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Non riuscivo a stare concentrato su nulla di ciò che avevo intorno a me. Mi portarono in una stanza bianca con un macchinario molto grande, poi di nuovo in ascensore e in un'altra stanza. Dottori ed infermieri continuavano ad entrare ed uscire, passarmi accanto, misurandomi la pressione o controllandomi le flebo. Non riuscivo ad inquadrare nessun viso a causa delle mascherine e di quei camici verdi in carta che portavano. Mi sentivo stanco e spaesato. Avrei solo voluto che qualcuno restasse al mio fianco perché avevo paura. Non era un'operazione così rischiosa da quanto avevo capito, ma non ero esattamente la persona più lucida che potessi essere in quel momento e un'operazione fa sempre paura alla fine dei conti.
Io poi ero sempre stato un fifone, mi facevo accompagnare da Jungkook pure a fare la pulizia dei denti. Si sedeva vicino a me e mi teneva la mano. Non mi importava dello sguardo giudicante del dentista, né tantomeno di quel suo assistente che si divertiva un po' troppo ad armeggiare all'interno della mia bocca mentre faceva gli occhi dolci al mio fidanzato. Avrei voluto che Jungkook potesse essere lì con me anche in quel momento, ma era egoistico da parte mia pensare una cosa simile. La verità è che io volevo che lui fosse lì con me perché questo avrebbe significato che lui stava bene, che quel codice rosso non era per lui. Eppure non lo potevo sapere e mi sentivo molto in colpa a non provare più così tanta ansia nel non conoscere i dettagli di ciò che ci era successo. Forse era colpa di qualsiasi cosa mi avessero iniettato poco prima, ma mi sentivo sempre più rilassato e ogni muscolo del mio corpo sembrava rilassarsi senza che io gli avessi dato il comando di farlo.
"Il paziente è quasi pronto."
Feci in tempo a sentire quelle parole che i miei occhi iniziarono a farsi sempre più pesanti. Un'infermiera entrò nella stanza con un vassoio. Poi buio.
~ ❀ ~
"Colazione a letto servita. Buongiorno amore" mi salutò Jungkook con il più splendido dei sorrisi.
"Mmh, buongiorno" risposi ancora assonnato girando il viso verso di lui, gli occhi ancora mezzi chiusi e le labbra protese verso di lui.
Mi scoccò un sonoro bacio a stampo prima di sedersi a fianco a me per mangiare.
"Ci aspetta una lunghissima giornata la sai vero?"
"Lo so, lo so. Però anche così non è male l'arredamento non credi?" risi indicando le pile di scatoloni che circondavano il letto.
"Assolutamente, direi che sia un arredamento molto moderno, sulle sfumature del marroncino, proprio come piace a te" scherzò lui.
"Ci pensi che questa è la nostra prima colazione insieme?"
"Ma non è vero" rise lui "abbiamo fatto colazione insieme miliardi di volte."
"Sì ma è diverso, ora la stiamo facendo nel nostro appartamento, non il tuo o il mio, il nostro."
"Ogni posto in cui sono con te diventa il nostro posto."
Mi voltai a guardarlo sorpreso. Raramente diceva cose così smielate. Appena incrociai i suoi occhi ci mettemmo a ridere. Fu tutto estremamente spontaneo. Ogni cosa mi sembrava genuina e facile con lui. Mi rendeva felice.
"Ma se oggi ci prendessimo la giornata per noi?" chiesi spostando il vassoio sul comodino.
"Hai insistito per fare la festa con i nostri amici domani sera. Se non iniziamo a sistemare subito sarà una festa in una discarica non l'inaugurazione della nostra nuova casa."
"Ma è la nostra prima mattina insieme" risposi mettendo il broncio.
"Non è la nostra prim – " mi guardò assottigliando lo sguardo. "Sai cosa? L'hai voluto tu" disse spostandosi di scatto sopra di me. Ridemmo entrambi tra un bacio e l'altro. E anche la nostra non-prima giornata insieme passò.
*spazio autrice*
day 4
Questo è il capitolo più corto, ma è anche stato il più difficile da scrivere. Siate clementi per favore, anche se ogni critica costruttiva è sempre ben accolta.
