capitolo 12

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prima settimana di Aprile, 1588.

Erano passate esattamente tre settimane da quando Louis era partito e ad Harry mancava come l'aria.
In questi giorni era stato tutto molto tranquillo, circa.
Liam era sempre di pessimo umore e ogni volta che chiedeva cos'era successo, non rispondeva mai dando solo bruschi "non sono affari tuoi" oppure piccoli "lascia stare" a cui il principe insisteva ma senza successo.

Non era più abituato a stare senza i due pirati e Louis.
Con Niall aveva legato molto quando era in letigio con il capitano e lui lo consolava.
Con Zayn non ci parlava moltissimo ma di sicuro erano amici dopo alcune discussioni sui reali e sulla ciurma.
Niall gli raccontava sempre storie sui pirati con emozione invece il moro in modo più pacato ma dettagliato.
A lui piaceva da morire confrontare quelle storie con i suoi libri e vedere le differenze che alla fine non erano moltissime, solo che vissuta da vicino può essere più pericoloso ed entusiasmante.

Harry vorrebbe tanto avere la possibilità di partecipare a qualcuna, gli è sempre piaciuta quell'adrenalina che si provava in momenti come questi.
Tenere in mano una spada e usare le lezioni di Louis e Liam per sopravvivere, si, sarebbe il suo sogno.
Essere sempre in bilico tra morte e vita, gli dava quella spinta per godersi la vita.
Solo che lui non poteva, e non potrà mai, per il suo stato ovviamente.
Già ha dovuto pregare per avere qualche lezione sulle spade, essendo che "non era utile come re" ma Harry lo voleva così tanto da usare la sua posizione per raggiungere l'obiettivo.
Gli piacerebbe andare con Liam e combattere in guerra, per vedere il suo popolo, per dimostrare che potevano contare su di lui e che gli avrebbe protteti con tutto se stesso.
Purtroppo nessuno glielo permetteva, neanche Louis, parlando della sua poco esperienza e del pericolo a cui viene sottoposto.
Al principe non interessava, non aveva paura e poteva imparare tutto ciò che serviva, ma la sua opinione non contava.
C'era sempre qualcuno che gli avrebbe detto cosa fare.

" caro stai bene?" una voce lo distrasse dai suoi pensieri negativi.
Sua madre lo guardava preuccupata dall'altro lato del tavolo, ora che non c'erano i tre pirati faceva colazione con la regina anche se non ne era molto felice.
L'unica cosa che lo rallegrava era Liam vicino alla porta come guardia che gli osservava e lo faceva sentire più calmo.
Comunque portò gli occhi seri sulla donna annuendo piano " si tutto bene" rispose impassibile, continuando a prendere forchettate dal suo uovo strapazzato.
La donna lo guardò un attimo prima di prendere un respiro profondo appoggiando le posate sul piatto " Harry, possiamo parlare un attimo?" chiese dolcemente con espressione disperata.

Il riccio e Liam si scambiarono un'occhiata, ovviamente aveva parlato alla guardia della sua situazione e del matrimonio.
L'amico non aveva reagito bene cominciando a sbraitare la delusione che provava per la donna e la rabbia per costringere l'altro a sposarsi.
Uan cosa che lo aveva fatto commuovere fu l'ultima frase che gli disse Liam prima di abbracciarlo forte "ti tirerò fuori da questo casino fratellino, te lo prometto", lì qualche lacrima di felicità per aver trovato un amico così leale e sincero gli cadde dal viso.

Comunque la guardia lo fissò serio facendogli un cenno per dire " fai come desideri", non era d'aiuto ma comunque si accontentò.
Si asciugò con calma la bocca con un tovagliolo "di cosa?" domandò piano attento alla risposta.
La regina era determinata a far capire al figlio i suoi doveri così cominciò " del tuo matrimonio" dichiarò facendo spalancare gli occhi al figlio.
Harry fece un risata ironica scuotendo la testa " seriamente? Questo è quello di cui vuoi parlare?" chiese sconcertato, sua mamma non aveva capito niente di lui.
La donna alzò un sopracciglio critica "certo, credevi cambiassi idea? Assolutamente no" esclamò impassibile.
Si sentì un verso di rabbia e girando la testa si accorse che Liam stava fissando la regina furioso con i pugni stretti lungo i fianchi.
Così gli fece un cenno del capo per fargli capire di stare calmo e riportò l'attenzione sulla donna "è un ripicca per la mia sessualità?" domandò cattivo, aveva quell'ipotesi fin dall'inizio e sembrava un momento perfetto per chiederle la verità.
La madre spalancò gli occhi sorpresa e scuotè la testa velocemente sconvolta "no! Assolutamente no! Mi credi così cattiva!?" sembrava disperata del pensiero che suo figlio la credesse così malvagia.
Certo, all'inizio voleva farlo per questo ma ripensandoci capì che fosse anche un ottimo modo per tenere il figlio al sicuro e sistemato per il resto della sua vita.

a love in the castle of EnglandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora