Disegnare, Ciro? Non ci posso credere.
È impossibile, insomma, parliamo di Ciro e lui... Lui... Provo a giustificare la mia sorpresa con pensieri davvero giudicatori perché la verità è che proprio non me lo aspettavo.

Tutti continuano a elencarmi le loro passioni e ciò che sarebbero disposti a insegnare, a questo punto decido da chi farmi aiutare con qualche prova e alla fine i miei aiutanti spuntano ovunque.

«bene, da domani le lezioni verranno svolte qui, sotto il controllo della professoressa Varriale e di Beppe, l'amore della mia vita nonché una delle guardie migliori qua dentro.» lancio uno sguardo al sottoscritto che ridacchia alzando gli occhi al cielo.

«bene ora potete andare tranne chi ho eletto come aiutanti.»

****

Non posso neanche crederci, sinceramente ma sto per entrare nella cella di Ciro per la seconda volta in vita mia. Il cuore mi batte così velocemente che vorrei dargli die schiaffi per farlo calmare, dato che non mi piace affatto che faccia questa maratona per una cosa così stupida. Non so nemmeno il perché batte così veloce, insomma ci sono già entrata nella sua cella, ma stavolta sembra diverso.

Ma la domanda è: perché sto entrando nella cella di Ciro?
Capisco la vostra curiosità, avete perfettamente ragione.

La risposta è che ho "felicemente" scoperto che Beppe, ha dato il permesso alle coppie del progetto ad entrare uno nella cella dell'altro.

Una volta entrati nella cella -come tutti gli altri, del resto-, Ciro si accende una sigaretta e si siede sul letto di Edoardo, cioè quello inferiore.
Poso i milioni di fogli che ho in mano su una specie di tavolo al centro della stanza e faccio per sedermi affianco a Ciro. «non sapevo che ti piacesse disegnare, sai?»
«non te l'ho mai detto, infatti.» io sbuffo, innervosita.
«e fin lì c'ero, testa di minchia, intendo che non me lo aspettavo.» lui ride, vedendomi stizzita io invece, mi infastidisco ancora di più.

«cazzo ridi?» lui cerca di tornare in sé ma capisco che ogni tanto deve tossire per coprire qualche accenno di risata.

«ed io non sapevo che tu scrivessi storie d'amore ridicole in cui forse il protagonista fei tuoi pensieri sono io.» ora mi ha proprio sfracassato le palle.
Mi alzo e prendo i fogli dal tavolo mettendoli nel letto superiore.

«Dio, stavo scherzando piccerè.» dice, innervosito a sua volta.
«non mi piacciono i tuoi scherzi.» mentre salgo gli scalini, sento che lui si alza e mi si mette dietro.
Mi sfiora le cosce con le mani ed io ni giro si scatto, già pronta ad urlargli conto come si permette anche solo a sfiorarmi ma quando mi giro lo vedo con ancora la sugaretta accesa tra le labbra, intento nel assicurarsi che io non cada. È la cosa più dolce che abbia fatto da quando lo conosco, forse ne ha fatte altre, non mi ricordo.

Sorrido come una stupida e mi siedo sul letto. Lui rimane lì a fissarmi, mentre tra noi piomba un silenzio imbarazzante. Decido di romperlo, dato che mi mette a disagio. «in realtà anche io nella mia cella ho il letto di sopra, non rischio di farmi nulla.»
«e chi ha detto che volevo assicurarmi che tu stessi bene? Volevo solo guardarti il culo.» arriccio le labbra in una smorfia e dopo aver imprecato contro di lui borbottanto per un po', chiedo: «le lenzuola sono pulite o dovrei preoccuparmi?».
Lui mi sorride sfacciatamente.

«tranquilla piccerè, t'appost, nun rischi nulla.» lo guardo male e lui ricambia. Mi stendo sul letto e comincio a leggere i fogli che avevo distribuito, ma solo per trovarne uno a cui sono realmente interessata.

Appena trovo quello di Ciro la mia lettura diventa più attenta.

Qual è la tua passione più grande?
D̶i̶s̶e̶g̶n̶a̶r̶e̶
M̶o̶t̶o̶
A̶u̶t̶o̶
D̶i̶s̶e̶g̶n̶a̶r̶e̶
B̶o̶x̶e̶
P̶i̶c̶c̶h̶i̶a̶r̶e̶ q̶u̶a̶l̶c̶u̶n̶o̶
D̶i̶s̶e̶g̶n̶a̶r̶e̶

Disegnare.

Mi accorgo che è vero che la sua più grande passione è disegnarr per un motivo: ci ha pensato più volte.
Non sapeva se essere vero oppure no.

Comunque ora ho meglio da fare quindi inizio a lavorare su ciò di cui voglio parlare domani.

POV'S CIRO

Lei non mi vede ma io la sto guardando.

Sono appoggiato alla finestra mentre fumo uno spinello e la guardo come un fottuto maniaco.
Lei invece non mi degna nemmeno di uno sguardo, è troppo concentrata sui fogli che ha davanti, ha tolto le scarpe prima di salire sul letto e ha cambiato pantaloni prima di venire qui, ne ha indossati un paio del fratello, sono bianchi e lunghi fino alle ginocchia.

Non lo so ma è molto sexy mentre è intenta a concentrarsi e mordicchia una penna.
In realtà ai miei occhi è sempre sexy ma ora, nella sua completa tranquillità è persino meglio: è spontanea.

Mi sono accorto che quando è in mezzo alla gente è sempre tesa, anche se non lo fa vedere.

Ed ora invece è quotidiana, semplice, naturale.
Però si vede che è un po' preoccupata o comunque non del tutto rilassata, al pensiero che mi viene in mente il mio amico si alza. Cazzo, questa donna sarà la mia rovina.

Mi avvicino al letto, tolgo le scarpe e salgo sul letto.
Lei non alza nemmeno lo sguardo, così immersa nel lavoro, so io come risvegliarla ma soprattutto come rilassarla.

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