«Io non voglio stare seduto» sibilò Yan, con più veleno di quanto avrebbe voluto secernere.

Incrociò lo sguardo blu elettrico dell'amico, prima di tornare a camminare intorno.

Sentiva il sangue ribollire in ogni parte del corpo, raggiungere il cervello e archiviare qualsiasi pensiero razionale.

Aveva voglia di prendere a pugni qualcosa, distruggere... avrebbe voluto possedere poteri magici per far eruttare il tunnel e l'intera Foresta...

Prese la testa tra le mani e si sforzò, si sforzò così tanto, nonostante non avesse la minima idea di come si utilizzasse la magia.

Però lui voleva scaricarsi: voleva distruggere, sfogare tutta la sua rabbia...

Era infuriato con se stesso, con Dalila, col suo fidanzato, con il Dekig, con suo padre, con re Kayne, con tutti quei cavalieri che non si ribellavano al loro sovrano nonostante le ingiustizie che li stava portando a compiere... era infuriato con Rifel'a, che lo aveva sollecitato così tanto a incontrare Dalila. Era rancoroso verso Yeru'a, il quale gli aveva mostrato lo specchio magico. Ed era adirato con Vow'a, che lo aveva condotto al villaggio elfico... era stato lui a dar vita a tutto quel caos.

Voleva distruggere, voleva far del male... voleva vendicarsi su Kayne...

"Perché non l'ho ucciso quando me lo sono trovato di fronte?"

Scoppiò in un grido feroce, ripetendosi di voler far esplodere tutto ciò che più odiava, ordinando al suo corpo di trasmettere quel dolore a chi lo meritava...

Invece non successe niente, non udì alcuna esplosione.

"Io sono un "bestia"... Non ho poteri magici..."

Si accasciò in ginocchio a battere i pugni per terra, sentendosi ancor più colpevole quando udì Huge piangere in seguito al suo grido.

Premette la fronte contro il terreno e si abbandonò a sua volta in singhiozzi incontrollabili.

E non appena sentì toccarsi la schiena, si girò per affondare il viso nell'abbraccio di Nathan.

«Yan, lo so che adesso stai soffrendo come un dannato... Lo so, ma... ma ora abbiamo bisogno di te. Devi dirci cosa vuoi che facciamo.»

«NON VOGLIO!» sbraitò Yan, senza sollevare la testa. «NON AVETE VISTO? VI HO MESSI IN PERICOLO PER NIENTE! FATE FINTA CHE IO NON ESISTA!»

Le urla di Huge s'interruppero di colpo, in seguito a un raggio di luce azzurra.

Yan sollevò lo sguardo, ma non vide il bambino da nessuna parte, né trovò Rifel'a.

«Gli ho detto di portare il piccolo a casa» spiegò Owen. Aveva il viso ancora macchiato di fuliggine e sangue di pegaso, così come i vestiti, eppure i suoi occhi bicolori brillavano di selvaggia eccitazione.

Yan guardò gli altri, anche loro sporchi. Per fortuna nessuno aveva subito danni gravi, soltanto lui, Owen, Skye ed Elijah erano un po' graffiati a causa dell'esplosione.

Quest'ultimo posò la fronte contro il ginocchio. «Vorrei tanto che questa guerra finisca, ma se nessuno trova quel dannato Gioiello, andrà avanti così. Oggi una battaglia, domani un'altra... Kayne non si arrenderà, e la Foresta verrà distrutta...»

«Voi non sapete proprio niente di questo Gioiello?» gli domandò Xerxes, seduto accanto a lui.

«Sette parti del Gioiello, accoppiate, una del cielo e l'altra della terra

«Sette parti accoppiate?» Nathan si grattò la testa. «Veramente il sette è un numero dispari. Come si possono formare delle coppie? Un pezzo rimarrebbe isolato.»

I Flagelli: TradimentoWhere stories live. Discover now