Livin' in a memory

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Resto al massimo un'ora e poi me ne torno a casa. O faccio inversione e non ci vado proprio? No, altrimenti poi Barbara pianta il muso e riparte con i suoi soliti "Ma perché non esci mai con noi", "Ma te ne stai sempre a casa", "Ma la smetti di piangerti addosso?".

Ma, ma, ma.

Ma ci ha pensato che forse la vita non è tutta una festa, ridere e uscire con gli amici? O che forse non mi diverto a starmene a casa piangendo e guardando Grey's Anatomy in cerca di un po' di conforto? No, direi proprio di no.

No, massimo un'ora e poi "Scusate, devo andare, domani devo svegliarmi presto per studiare." Tanto Barbara non capirà, da quant'è che non dà un esame? E poi come le è venuta in mente l'idea di una festa di compleanno in stile anni Ottanta in una pista da pattinaggio? Idea grandiosa, così ho perso mezz'ora per cotonarmi un po' i capelli (con risultati discutibili), una vita per truccarmi e questo vestito verde fluo mi sta tutto appiccicato e mi sembra di soffocare. Forse sto davvero per soffocare. Magari adesso svengo, finisco nel fosso e ciao a tutti.

No, Eli, ti devi calmare. Accosto. Ormai il sole è calato, è sera. Guarda quante macchine. Chissà dove stanno andando. Tutte quelle persone... sono felici? Me la meriterei un po' di felicità. Delle risposte. Una chiusura. E invece continuo a pensare a lui. Sento l'impulso di chiudere gli occhi, allungare la mano verso il sedile del passeggero e sentire se è lì. Non lo farò, ovviamente non è lì. Potrebbe essere ovunque, ma di sicuro non lì.

No no no, non posso mettermi a piangere. Non mi vedranno con gli occhi gonfi e il trucco sbavato, non di nuovo. Alzo la musica, metto la freccia e riparto.

La pista da pattinaggio sarebbe anche un bel posto, se solo non odiassi essere qui. Okay, non è vero che odio essere qui. Anzi, da piccola questo era il mio posto preferito, chiedevo ai nonni di portarmici tutte le domeniche pomeriggio. Muovermi sulle rotelle, seguire il flusso di persone che si ripete in giri di pista sotto il tendone, sincronizzare i miei movimenti con il ritmo della musica... Mi trasmetteva energia e allo stesso tempo pace. E invece adesso passo lo sguardo tra la gente per vedere se lui è lì. Che stupida, ma se non sa nemmeno pattinare. O magari ha imparato? Basta, devo smetterla di pensarci.

Eccole là, sono già sedute a un tavolo. Mi accorgo solo adesso di come siamo tutte cambiate rispetto a quando andavamo alle medie. E no, non è solo colpa di trucco e outfit anni Ottanta. Con Barbara e Sara almeno sono rimasta in contatto, ma non so neanche più da quant'è che non sento Ilaria e Cristina. Di sicuro se la saranno presa, adesso arriverà il solito "Non ti fai mai sentire!" che nella mia mente suona ormai distorto e più alto di due ottave buone. Mi viene già da alzare gli occhi al cielo. Almeno mi hanno aspettato per ordinare.

Una cameriera si avvicina al tavolo: "Ecco, le vostre bibite." Come non detto.

"Ehiii, scusate il ritardo. Tanti auguri Barbara!" dico mentre mi avvicino per abbracciarla.

"Grazie, Eli! Stasera le noiose hanno preso tutte una coca, ma so che posso sempre contare sulla mia compagna di mojito!" risponde Barbara, con la sua solita enfasi. Sorrido. In fondo mi fa piacere esserci per il suo compleanno. Con il tempo abbiamo preso strade un po' diverse, ma so che su di lei posso sempre contare.

Saluto anche le altre. "Ciao ragazze, come state?"

Parte un giro di chiacchiere e aggiornamenti su università, lavoro, ragazzi, libri, serie tv, viaggi, quel ristorantino nuovo che hanno aperto in centro, quel post del cane che rivede il padrone dopo tanti mesi, ecc.

Dopotutto mi fa piacere ritrovarci tutte e cinque attorno a un tavolo, ridere e rievocare episodi successi negli anni. Era da tanto che non succedeva. L'ultima volta io e Luca stavamo ancora insieme...

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