𝕬𝖈𝖙 2 (𝕽𝖊𝖛𝖎𝖘𝖎𝖔𝖓𝖆𝖙𝖔)

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Usagi's POV

«Usagi! Sveglia! Farai tardi!» sento chiamare mia madre, ma non sa che sono già sveglia. «Eccomi. Buongiorno mamma.» mio padre è lei rimangono senza parole.
«Sei caduta dal letto per caso?!» rido alla batuta di mia madre. «No no, sto più che bene. Solo che una mia vecchia amica. La Sunny, verrà a prendermi oggi. E ha detto che andremmo a scuola insieme.» «Quella “Sunny?” Quella che non abbiamo avuto sue notizie per anni?» anuisco appena. «EH si.» sposto la sedia e mi siedo per fare colazione. La mamma ha comprato la Nutella, ed io vado matta per quello. Mi faccio quattro fette di fette biscottate. Insieme a un succo di frutta.

«La solita. Non devi mangiare quattro fette. Ma due.» mi rimprova mia madre. Luna la mia gatta come al solito si rassegna. «Io vado.»
«Ma non hai detto che sarebbe arrivata lei?» due secondi dopo suonano alla porta. «Ah eccola. Deve essere lei.» apro la porta e mi trovo Sunny davanti.
«Ciao Sunny. Che piacere rivederti. Sei cambiata tanto.» mia madre le fa i complimenti e lei arrosisce. «Grazie mille signora. Ma anche lei sembra più giovane che mai.» «Ora scusatemi, ma prendo Usagi.» «Ci vediamo dopo allora. Ciao.» ed esco di casa con lei.

» ed esco di casa con lei

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«Mh... Come mai ti sei ricordata della mia casa? Non hai pensato un attimo che avrei cambiato la casa?» «Ho pensato tutte le cose più assurde. Ma mi sono detta: sarà ancora nella vecchia casa... Provo.» ride. «Sunny, ma tu quanti anni hai?»

si blocca in mezzo alla strada. «P-perché chiedi?»
«Ma così... Perché non si può?»
«Si, ma non me lo aspettavo...» comincia a camminare. «Allora, ti lascio indovinare.» sbuffa ridendo. «Eddai... Allora... Io ne ho venti ,ma tu eri due anni più di me, così devi avere...» «Ventidue.» mi guarda appena. «Ne ho ventitré! Ero tre anni più grande di te.» ridiamo e lei sospira. «Ma i tuoi genitori? Mi piacerebbe incontrarli.» «Sono morti in un incidente d'auto. Non ci sono più. Perciò non scomodarti a venire a casa mia.» le sue ultime parole, sono così fredde.

Durante la strada non abbiamo detto nemmeno un'altra parola.
Non sapevo cosa dirle. Cosa dire, cosa fare, cosa commentare. Così io arrivo al mio liceo. «Si vede che hai studiato.» guarda il liceo
«EH si, puoi ben dirlo. È dura abbastanza, ma me la cavo, grazie alle mie amiche. Comunque te le presento dopo se vuoi.» rispondo tutta felice. «Si vedrà. Comunque Usagi, non serve che ti senti in colpa per la morte dei miei genitori. Non lo sapevi.». Vado e la abbraccio. «Ma posso sapere che è successo?» lei abbassa lo sguardo.«Ne parliamo dopo. Che dici? Davanti a un gelato.» mi fa l'occhiolino. E così entro in classe.

Cerco di concentrarmi, ma ogni tanto la mia mente vaga

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Cerco di concentrarmi, ma ogni tanto la mia mente vaga. «Tsukino?» «TSUKINO!? Mi stai ascoltando!?» sussulto. «Ecco... Io...» sospiro. «Oh Dio! La solita. Va bene Usagi cara. Visto che non hai sentito nulla dalla lezione. Mi farai due pagine di compiti sulla Fenice. Sul Fenix. L'uccello di fuoco.» la guardo attentamente. «Possiamo farlo anche noi?» chiede una ragazza.
«Prima la voglio vedere solo da Usagi. Poi vediamo.» sospiro. “Perché non sto zitta?!”
Così... Le ore della scuola sono finite. Decido di chiamare le ragazze per un gelato, ma nessuna di loro risponde.
Durante la strada per la casa,decido di passare dal parco. «Sentire gli uccelli che cantano mi rilassa.» inspiro rilassata.«Mi serviva tutto ciò.» «Sei da sola?» vedo Sunny su una panchina che mi saluta. «Hei ciao.» vado da lei e mi siedo. «Andiamo a prendere un gelato? Mi piacerebbe parlare.» anuisco con un sorriso.
Andiamo a sederci sotto un albero. «Serviva questo gelato freddo. Allora mi vuoi dire, se non disturbo troppo... Come sono morti?» il sorriso che aveva prima, e scomparso. «Scusami, non dovevo.» lei sorride. «Tranquilla. Sarò breve.»

* * *
«Avevamo deciso di andare in montagna alle terme. Tutto bello, perfetto. Fin quando un mostro, non cominciò a trasformare tutti in acqua, polvere, in qualsiasi cosa che aveva davanti. Si sono presentate delle ragazze vestite in modo assolutamente strane e lo hanno combattuto, ma uno di loro attacchi, andò dritto agli miei genitori... Così.» mi blocco completamente. «Ho cercato quelle ragazze da quel giorno, ma non so dove sono... Così ho deciso che se mi esce davanti, la stessa ragazza! La ucciderò con le mie stesse mani!»... «E-e -e ora di andare a casa. Poi devo studiare.» la saluto con un sorriso e corro a casa.
«Hei Usagi. La mamma ha fatto la torta al limone come piace a te. » Luna mi esce davanti ma non la ascolto e vado in camera mia. «No!»

 «No!»

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