La Stellina

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....Come saprei amarti, donna, come saprei amarti, amarti come nessuno seppe mai.

Morire e ancor più amarti.E ancor più amarti e ancor più.

P.Neruda



Adesso sono qua; si!

Lo sai dove..... dove ti ho sempre detto che ti avrei aspettata, dove ti ho sempre detto che avremmo vissuto poi insieme, per sempre, per l'eternità.

Lo so, per te il concetto di eternità è ancora incomprensibile, tu sei, del resto, come tutti gli abitanti della terra, incatenata da quelle larghe sbarre che sono il tempo e lo spazio, che non ti permettono di vedere oltre.

Ma non è mancanza tua, è normale che sia cosi; anche per me era difficile capire prima, ma adesso è tutto chiaro. Ti ricordi cosa ti dicevo sempre, per me l'eternità era ogni attimo vissuto senza di te, ogni attimo senza il tuo dolce sorriso, ogni attimo senza respirare il tuo gradevolissimo odore, ogni attimo che eri lontana da me; e sei stata lontana da me, oh si.... parecchio.

Adesso so cosa è l'eternità, è difficile da spiegare, ma posso provarci.

L'eternità è come una lunghissima, infinita, interminabile strada dritta nel deserto, e tu la percorri a piedi, e cammini e cammini, e ti stanchi, e sei solo, e non vedi mai niente all'orizzonte, tranne la tua personale strada dritta.

E cammini.

Beh, più o meno è questa l'eternità..... quando si è soli.

Ma io non sarò per sempre solo, io aspetto te, il mio Grande Amore, era cosi che ti chiamavo, ricordi?

E adesso sono qui, in vibrante ed estenuante attesa.

Sono qui sulla mia stellina, lo sai, sulla nostra stellina, quella stellina che più volte abbiamo guardato insieme in unico romanticissimo sguardo verso il cielo; quella stellina che, tra la lacrime ci promettemmo una notte, sarebbe stato il nostro nido d'amore per l'eternità.

Non è molto grande, sai, ma è pulita e confortevole.

Tengo sempre in ordine, spazzo il cortiletto in continuazione, sistemo le piante fuori, ho sistemato una panchinetta da dove potremo poi guardare il cielo per sempre, e ridere questa volta, basta con le lacrime, ne abbiamo versate in abbondanza.

Dentro poi è molto carino, un piccolo tavolo, due sedie, due finestre che guardano fuori nell'immensità del cielo, un fuocherello sempre acceso e un vaso con i fiori che tu ami, i tuoi preferiti, quelle gardenie bianche che un giorno mi regalasti, l'ultimo giorno che ci vedemmo.

Come posso dimenticare quel giorno, è stato il più bello e il più brutto della mia vita. Ti ricordi? Sei venuta a lavoro da me: dovevamo parlare.

Sapevamo gia tutto, sapevamo che sarebbe finito quel giorno.

Ricordi quanto ridemmo per come sono sgattaiolato sotto gli occhi vigili del mio capo, e come il mio collega mi strizzò l'occhio in un cenno d'approvazione quando mi vide allontanarmi con te nel parco.

Eri bellissima quel giorno, splendida nei tuoi jeans sabbiati e gli stivali che mi piacevano tanto, in quel maglioncino rosa che lasciava trasparire la bellezza del tuo corpo perfetto.

Ridemmo e poi piangemmo.

Ridere e piangere, questo è sempre stato il nostro rapporto.

Non ho mai riso tanto ne tanto pianto nella mia vita quanto con te.

La StellinaWhere stories live. Discover now