Due: Deliberate Spinte e Lucertole Aliene

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«Alzati e splendi, mia giovane Eleanor!» grida mia madre, aprendo la porta della mia stanza con una tale forza da farmi pensare che si tratti di un vero e proprio terremoto.

Mugugno un lamento, coprendomi la testa con il cuscino.

«Ancora cinque minuti» bofonchio, ma la mamma apre le tende, facendo entrare la luce che sembra disintegrarmi gli occhi.

«Ti avevo detto di non tornare più tardi di mezzanotte, signorina — ribatte, e io sospiro: pensavo non se ne fosse accorta. Che ingenua — E poi, c'è un giovanotto che ti aspetta al piano di sotto»

Mi alzo a sedere di scatto, inarcando un sopracciglio. Per un attimo, la stanza sembra girare attorno a me: forse quel punch un po' di effetto lo ha fatto, dopotutto.

«Chi?»

«Alzati da quel letto e lo scoprirai» mi dice, senza riuscire a trattenere un sorrisetto.

Sbuffo, levandomi le coperte di dosso. Mi lavo e mi vesto in fretta e furia, un po' perché sono in terribile ritardo, e un po' perché sono curiosa — oltre che terrorizzata — di sapere chi ci sia di sotto.

Scendo le scale velocemente, rischiando di inciampare nei miei stessi piedi tra un gradino e l'altro.

Quando varco la soglia della cucina, trovo davanti a me una scena surreale: Steve sta facendo colazione — con i miei pancake, tra l'altro — insieme a Dustin e mia madre.

«Oh, finalmente Nellie» mi accoglie mamma, mentre Dustin guarda di sottecchi Steve.

«Che ci fai qui?» domando all'intruso, ignorandola.

«Buongiorno anche a te — sorride, alzandosi da tavola mentre si pulisce gli angoli della bocca con un tovagliolino — La ringrazio dei pancake, Signora Henderson, erano squisiti. Ora però sarà meglio se andiamo, o rischiamo di fare tardi»

«Ma Dustin...»

«Vado in bici, non c'è problema» afferma ammiccando, per poi prendere il suo zaino.

Dò una veloce occhiata a mia madre, che sembra quasi starmi incoraggiando ad andare con lui. Ma che diavolo hanno tutti?

Sospiro, prendendo una mela dal cesto della frutta per poi seguire Steve.

«Era necessario?» domando una volta fuori, aprendo la portiera della sua auto.

«No, ma è stato divertentissimo vederti in imbarazzo Nellie. Non ti si addice molto il soprannome zuccheroso, lasciatelo dire» commenta divertito, infilando le chiavi nel quadro.

«Vaffanculo, Harrington» borbotto con un sorrisetto, sedendomi sul sedile del passeggero.

Steve mette in marcia, poi accende la radio. Mi accorgo immediatamente che la cassetta di Dolly è ancora inserita da ieri sera.

«Niente Nancy?» inquisisco, cercando di capire come si è evoluta la situazione dopo ieri sera.

«Scherzi? Mi ha detto che la nostra relazione è una puttanata e che io sono essenzialmente la persona peggiore dell'Universo e dico soltanto puttanate. Oh e, quasi dimenticavo, siamo stati noi ad aver ucciso Barb. Direi che ho il diritto di tenerle il muso, no?» chiede retorico.

Beh, non ha proprio tutti i torti, ma questo non posso dirlo ad alta voce. In primis perché non riuscirei fisicamente a guardare in faccia Steve Harrington e dirgli "hai ragione", e in secundis perché non ero presente al momento del litigio, quindi non posso essere certa che la sua versione sia vera senza aver sentito quella di Nancy.

«Avresti almeno potuto fare in modo che arrivasse a casa sana e salva» bofonchio in risposta, senza sapere a cos'altro aggrapparmi.

«Ma lo ho fatto. Ho chiesto all'altro suo ragazzo, a Jonathan, di riaccompagnarla a casa»

Out Of Touch - 𝘚𝘵𝘦𝘷𝘦 𝘏𝘢𝘳𝘳𝘪𝘯𝘨𝘵𝘰𝘯Onde as histórias ganham vida. Descobre agora