualcosa lo stava cambiando. Il telefono squillò di nuovo e Louis decise di rispondere questa volta. 

< Pronto? > disse in modo freddo. 

< Ti ho chiamato prima ma non hai risposto. Dobbiamo parlare. > rispose Harry. 

Lui ci aveva messo un pizzico di sentimento in più rispetto a Louis. 

< Non voglio parlare adesso Harry ... io ho una famiglia e stare con te mette a dura prova il mio auto-controllo. > 

< Pensi che anche a me non risulti difficile non saltarti addosso? Mi sembra di essere tornato ragazzino, con gli ormoni a palla. Io vorrei sul serio lasciarti andare, lasciarti vivere la tua vita, ma non ci riesco. Non riesco a non baciarti quando ti vedo, non riesco a non immaginarti nel mio letto, al mio fianco. E lo so che tutto questo è sbagliato, perché infondo ci conosciamo da davvero poco tempo e perché tu hai una famiglia. Ma non lasciarmi andare. Io sono sempre stato una persona a cui non interessa degli altri, quello sempre desiderato e in vita mia mai mi sono sentito così attratto da una persona. Può essere anche solamente attrazione fisica, ma perché mandare tutto all'aria? > 

La risposta di Harry arrivò subito. E' come se lui si fosse preparato il discorso da tempo. Louis a quel punto non sapeva cosa fare o cosa dire. Da un lato Harry aveva ragione, ma dall'altro tutto questo era così sbagliato. Ma decise di fare la cosa che fosse più giusta in quel momento, quindi decise di aspettare prima di rispondere. 

< Lo so Harry, so che non dovrei lasciarti andare ... ma devo. Il nostro rapporto d'ora in poi sarà solamente lavorativo. Ci chiameremo per cognome, e mi chiamerai al telefono solamente per lavoro. > detto ciò Louis chiuse la chiamata. 

Fece un sospiro e vide l'orario. Era ora di mettere a letto Zola, e così fece. Dopo averle messo il pigiama la mise a letto, e si andò a fare una doccia. Ma nell'istante in cui, aprì la porta del bagno, qualcuno busso alla porta di casa. Louis andò ad aprire sperando di non ritrovarsi d'avanti quegli occhi verdi che tanto lo hanno tormentato in questi due giorni. Ma quando andò ad aprire alla porta non c'era nessuno. Louis guardò intorno ma non vide nessuna figura umana. Sicuramente qualche bambino avrà fatto uno scherzo, questo pensò Louis. Ma in realtà quegli occhi verdi veramente erano andati lì, ma il coraggio, in quel momento, mancava.


***


Il giorno seguente Louis si alzò assonnato. Quella notte non era riuscito a chiudere occhio. Stava pensando a tutto quello che era successo in quei due giorni. La decisione di intraprendere una nuova specializzazione, Harry, Eleonor. Tutti quei pensieri, che erano venuti fuori durante la notte, lo assalivano sempre di più. Da un lato voleva parlare con Eleonor, per dirle che qualcuno si stava insidiando nel suo corpo, ma se poi con Harry sarebbe stato un capriccio? Avrebbe mandato tutto all'aria inutilmente. Però non poteva continuare a provare quelle cose mentre doveva pensare alla sua fidanzata. Dopo aver preso un caffè veloce ed aver portato Zola a scuola, Louis si catapultò a lavoro. Appena arrivato lì, andò nello spogliatoio. 

< Ehi Louis! > 

Quella era la voce di Zayn. Era visibilmente felice. 

< Ehi Zayn, ti vedo felice. Come mai? > 

< Diciamo che le cose vanno bene, Styles ha dimostrato di sapersela cavare nella situazione di ieri, inoltre, nonostante le gravi condizioni dei pazienti arrivati qui, neanche un morto. Quindi dammi una ragione per essere triste, perché io non la vedo! Tu tutto bene? > 

Louis stava per rispondere ma qualcuno entrò nello spogliatoio e bloccò Louis. Il verde ed il celeste si mescolarono. Ma faceva male ad entrambi, così il riccio distolse lo sguardo da Louis. 

< Buongiorno a tutti. > disse Harry in modo freddo. 

Zayn notò tutto. Notò che c'era qualcosa che non andava tra quei due ed avrebbe indagato. 

< Oggi ci sono due interventi da fare. Uno in mattinata ed uno questa notte. Per me è indifferente, quindi quale preferisci? > disse Zayn, avvicinandosi nella zona in cui si stava cambiando. 

< Preferirei quello di questa notte, perché devo fare una cosa importante in ospedale questa mattina. > disse mentre si toglieva la maglia e i pantaloni. 

< Ok, va benissimo. Io vado, devo iniziare il giro. Ci si vede. > 

Con un cenno del capo Harry salutò Zayn. Appena se ne andò, Louis ed Harry, rimasero da soli. Louis era teso, mentre Harry sembrava tranquillo. Subito dopo essersi messo il camice, prese una borsa dall'armadietto e se ne andò senza dire niente. Louis ci rimase un po' male, ma che si aspettava? Era stato lui stesso a dire a Harry di farsi da parte, quindi non poteva aspettarsi altro. Anche se lui odiava quella situazione, doveva accettarla.


***


Per tutta la mattina Louis non aveva visto Harry. Era come se fosse sparito dalla circolazione. Aveva chiesto un po' in giro, ma nessuno sembrava sapere dove fosse. Fino a quando ho incontrato Niall. 

< Ehi Niall! Per caso hai visto Styles? Devo chiedergli una cosa riguardo un intervento. > disse mentendo Louis. 

< Si, prima sono andato in pediatria e stava lì. Se non sbaglio nella stanza... 20 ah no 22. >

Che ci faceva Styles in pediatria? Forse avevano bisogno di un consulto e lui è andato, ma aveva detto che era occupato. Louis decise di andare a vedere con i suoi occhi. Quando arrivò in pediatri cercò la stanza 22. Quando la trovò all'interno vide ciò che lui non poteva minimamente immaginare. Stava Harry, vicino al letto, che piangeva. Teneva la manina del bambino, che sembrava avere neanche tre anni. 

< Lotta ancora, ti prego! Lo avevi promesso alla mamma! Fai questo per me, amore mio. > 


Styles' anatomyWhere stories live. Discover now