1) Lui il mio inferno

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Sono tutti bravi a parlare male degli altri, piuttosto che guardarsi allo specchio e vedere la cattiveria che hanno dentro.

Cit.

Mi chiamo Ángel, bionda e occhi chiari, ho 19 anni, più che altro avevo; ho avuto un passato tormentato, tanto da provare di tutto, solo a causa di lui un essere spregevole che cambiò definitivamente la mia vita; una vita semplice di una ragazza che voleva trovare l'amore vivere serena e senza pensieri. Invece non fu così, a causa di un contratto, venivo trattata come un oggetto da quel uomo, un gioco per far sì che lui poteva essere soddisfatto, vivevo nel terrore di qualche suo comportamento, il quale a volte sembrava che la mia vita potesse finire da un momento all'altro e avere il pensiero che io potessi cadere da quel filo che mi rimaneva di speranza.

Lui il mio inferno....

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-Sei deficiente, una cretina!!-
Mi disse tirandomi per i capelli ancora una volta e sbattendomi fuori di casa, così uscii con lo zaino sulle spalle pronta per andare verso la mia strada, qualunque essa fosse, decisi di non ritornare più per nessun motivo in quel posto.
Scesi i gradini e mi diressi dall'unica persona sulla quale potevo ancora contare.
Arrivata suonai il campanello del palazzo, tenevo stretto lo zaino e le cuffie.
-Ehi sono Ángel aprimi la porta per favore-
-certo amore-
La sua voce mi fece sentire un po' meglio, salii e dopo essere stata accolta in casa, lei non mi fece domande ma si avvicinò a me dicendomi:
-ti amo-
-anch'io-
-piccola si vede che stai male vieni ti faccio stare meglio io-
Sorrisi abbassando lo sguardo poi prendendomi per i fianchi mi fece avvicinare di più a se, incominciando a baciarmi e lasciare piccoli baci sul collo.
Lasciai uscire dalle mie labbra un piccolo gemito mentre la sua mano continuava ad esplorare il mio corpo, toccandomi il seno, palparmi i glutei e accarezzarmi il volto con la punta del naso così delicatamente.
Gemevo sotto il suo tocco, ogni parte di me era alla ricerca di piacere e di una via di fuga dalla vita stressata che avevo.
Mi portò in camera, mi fece stendere sul letto per poi mettersi sopra di me, continuava a baciarmi ed a mordermi le labbra, era così eccitante che strinsi le mie braccia sulla sua schiena.
Quando ci staccammo per prender fiato, lasciò un dolce bacio sulla fronte, sbottonò il resto della mia camicetta e la sfilò via insieme al reggiseno che casualmente era in pizzo nero.
Sganciò i miei jeans facendoli scivolare lungo le mie gambe per poi farmi sentire il suo tocco anche su di esse.
-hai un corpo da paura-
Sorrisi e senza che si svestì anche lei,
entrò in me, lasciai dei gemiti, mi piaceva troppo sentirla.
Dopo alcune spinte disse:
-ora tocca a te-
Non troppo contenta perché stavo nel pieno apice del piacere, quasi nel venire, lo feci anch'io.
Da spinte lenti a più veloci fino a farla travolgere dal piacere rendendola esausta, per poi uscire da lei, stanca mi sorrise per poi dire:
-bene ecco i tuoi soldi-
-cosa?-
-si eccoli sei stata brava-
Indicò un po' di banconote sul comodino,
-non capisco-
-tra noi è finita!-
-ma...-
-ora vai via da qui-
-ma a cosa servono i soldi? E poi ora sono sola non so da chi andare-
-sei una brava puttanella troverai un posto dove andare-
Disse sorridendomi.
-non sono una di strada, ti amavo io-
-mi amavi?-
-si, ora da quanto vedo mi hai lasciata-
-ma sti cavoli, prendili ugualmente, come un regalo d'addio-
-stronza-
-tranquilla povera illusa e comunque sei brava a letto-
Dopo quest'ultima frase decisi di andarmene così uscii dalla sua stanza, presi il resto delle mie cose e dirigendomi verso la porta per uscire anche da quella casa.
Forse sentii la sua voce dirmi "addio" ma non ci feci molto caso, continuai a scendere le scale del palazzo e dopo aver aperto il portone in vetro e dirigendomi verso il cancello, delle gocce cominciarono a cadere sul mio volto, stavano rappresentando il mio stato d'animo.

PERFETTO TUTTO SI ADDICE OGGI...

Pensai sarcasticamente.
Camminai lungo il marciapiede per cercare di ritrovare la macchina che sostava dietro a un angolo di un palazzo in costruzione.
Dovevo attraversare la strada ed il semaforo era rosso, quindi molte persone sfruttarono quel momento per passare, attraversai anch'io avendo sempre lo sguardo e la testa verso la strada.
-Ehi sta attenta a dove cammini!-
Sentii una botta alla spalla destra, insieme a una voce maschile che mi rimproverò mentre cercavo di continuare con il mio passo, ma abbastanza irritata dalla sua presenza.
-cosa? Io dovrei stare attenta? Sto camminando tranquillamente e ti lamenti se oltretutto mi vieni addosso?-
Non avevo mai dato del tu a una persona che non conoscevo, ma quel uomo era l'eccezione mi stava facendo andare troppo in un esaurimento nervoso per meritarsi il "lei".
-senti bada a come parli!-
-puff non sei nessuno per dirmi cosa devo o non devo fare!-
Sbuffai cercando di evitarlo ma sentii la sua presa e il mio corpo avvicinarsi a lui.
-almeno guarda il semaforo, stavi per essere investita-
-ah grazie-
Dissi con aria seccata, mi avrebbe fatto un favore quella macchina a dirla tutta.
Dopo che la strada fu quasi completamente vuota, attraversai lasciando le sue mani adagiate sui suoi fianchi; senza spiccicare parola.
Continuai verso la mia strada senza nemmeno girarmi per ringraziarlo oppure per salutarlo, mi stava davvero dando fastidio.
Se dobbiamo dirla tutta odiavo la sua presenza anche se, quei suoi occhi così chiari potevano rapire il cuore solo a causa di un loro sguardo, quelle mani così possenti da far sentire sicura chiunque si trovi nella sua stretta.
Non mi capacitavo del fatto che pensassi a quel cretino terribilmente sexy.
Mentre camminavo verso la mia macchina che oramai stava a qualche metro dal posto in cui mi trovavo, mille pensieri volavano nella mente, mi sentivo arrabbiata, pensavo all'incontro casuale e abbastanza nervoso con un tipo così oscuro; la mia "ragazza"che mi lascia, non sapevo cosa fare e mi domandai quasi esausta:

"cosa può succedere di peggio?"

Quando arrivai finalmente alla macchina, le gocce di pioggia oramai non cadevano come l'ondata di prima, scendevano da quelle scure e soffici nuvole una dopo l'altra come se facessero una corsa ovunque si trovassero, sui finestrini, sui tettini, lungo i tetti e le pareti, ogni cosa veniva bagnata da queste goccioline, apparentemente limpide e pure, ma come ogni cosa sulla terra nulla è come sembra.
Entrai in macchina e guidai verso un hotel, ero stanca e spazientita, chiesi subito una camera che fu velocemente trovata e dopo aver sistemato i miei oggetti,mi buttai sul divano, ancora sgocciolavo come uno straccio, mi ci lanciai sopra senza curarmi del mio stato di igiene e fisico.
Accesi la TV, volevo trovare qualcosa per distrarmi quando suonò il telefono:
-pronto?-
-salve bellezza-
Una voce cupa usciva dalla cornetta,avevo paura di riattaccare e di continuare la conversazione.
-ciao, cosa vuoi? Chi cerchi?-
-una ragazza bellissima....-
Non potevo chiedere a mio fratello se fosse lui l'artefice degli scherzi anche perché stava al campo scuola ed io da quel giorno in poi non sarei mai tornata più nella casa di quei due; i nostri genitori, erano morti per cause sconosciute tre anni fa in un incidente e eravamo stati affidati a una coppia di matti con i quali, io non ci andavo molto d'accordo.
-ripeto la domanda chi sei?-

*CHRISTOPHER*

Oramai erano cinque minuti che ero nel mio ufficio dopo una bella pausa pranzo, non facevo altro che pensare a quella misteriosa ragazza, così sicura di se e abbastanza impertinente.
Stavo sistemando dei fogli sulla mia scrivania quando entrò quella sanguisuga della mia segretaria, la quale, da anni cercava di sedurmi in tutti i modi.
-salve signore, com'è andata oggi la pausa?-
-bene grazie, signorina Avril-
-mmh cosa sta facendo con tutti questi fogli?-
-sto riordinando, e dal fatto che mi sembra così evidente e palese che io stia facendo solo questo-
-mh si ha ragione SIGNORE-
Sottolineò la parola "Signore", per stuzzicarmi, però non mi importava di ciò che stesse facendo ero troppo occupato, casomai l'avrei ricevuta qualche minuto dopo giusto per sfizio e per farla stare buona per qualche minuto.
Mentre lei era davanti a me, cercandosi di piegarsi il più possibile mettendo in mostra il suo fondoschiena, tra la mia mente si faceva spazio l'immagine della misteriosa ragazza e mi vennero in mente queste parole:
"Si dice che la cosa più triste che un uomo debba affrontare sia quello che avrebbe potuto essere. Ma che ne è dell'uomo che affronta quello che è stato? O quello che non sarà mai? O quello che non potrà mai più essere? Scegliere la strada giusta non è mai facile. E questo è quando troviamo la nostra strada verso qualcosa di migliore... O quando qualcosa di migliore trova la strada per raggiungerci... Quegli occhi, quella ragazza, mi ha rapito il cuore senza il mio permesso, ha rapito la mia anima senza che me ne accorgessi, ha rapito come una ladra i miei pensieri stando solo in silenzio devo trovarla ".
Poi ad un tratto guardai di nuovo la mora e dissi:
-signorina Avril, ora le darò ciò che desidera-

CIAOO VI PIACE QUESTA NUOVA STORIA?

Vi prego commentate vorrei sapere se è interessante ed anche se degna dei vostri voti così come i commenti e visualizzazioni. Grazie❤️🙈

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