<<Ho capito>> mi risponde lui.

Non gli lascio il tempo di dire altro. <<Tu dove sei?>> domando timorosa della sua risposta.

<<Ancora qui>> mi dice e vado in panico. <<Come ancora lì?>> Chiedo frettolosa in tono di rimprovero <<Noah, partiamo domani a mezzogiorno, è praticamente impossibile che tu ce la faccia>> alzo il tono della voce.

<<Catherine->>

<<No, Catherine niente>> continuo <<Dovresti prendere un aereo da qui ad un' ora massimo, e questo comunque non ti garantirebbe di farcela>>

Lui sembra essersela presa, non mi risponde. Lui fa l'offeso? Bene, benissimo. E secondo lui è normale abbandonare la propria ragazza che già fantasticava su tre mesi paradisiaci da passare insieme su una mega crociera? Qualcuno provi a dirmi di sì e non rispondo più di me.

<<Catherine non pensare che io sia contento>> mi rimprovera in tono basso. <<Non l'ho scelto io>> prova a giustificarsi.

<<Ah no?>> domando retorica <<Hai chiesto un permesso dal lavoro, di conseguenza non sei tenuto a occupartene tu>> gli ricordo.

<<Sai che sono il migliore in questo campo>> tenta di persuadermi ma ormai io sono troppo offesa.

<<Punto uno, signorino, hai deciso tu di tornare a casa. Avresti potuto lavorare da remoto, hai il tuo computer sempre con te e lo avevi anche questa volta. Io te l'ho anche fatto presente ma tu mi hai detto che avresti preferito lavorare di persona. Ok, bravissimo, te lo concedo. Però tu mi avevi promesso che ce l'avresti fatta a tornare, mi avevi detto che ti saresti fatto in quattro per raggiungermi in tempo e invece sei qui, al telefono, a giustificarti su come non sia colpa tua, piuttosto che cercare di finire quello che dovresti fare e venire qui>> sbotto senza prendere fiato e temo che vengano a rimproverarmi per aver svegliato qualcuno.

Oh, al diavolo anche loro!

Sento un sospiro pesante dall'altra parte <<Io... ce la metto tutta>> mi dice e spero che abbia compreso di chi sia la colpa di questa situazione che, sottolineo, si poteva benissimo evitare.

<<Non fare promesse che non puoi mantenere Noah>> le mie parole vengono fuori in tono velenoso <<E sappi che se domani non sarai su quella nave, io e te avremo un problema. Un problema molto grande>> lo metto al corrente della gravità della situazione.

Prova a rispondermi, probabilmente cercherà di trovare altre scuse. <<Ora scusami>> parlo prima che possa farlo lui. <<Non mi va di incazzarmi ulteriormente. Buonanotte>> e, detto questo, chiudo la chiamata.

Roba da pazzi! Io non ho parole.

Immediatamente la rabbia lascia il posto alla tristezza e non posso fare a meno che avvertire i miei occhi appannarsi e la vista delle coperte divenite sfocata.

Cerco di incanalare tutta la forza che ho in me e, dopo un respiro profondo, mi alzo per andare a docciarmi. Resto un poco di più nella doccia a rilassarmi sotto il getto dell'acqua calda e mi affretto ad uscire quando realizzo che dovrò asciugare i miei capelli, di conseguenza accendere il phon, quindi meglio non fare troppo tardi. Come se le tre di mattina non lo fossero già "tardi".

Come se ormai tu non avessi svegliato chiunque fosse nella fase del sonno con le tue urla! Mi ricorda la mia coscienza, ma la metto a tacere ripetendomi che quando ci vuole, ci vuole.

Asciugo i capelli e mi infilo nel letto impaziente di concludere questa giornata. Dopo parecchi minuti passati a rigirarmi tra le lenzuola da una parte all'altra, mi sollevo e appoggio la schiena alla testiera del letto. Ovviamente una giornata così difficile non poteva fare altro che concludersi in modo tutt'altro che facile.

Under the same night sky Όπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα