6 anni

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Il tempo era un qualcosa di così irrazionale all'occhio umano.
Un po ' come l'amore,solo che esso non potevi capirlo.
Non potevi capire l'amore,era l'impossibile.
Il tempo invece lo capivi,il tempo era un qualcosa che doveva accadere.
Un qualcosa che accadeva per una ragione,l'amore invece era il suo esatto opposto.

Mi rendo conto che mettere a paragone una cosa come l'amore,un sentimento irrazionale e un avvenimento prescritto sia da folli
Ma mi rendo anche conto che il tempo,a differenza dell'amore,esista per un motivo.
Senza il tempo il mondo non esisterebbe,non ci sarebbero gli orari,le stagioni,le feste,non esisterebbe niente.
Mentre senza l'amore il mondo continuerebbe con il suo andare,senza inutili dolori e stupide ferite interiori,più che esteriori.
L'amore è astratto,così come il tempo.
Sono simili,ma non uguali.

<<andiamo ti muovi?!>>
Senti richiamarmi.
<<arrivo!>>
Mi precipitai giù in salotto.
<<cristo santo Christian quanto ci metti per preparati ogni volta>>
Disse con la bocca piena di cibo.
<<scusa Alex,sai come sono fatto>>
Proferì con un finto sorriso,uno dei soliti.
<<hm hm,ti stavi deprimendo come tuo solito vero?>>
Mi domandò rimproverandomi con lo sguardo.
Alzai le spalle in risposta.
<<Chri...>>
<<lo so lo so...>>
<non puoi continuare così,sono passati->>
<<6 anni...>>
<<lo so...>>
<<solo che...fa ancora male>>
Mi guardò con occhi spenti,forse i miei non erano tanto diversi.
<<dobbiamo andare,su o faremo tardi>>
Divagai il discorso per poi prendere le chiavi dell'auto e uscire da quelle quattro mura che per tutti quegli anni,non avevamo fatto altro che subire le mie continue lamentele inutili.

Non aveva senso deprimersi in quel modo,il tempo passava per una ragione e con esso l'amore ma-quello per qualche assurda ragione sembrava non voler sparire.

Poco dopo Alex entrò con me in auto,tacemmo,nessun rumore,nessuna battutina inappropriata,niente.

Quando arrivai a scuola ballo non mi persi in chiacchiere inutili,mi fiondai in sala,salutai i ragazzi ma solo dopo mi accorsi di una nuova bambina.

Riccia,bionda,non troppo alta con due occhi blu,ricordavano il mare.

Forse era quella la bambina nuova di cui mi aveva parlato giorni fa una mia collega.
Mi avvicinai a lei.
<<Hey piccola>>
Si girò verso di me.
Cazzo.
<<Salve>>
La piccola aveva due guanciotte che avrebbero fatto invidia ad un neonato,un viso dolce,una fossetta sulla guancia sinistra,avrà avuto sì e no 6 anni.
<<Io sono Christian,tu sei?>>
<<Samantha>>
Così come il viso era dolce,la sua voce non era da meno.

Samantha.

All'udire quel nome mi tornano in mente ricordi,ricordi su ricordi,ma li scacciai poco dopo al sentire la giovane richiamarmi.
<<lei è il mio insegnate di hip-hop?>>
Dolce.
<<si esatto>>
Sorrisi,lei ricambiò.
<<puoi darmi del tu comunque>>
Continuai rassicurandola con lo sguardo.
<<Papà si arrabbia quando do del tu agli adulti>>
<<dice che è mancanza di rispetto>>
Ah si?
<<beh,allora facciamo così>>
<<noi non diciamo nulla a Papà ok?davanti a lui mi dai del lei, per il resto puoi darmi tranquillamente del tu>>
<<che dici?>>
Le mostrai uno dei miei sorrisi migliori,in risposta mi mostrò il mignolo.
<<giurin giurello?>>
Glielo strinsi.
<<giurin giurello.>>
Sorrise.
<<Bene,dai iniziamo questa lezione.>>
Mi alzai per poi raggiungere il centro della sala,richiamati tutti i ragazzi finalmente iniziammo la lezione.





La maggior parte del tempo posai i miei occhi su Samantha,era brava,si ricordava molto facilmente i passi ed era sciolta.
Troppo per una ballerina di hip-hop.
Mi stupi alla vista della facilità con cui eseguisse la coreografia a confronto con gli altri bambini.
Era innegabile la sua bravura,ed era evidente che non era la prima volta che eseguisse cose del genere,o almeno cose che c'entrassero con il mondo della danza.
Che i suoi genitori ballassero?



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