Prologo.

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HARRY'S POV

"E un'altra intervista è andata". Penso mentre la limousine nera ci riporta all'aeroporto.

Entro su Twitter giusto per scrivere della favolosa-si fa per dire-chiacchierata con l'ennesimo intervistatore.

"Grande serata con i compagni. Tutto l'amore. Xx"

Clicco invio e le notifiche arrivano quasi subito. Chi mi chiede di seguire, chi ritwitta, chi mi scrive in quei dannati gruppi-venisse un accidenti a chi ha messo questa funzione-. Decido di seguire un paio di ragazze, giusto per fare impazzire un po' i fan.
"Sono così tenere quando si emozionano per così poco" penso uscendo dall'applicazione e bloccando il telefono.

Rimetto il telefono nella tasca dei miei jeans neri e osservo i miei stivali, "Dio Harry, come può la gente dire che sono orribili?" Ripeto osservando la pelle argentata di quest'ultimi.

"Quanto manca?" Chiede Niall al conducente.
"Circa venti minuti, signor Horan" risponde l'uomo ricevendo un cenno di approvazione da parte del ragazzo.

Di solito durante il tragitto per il ritorno chiacchieriamo molto. Ma non oggi. Già, perché oggi è un giorno speciale: torniamo per un periodo a casa e nessuno ha voglia di fare conversazione.

Osservo i miei compagni.
Dio solo sa cosa darei per loro, siamo cresciuti insieme e credo che un rapporto del genere non può essere distrutto.

"Zayn. Ci manchi davvero tanto" ripete la mia mente come un disco in vinile.
Cerco di distrarmene guardando fuori dal finestrino.

Mi rilasso in questi minuti rimanenti pensando a quando tornerò a casa a rilassarmi.

Abbasso un po' il vetro accanto a me per osservare il cielo stellato e l'aria primaverile mi accarezza il viso facendo svolazzare la mia camicia bianca, ciò mi provoca dei brividi perciò richiudo in fretta sfregando le mani sulle mie spalle per riscaldarmi.
"Pessima idea" penso.

Arrivati all'aeroporto mi avvicino a Louis.
"Prendiamo lo stesso come al solito?" Chiedo a voce bassa.
"Mi spiace Riccio, non posso. Torno tra un paio di giorni" dice abbassando il capo. Faccio un cenno di approvazione. Decido di non soffermarmi a chiedere troppo. In fondo ha detto che starà via solo un paio di giorni.

Io e i ragazzi iniziamo a salutarci con baci e abbracci mentre le guardie ci informano di essere in ritardo. Come sempre.

Il viaggio in aereo è durato una paio d'ore, nelle quali ho dormito ascoltando musica.

Sento ancora le note di All of me ronzarmi in testa mentre mi dirigo verso l'hotel che mi ospiterà per i prossimi giorni, prima di tornare nella mia casa.

Non accadeva spesso, ma ogni tanto ne avevo bisogno. Prenotavo una camera in un albero nei pressi del centro di Londra. La maggior parte delle volte Louis rimaneva con me, ma non oggi.

Saluto la ragazza della reception. Alta, occhi verdi e capelli scuri. Credo ci provi con me fin dal primo giorno, ed oggi, come al solito, ha una scollatura particolarmente aperta.

Mi guarda con malizia credendo che mi possa interessare.

"Ah, se solo sapessi che ho un ragazzo e che ti guardo in quel modo per cordialità" mormoro tra me e me.

Mi porge la chiave e la prendo dal bancone. Mi fa l'occhiolino e le sorrido cordialmente prima di salire verso la mia solita stanza, 218.

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