CAPITOLO 18 - 18.1 Verso Lood

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"È una ricognizione e per qualsiasi problema dobbiamo chiamarvi subito."

Salutati tutti con i consueti gesti, la principessa si avviò al carretto seguita da Taiki. Anche Yumiko salutò la truppa, per ultimo il proprio Protettore, incamminandosi con Eiji che la scortò chiacchierando fino al buga.

Il gruppo di Giustizia fu il primo a partire: Heiko e Odan presero i primi ghora pronti, salirono in sella e aspettarono che Sayuri si congedasse da Namis e Kalooy per poi sfrecciare tutti insieme giù per la piccola collina. Entro sera avrebbero dovuto raggiungere la spiaggia al limitare di Meki.   

◾◾◾

In viaggio da qualche ora Heiko, pur setacciando i dintorni, poteva dirsi sicuro che il nemico non si fosse spinto fin lì, ma era meglio non abbassare la guardia. I compagni, dal canto loro, erano purtroppo più impegnati a cercare di vincere una gara di corsa, che tenere alta l'attenzione. Con un colpo delicato di staffa il principe lanciò il ghora a tutta velocità, costringendo gli indisciplinati amici a una brusca frenata.

"Non ho intenzione di farvi da balia per tutto il viaggio. Abbiamo una missione da concludere in tempistiche prestabilite. Io non sono mio fratello, non mi farò alcun riguardo con voi e sono disposto ad accettare un unico compromesso: il mio. Perciò, basta con le sciocchezze."

Le parole di Giustizia colpirono nel segno e sia durante la sosta del pranzo, sia lungo il prosieguo dell'itinerario, Sayuri e Odan si comportarono in maniera responsabile.

Nonostante la sfuriata, Heiko prestò attenzione alle necessità dei compagni. Quando si accorse che Sayuri stava lentamente perdendo vigore, fu il bosco a essergli d'aiuto e convinse gli altri a rallentare, sapendo che l'umana non avrebbe accettato di sentirsi dire in faccia che fosse stanca.

In prossimità della spiaggia si udirono voci di bambini, ma sbucando dagli alberi, ad accoglierli, scoprirono un intero accampamento.

"Evviva, siamo arrivati. Sono sfinita e ho fame."

"Io avrei potuto andare avanti ancora", si bullò Odan sgranchendosi la schiena.

"Magari per cena mi pappo il tuo destriero, così domani ti faccio correre con me e poi vediamo se..."

"Se avete tutte queste energie per lamentarvi possiamo sul serio continuare a muoverci."

Heiko, stoico, stroncò sul nascere il possibile litigio, avanzando verso i piccoli zemlyani con il proprio destriero. Dopo un primo momento di perplessità, il gruppetto lo riconobbe e gli porse calorosi saluti, invitandolo a giocare.

"Mi farebbe piacere, ma prima, potreste dirmi da dove venite?"

"Siamo del villaggio di Risiwe", rispose quello all'apparenza più grande.

I piccoli erano tutti malconci, indossavano abiti strappati, impolverati e avevano tagli e contusioni sul corpo. I loro occhi azzurrini, per quanto vispi, erano affossati in profonde occhiaie.

"E potrei sapere perché vi trovate qui?", domandò al suo interlocutore, immaginando già la risposta.

"Sono arrivate le Ombre, hanno distrutto tutto e siamo dovuti scappare."

Gli amichetti ammutolirono, alcuni singhiozzarono e si strinsero agli altri.

"E le truppe che si trovavano sull'isola?", domandò Odan a Heiko, ma al principe era chiaro che si trattava più di un pensiero espresso a voce alta che di una vera e propria richiesta.

"È grazie a loro se noi siamo vivi, ma il villaggio è stato distrutto e molti dei grandi sono morti per salvarci..."

Colto da un momento di rabbia, il ragazzino si voltò e corse via. Una bambina provò a fermarlo, ma lui se la scrollò di dosso, lasciandola indietro. Fu Sayuri ad andarle appresso.

Zemlyan: RebirthWhere stories live. Discover now