"Quindi sei nato qui?"

"Si si, sono nato poco fuori Marina, a Gorghi."

"Anche io sono nata là!"

"Quindi.. quanti anni hai?"

"Io 28.. tu?"

"Io 32"

Merda.

Più gli parlava, più Samantha si rendeva conto del pericolo che poteva correre se si fosse presa di lui.

Erano quasi le due e il cocktail che aveva bevuto le iniziava ad annebbiare la vista ed a far cedere le difese.

Cena pesante un cazzo.

D'altronde, era davvero molto che non beveva, e lo stordimento non faceva altro che aumentare la sua attrazione per quel ragazzo, uscito dal nulla, con tutte le carte in regola per metterla pesantemente nei casini.

Come un miraggio, Nina ed Erik camminavano verso di loro, due birre in mano.

Quanto tempo era passato? Cinque minuti? Mezz'ora? Un giorno?

Samantha non sapeva dirlo. Sapeva solo che Fadi la guardava. Non in modo viscido, ma la guardava. E la guardò per tutta la sera, ballarono senza ascoltare davvero la musica, bevvero più del previsto, ma, alla fine della serata, Samantha fu brava ad evitare ogni contatto.

O, almeno, lo avrebbe fatto, se solo lui ci avesse provato.

Questo, di sicuro, non l'aiutava.

Non gli piaceva? No, escluso. Si vedeva dagli sguardi, che lo attraeva.

Era timido? No, escluso anche questo.

Era... rispettoso? Ahimè, Samantha optò per questa possibilità. Un altro punto a favore.

Merda.

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"Oh. Mio. Dio!"

In macchina, passate le quattro, Nina esordiva così.

"Ma quanto erano fighi? Vai a vedere l'Instagram di Erik. Ha due pettorali che... penso siano più grandi dei miei"

Con un sopracciglio alzato, Nina guidava e sorrideva come una bambina che ha appena scartato un lecca-lecca.

"Allora, punto primo sei una stronza"

Senza pensarci troppo, Samantha le sferrò un pugno non troppo forte sulla spalla

"Ahia!"

"Punto secondo, che cazzo ti è saltato in mente? Lasciarmi lì da sola? Se fosse stato un malintenzionato? Che amica sei?"

"Beh, non lo era, giusto? Era un gran figo. E mi pare che non ti abbia fatto così schifo, o sbaglio?" Nina la canzonava e Samantha, alla fine, sorrise.

"No, non mi faceva schifo. Ma questo non significa che..."

"Sei andata a curiosare sui social? Gli hai dato il numero, giusto?"

Samantha si rabbuiò. Guardandosi le mani, semplicemente rispose con un "non me l'ha chiesto"

"Cosaaa? Che galante!"

"O che menefreghista"

"Ma va, non scherzare. Si vede che era cotto. Non ti toglieva di dosso gli occhi un attimo! Lo hai steso!"

"Aha. Penso che comunque non lo vedrò mai più."

"Tu scherzi. Io penso che in settimana uscirò con Erik, anche se abbiamo il turno di pomeriggio chissene frega. Mi basta mezz'ora per mandarlo in paradiso!"

Fece una linguaccia e un'espressione che aveva ben poco da nascondere.

"Nina sei una maiala! Nemmeno lo conosci!"

"Infatti, la cena servirà a questo! Quanto pensi che mi serva per capire se uno è bravo a letto?"

"Io non ho parole. Ma ce l'hai un cuore?"

Risero entrambe così tanto da arrivare alle lacrime.

"Stai attenta alla strada, scema!"

Ci vollero giusto venti minuti, che furono riempiti di commenti poco signorili e progetti altrettanto discutibili, poi Samantha arrivò a casa.

"Ci vediamo lunedì. Vedi di venire a lavoro tutta intera, che abbiamo una commessa di roba costosa da fare!"

"Ma puoi a quest'ora della notte, dopo una serata del genere, pensare al lavoro?"

"Hei, non mi pagano mica per niente! Buonanotte, pazza"

"Buonanotte Sam. Grazie di essere venuta"

Nina le inviò un bacio dal palmo della mano, mise in prima e partì.

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Dopo una doccia calda, Samantha si ritrovò stesa nel suo letto matrimoniale, troppo grande per il suo corpo ma troppo piccolo per contenere i suoi pensieri.

Erano passate ormai le cinque.

Con lo sguardo fisso sul soffitto, osservava le stelline che, da ragazzina, vi aveva attaccato. Si illuminavano al buio e negli anni 90 andavano di gran voga.

Un pensiero, uno solo, la teneva aggrappata alla veglia: Fadi.

Non sapeva spiegarsi davvero per quale ragione non riuscisse a smettere di pensarci.

Era accaduto esattamente quello che non doveva accadere: aveva conosciuto una persona che le aveva smosso qualcosa. Qualcosa che era fermo lì, assopito nell'angoscia, e che ora scalciava di curiosità.

Se chiudeva gli occhi, non poteva che rivedere le scene di quella serata una dopo l'altra: Fadi che la prende per mano e la porta a ballare al centro della pista; Fadi che, apparentemente distrattamente, le appoggia una mano sulla vita per farle strada; Fadi che balla e le sfiora il braccio; Fadi che le dice "sei molto carina"; Fadi che le chiede l'accendino e, volontariamente, indugia sul palmo della sua mano ritornandoglielo; Fadi che, a fine serata, la saluta con un bacio veloce e le fa un sorriso da capogiro; Fadi che non le chiede il numero o un profilo social.

Questi pensieri l'accompagnarono per almeno un'ora, prima che si addormentasse.

Fiamme Gemelle, amore e destinoWhere stories live. Discover now