Fate

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Era una normale giornata estiva nella piccola cittadina di Hawkins, gli uccellini cinguettavano, la brezza estiva soffiava lieve e leggera, una ventata fresca che donava sollievo in quella giornata calda ed afosa. Molti, in quel periodo, pensavano di andare in vacanza altrove approfittando delle ferie, facevano un salto alla piscina comunale dove i bambini si divertivano a fare tuffi, a schizzarsi oppure a giocare a palla, alcuni ragazzi giravano la città in bici felici ormai di essere liberi dall'oppressione della scuola, mentre altri, un piccolo numero di persone, restavano in casa a gustarsi la compagnia degli altri. Quest'ultimo destino era toccato a due giovani ragazzi di cui nome facevano Eddie e Steve, che sdraiati sul fresco prato verde della villa di quest'ultimo, osservavano il cielo azzurro e limpido di quella meravigliosa giornata non prestando però attenzione a nient'altro che alla persona al loro fianco. I due si erano conosciuti quello stesso giorno, puro caso del destino, i genitori di Steve e lo zio di Eddie erano stati grandi amici in passato, e i due dopo essere tornati da un lungo viaggio di lavoro e scoprendo le condizioni di vita ed economiche del loro grande amico e di suo nipote, non erano riusciti a non invitarli ed ospitarli per un periodo indefinito nella loro imponente casa, troppo grande per tre persone, e soprattutto per Steve che la maggior parte delle volte rimaneva solo tra quelle mura. In quel momento lo zio Wayne stava davanti al barbecue a cuocere qualche salsiccia e qualche bistecca, lui aveva questa grande passione di stare dietro ai fornelli, sperimentare ricette e cucinare buon patti, soltanto che la loro situazione economica non aiutava molto a far fruttare questa passione. I genitori del ragazzo dai capelli corvini intanto, seduti sul loro dondolo marrone, chiacchieravano, tutti insieme, portando a galla vecchi ricordi del liceo, da quelli più belli a quelli più imbarazzanti che magari avrebbero preferito rimanessero sepolti nell'oscurità della loro memoria.

I due giovani ragazzi, annoiati da quelle chiacchiere anche se divertenti, si erano messi sdraiati sul prato, e ormai erano interi minuti che erano rimasti lì a scrutare il cielo mentre le loro spalle si sfioravano al minimo movimento dell'altro. Si stupirono di scoprire di andare allo stesso anno dello stesso liceo, non si erano mai incontrati in quattro anni, nemmeno di sfuggita, eppure tutti e due avevano una grande reputazione alle spalle che col tempo li aveva fatti diventare famosi: Eddie era quello strano, mai voluto dagli altri, troppo impegnato con stupidi giochi per mettersi una buona volta a studiare. Steve, invece, era il ragazzo festaiolo che non mancava mai ad un party, che non aveva mai un capello in disordine (soprattutto a causa della sua mania al perfezionismo) e che ci sapeva fare con le ragazze, anche se dentro di sé teneva un "oscuro" segreto. Anche se agli occhi esterni sembravano due persone completamente diverse, destinate ad odiarsi al minimo sguardo, i due fin da subito avevano trovato una strana connessione con l'altro, una somiglianza che mai si sarebbero aspettati, si sentivano così diversi ma così simili, in fondo le apparenze mentono sempre, e anche questa volta era così. Avevano iniziato a parlare del più e del meno da un momento all'altro e non avevano più smesso, il cielo azzurro e le nuvole soffice testimone, a differenza delle storie smielate dove le stelle sono sempre presenti all'avverarsi di questi miracoli. Steve trovava Eddie una persona stravagante, con modi di fare fuori dal comune, con un certo modo di atteggiarsi che gli metteva il sorriso sul volto, forse era stato proprio quello che lo aveva attirato. L'altro invece trovava il ragazzo dai capelli corvini più del solito ragazzo perfettino, spesso artefice di atti di bullismo e più muscoli che cervello come nei soliti teen-drama. Steve era simpatico, dolce, che si preoccupava per il prossimo e che comunque riusciva a tirare fuori qualche battuta o storiella davvero esilarante. Tra un argomento e l'altro il tempo passava, volava come un'aquila nel cielo, e alla fine, nemmeno loro sapevano come, iniziarono a parlare dei loro sogni, di chi volevano essere e diventare.

"Allora Eddie, che cosa desideri più di ogni altra cosa al momento?" chiese Steve con un sorriso sul volto mentre osservava l'altro: il volto sollevato nella sua direzione, poggiato su una mano a pugno, e le gambe, una sdraiata mentre l'altra alzata, fasciate da dei blu jeans attillati.

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