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I'm waking up, i feel it in my bones
Enough to make my systems blow
Welcome to the new age, to the new age

1 dicembre 2019

I raggi del sole che filtrano nella stanza destano il mio sonno. Mi stiracchio e osservo Lucas dormire. Prenoto il servizio in camera e nel frattempo mi faccio una doccia. Qualcuno mi cinge i fianchi da dietro e sorrido.

«Non stavi dormendo?»

«In realtà no».

Lucas si avvicina e poggia le labbra sulle mie. Una sua mano scende sul petto, fino a raggiungere la mia semi erezione.

«Lucas, sai che non possiamo...» mormoro, cercando di rimanere lucido, ma fallendo miseramente. «Shh. Dopo le qualifiche di ieri hai bisogno di attenzioni», ribatte. Mi guarda con espressione innocente mentre me lo prende in bocca e getto la testa all'indietro. «Non farmici pensare. Partire quarto non rientrava nei miei piani. Ah, più veloce!» dico.

Poggio la schiena contro le piastrelle e stringo in un pugno i capelli del mio ragazzo. Gemo, non curandomi del mio tono di voce. Lucas si rimette in piedi e con un dito si pulisce l'angolo della bocca. A interrompere questo momento ci pensa qualcuno che bussa alla porta. Il Riccio lega un asciugamano in vita ed esce dal bagno mentre io finisco di lavarmi. Infilo l'accappatoio e mi siedo sul letto, pronto per degustare la colazione.

«Sei nervoso per la gara?» domanda Lucas e inforca del bacon. «Un po'. Stranamente non sento la pressione. È il mio primo anno in Ferrari e vincere il mondiale è sempre stato il mio sogno, però se dovesse andare male non me ne farei una colpa. So che ho dato tutto me stesso e che sono capace di fare di più. E poi, ci sei tu al mio fianco».

Il mio ragazzo sorride e posa una mano sulla mia.

«Anche se non vincerai, sarai il campione morale di tutti noi»

«Sono fortunato ad averti al mio fianco», dico d'un tratto. «E continuerò a starci. Non ti libererai facilmente di me», ribatte e sorrido.

Il mio telefono squilla e roteo gli occhi.

«Charles, dove sei? Tra dieci minuti ti voglio nel motorhome. Ricordati delle interviste!» trilla la mia PR e la rassicuro.

Mi preparo e lancio una maglia del team a Lucas.

«Tu che fai? Preferisci aspettarmi nel motorhome?» domando mentre ci rechiamo verso l'ascensore. «In realtà mi vedrò con Caterina. È davvero simpatica», risponde.

Una volta usciti dall'hotel prendiamo due strade diverse. La mia PR mi trascina letteralmente nella sala interviste e rispondo alle stesse domande che mi stanno ponendo in questi giorni: gestione gomme, pressione sulla gara, aspettative per l'anno prossimo, possibili strategie.

«Ti abbiamo visto nel paddock insieme al tuo ragazzo. Ci parli di lui?» chiede una giornalista e deglutisco. «Studia finanza e marketing», rispondo semplicemente. «Da quanto traspare, è stato semplice per te andare avanti», continua la stessa di prima e serro i pugni sotto al tavolo. «Stiamo parlando della mia carriera o della mia vita privata?» ribatto inviperito e la diretta interessata spalanca la bocca in una "o" perfetta.

Mi congedo ed esco dalla sala abbastanza seccato.

«Kristen, non seguirmi. Ho bisogno di stare da solo e sbollire la rabbia», borbotto e la mia PR annuisce comprensiva.

Incrocio Pierre all'entrata della palestra e decido di allenarmi con lui. Devo scaricare la tensione.

«Non hanno un briciolo di empatia», dice il mio amico dopo avergli raccontato dell'intervista. «La gente deve smetterla di fare gossip sulla nostra vita. Poi si lamentano se vogliamo tenere un profilo basso!» sbotto e Pierre mi dà ragione.

Montecarlo // Charles Leclerc [COMPLETA]Where stories live. Discover now