3) Ridiculous

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A grande sorpresa di Jisung, Minho tornò pochi minuti dopo con la scatola delle emergenze in mano, e si sedette a bordo del divano.

Il castano rimase in silenzio quando l'altro gli tolse le coperte e alzò la maglietta per disinfettare la ferita e cambiare la fascia, ma lo osservava con uno sguardo curioso.

Eppure gli era sembrato un ragazzino innocuo, così pacato e gentile che non avrebbe mai pensato potesse essere così furbo.

"Perché mi guardi in quel modo?" chiese tranquillo Minho, senza guardarlo negli occhi.

"Ho sbagliato a giudicarti all'inizio... sembravi così tanto un angioletto, invece scopro che non lo sei affatto" disse con un sorriso quasi dolce, come se stesse ammirando un bambino che aveva fatto i suoi primi passi.

Le persone "normali" lo annoiavano. Essere "comune" lo disgustava.
Ed ora il fatto che stesse scoprendo un nuovo Minho, lo faceva eccitare.

Voleva sapere fin dove poteva arrivare e soprattutto cos'era in grado di fare.

"Tutti sbagliano su di me" fece spallucce il moro mentre continuava con ciò che stava facendo.

"Beh hai l'aria da ragazzino etero, un po' sfigato che non ha amici e il sabato sera rimane a casa mangiando pizza e patatine di fronte alla tv, coccolando i suoi gatti perché li considera migliori delle persone. Ci parli anche con loro?"

Minho si lasciò sfuggire una risata, e Jisung non tolse gli occhi dalla sua figura neanche per un attimo.

"Che c'è? Non ci parli con i gatti?" chiese ancora.

"Oh sì che ci parlo, ma non ridevo per quello." disse Minho spostando lo sguardo sul suo per la prima volta dopo minuti interminabili.

"E allora per cosa?"

"Mi hai dato del ragazzino etero, Han. Per prima cosa sono più grande di te, di due anni...e poi ti sembro etero?" chiese guardandolo come a dire 'sei serio?'

"Perdonami signor precisino se ho pensato ti piacesse la figa e non il cazzo!" Minho sbuffò ridacchiando e tornò a prestare attenzione alla ferita di Jisung.

Dopo un attimo si sentì il castano gemere di dolore, e un sorrisetto soddisfatto spuntò sul viso di Minho.

"Non ti perdono" gli fece anche una linguaccia, chiuse tutto e se ne andò con la cassetta.

"Yah! Mi hai fatto male!" si lamentò Jisung, guardandolo storto mentre se ne andava e abbassandosi la maglietta.

Poco dopo spuntò un sorrisino anche sul viso di Jisung, che al momento non ci aveva pensato veramente, ma quel gesto l'aveva eccitato.

Gli piaceva questo lato oscuro di Minho, e ora che sapeva che non fosse etero, sapeva di sicuro dove colpire.

Rimase lì, su quel divano, a pensare a mille cose contemporaneamente.
Dove aveva nascosto Minho il gioiello, e come l'avrebbe ripreso?
Come poteva ingannare il ragazzo e scappare da quella casa, una volta ritrovate le forze (e il gioiello)?
Perché era stato così stupido da abbassare la guardia?
E soprattutto, quanto sapeva su di lui, Minho?

Non riusciva a trovare le risposte a tutte quelle domande, ma una in particolare lo stava rendendo particolarmente nervoso: una volta finito tutto, avrebbe dovuto uccidere Minho?

Dopo qualche minuto trascorso nel silenzio di quel salotto, con i suoi pensieri ad affollargli la testa, il ragazzo fece il suo ingresso nella stanza, con uno dei suoi gatti in braccio.

"Vuoi la pappa, amore?" disse ignorando completamente Jisung, e andando in cucina, dove si sentì il rumore del cibo per gatti che cadeva nella ciotola di metallo, e poi il gatto che mangiava.

Mad Love - MinsungWhere stories live. Discover now