«perché?»
«si è messo contro a su famiglia, contro d ess.»
«chissà cosa deve aver fatto di così brutto.» rabbrividisco al solo pensiero, uccidere il tuo migliore amico non è di certo una cosa che fai tutti i giorni.
«o vier? Nun te stupisc, ca ucciso il su migliore cumpagn e tu crier che ce sta' na ragion?»
«beh credo che non l'abbia fatto solo per una semplice discussione, no?» Pino mi guarda con gli occhi sgranati, ma poi sorride.

«sì, c'è molto altro dietro a questo però fa comunque rabbrividire.» finisce.
Poi una domanda mi sorge spontanea.
«perché me lo stai dicendo?»
«pecchè so che nun vuò chiavà» oh mio Dio.

Mi sfugge una risata e scendo dal lavandino. «ne sei sicuro?»
«sì, nun te sfurzà d ess gentil, u sann anche gli altri pur se nu dicono», sento una rabbia che forze non dovrei provare, dato che non è nemmeno un mio amico però queste cose non mi piacciono per niente. «baciami.» dico, lui sgrana gli occhi.
«cos? No, nun poss»
«invece sì, te lo ho chiesto io.»
«o' sta facenn solo pecchè t'ho dett sta cos, no.»
«Pino baciami lo voglio davvero.» ed è così. Forse è la circostanza ma lo voglio fare.

Poi mi viene in mente un'altra cosa.
«perché non vuoi farlo? Prima hai detto che volevi scopare anche se non direttamente. Non sarà perché...»

«non voglio passare casini con Ciro, ho già fin troppi problemi e non...»

«le cose sul mio conto non sono vere, non lo sono. Io non sono la sua puttana.»

Rimane paralizzato per un'attimo e così io gli spiego. «non so se lo hai notato ma oggi ero nel dormitorio maschile perché volevo chiedere a Ciro di smentire le voci.»

«si scopr ca no è vier e che tu me sta a fa passà i casini co Ciro, t'accir» dice, ma sempre col sorriso.

Mi mette una mano sulla guancia e poi mi bacia.
Dio, che bella sensazione.
Inziamo a limonare e sento il suo profumo invadermi le narici. Non mi sarei mai aspettata che il mio secondo giorno qui sarebbe stato così però questi sono dettagli.

Pino mi fa sbattere contro il muro e continuiamo a baciarci, poi si stacca e mi acarezza i capelli. «si pop bell», sorrido e mimo un “grazie”.

«che sia chiaro questo è il primo e l'ultimo.» lui ridacchia.
«oh sì o sacc, famm godè l'attimo pe ora.»

Riprendiamo a baciarci e io gli tocco il petto, lui invece ha le mani sui miei fianchi.
Cazzo, da quanto non baciavo più un ragazzo?

Poi sento che Nad che ci chiama ed entrambi sappiamo che il tempo è finito.

Uscuamo dal bagno ed il mio sguardo trova subito Ciro, che mi guarda.
Lui passa lo sguardo da me a Pino ripetutamente e capisce tutto, dato che duventa più cupo di quanto non sia già, i suoi occhi neri mi fulminano sul posto ma non dice niente.

Si gira e torna a giocare e che si fotta, lui e il fatto che crede sia meglio che le persone pensino che io sia sua.

Mi siedo e anche Pino lo fa.
«ci abbiamo dato dentro, eh.» dice Nad ed io gli dò una gomitata, imbarazzata e lei onvece sembra contenta di averlo detto.
Tocca a me girare.
La bottiglia si ferma su Ciro.
Ci guardiamo a lungo ma lui non dice nulla, ed è come se ci amazzassimo solo con lo sguardo. Vedo che mi guarda le labbra ed io sorrido maliziosa. «obbligo o verità, Re dei Criminali?» chiedo, lui mi guarda con qualcosa negli occhi, qualcosa che non riesco a decifrare.

«obbligo», e capisco. Perché ora mi guarda cercando di comunicarmi qualcosa. Mima un “puttana”, che riesco subito ad afferrare perché tantissime persone me lo sussurravano un'anno fa.

«ti obbligo a smentire le voci che girano su di me, ma che non sono vere.» lui sorride, ed io sono grata che me lo abbia suggerito perché non mi era neanche passato di mente questo obbligo. Ormai mi ero già rassegnata ad accettarlo, come ho fatto con tante altre cose.

PISTOLE PUNTATE AL CUORE 🖤Where stories live. Discover now