Capitolo 6

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«Ti ha praticamente detto che gli interessi ma ha fatto una scenata di gelosia con la ex, ho capito bene?.» mi chiese Gaia, per l'ennesima volta, incredula, mentre io annuivo.

È passata una settimana dalla stramba uscita con Zaccaria e ci siamo sentiti qualche volta, ma non più di tanto, visto che è impegnato per l'uscita del suo nuovo album.

O almeno, da come dice lui.

«Ti rendi conto che è un incoerente?.» mi chiese la bionda, sbuffando fuori il fumo della sua sigaretta dalla bocca, sgranando gli occhi.

«Come se non lo sapessi.» dissi, guardandola distrattamente, per poi accendermi anch'io una sigaretta, frustrata. «Secondo me scherzava quando mi ha detto che gli piaccio, insomma, come potrei piacergli, se Alicia è molto più bella?.»

Alicia in confronto a me era stupenda: un fisico da modella, alta e slanciata, con i capelli rossi lunghi fino alle spalle e dei bellissimi occhi marroni.

È davvero una bella ragazza e posso comprendere che Zaccaria la rivoglia tutta per sé, ma se fa lo stronzo dubito ci riuscirà.

Sopratutto se continua ad uscire con me.

«Yasmine, non dire cazzate, sei stupenda.» disse la mia amica, cercando di darmi conforto.

Le sorrisi amaramente, per nulla d'accordo con la sua affermazione. Le mie paranoie avevano sempre il controllo del mio cervello, me ne rendo conto.

«Parlando di altro.» dissi, cambiando argomento. «Alla fine Mattia ti ha scritto?.»

«Sì, abbiamo fatto una lunga chiamata fatta d'insulti e confessioni.» disse, bevendo la sua Vodka liscia, seppur fosse a malapena mezzogiorno, ma come dicevamo noi, "Non c'è mai orario per bere".
«E sono riuscita a farmi dire che mi ama ancora.»

Spalancai la bocca, incredula, mentre la mia amica rise sotto i baffi, fiera di sé.

Gaia otteneva sempre quello che voleva, con le buone o le cattive.

«E adesso? Non vorrai mica rimetterti con lui?.» chiesi, gesticolando con le mani.

«Prima lo faccio pentire delle corna e della nuova tipa, dopo magari sì.» disse, per poi ridere.

Ho un'amica psicopatica e diabolica.

«Sei sempre la solita.» dissi, ridendo e contagiando anche la bionda, la quale sorseggiava la sua Vodka.

• • •

Tirai su una striscia, per poi alzare la testa al cielo e chiudere gli occhi, sentendo l'eroina cominciare a scorrermi nelle vene. Mi ripulì la narice dai residui della polvere bianca, stendendomi sul mio letto.

Sentivo la testa girarmi leggermente, ma rimasi lucida, ormai questa merda non mi fa più l'effetto di qualche anno fa, purtroppo. Con il tempo ormai quasi tutto ha smesso di farmi effetto: l'alcool, erba, nicotina, eroina e amore.

L'amore è stato il primo a smettere di farmi effetto.

Da 2 anni, che sembra un'infinità di tempo, ma a me sembra solamente ieri, chiusi con il mio primo e unico ragazzo con cui avevo mai costruito una relazione seria. Ed era anche da 2 anni l'ultima volta che finii in ospedale, per colpa dell'eroina.

Non era una relazione sana e forse non era nemmeno una relazione, ma più "abitudine" e "ossessione". Passavamo dal dirci "Ti amo" ad urlarci e mettendoci le mani addosso. Passavamo dal farci una striscia insieme a volerci aiutare a vicenda ad uscire dal tunnel della droga.

Sembra una barzelletta vero?.

L'amavo davvero però, qualsiasi fosse il nostro legame, io lo amavo, con tutta me stessa.
Forse nel modo sbagliato, dimostrando le cose nel modo sbagliato, ma ci tenevo a lui, tanto.

Ci tenevo a lui anche quando mi picchiava per la sua gelosia; Ci tenevo a lui anche quando scopava con le altre, sperando che io non lo venissi a scoprire;
Ci tenevo a lui anche quando mi urlava che gli avevo rovinato la vita, dopo una litigata; Ci tenevo a lui anche quando scopavamo dopo esserci riappacificati, sapendo perfettamente entrambi che avremmo litigato ancora dopo nemmeno 1 ora;

"Sarebbe tutto così facile se avessimo due cuori: uno per amarci, l'altro per farci fuori." , mi ripeteva sempre, citando una frase di una canzone. E aveva completamente ragione, cazzo se l'aveva.

Sentii una lacrima solcarmi il volto, la quale asciugai immediatamente, ricordandomi di essermi promessa di non aver mai più pianto per lui.

Mi alzai col busto, dirigendomi verso la mia scrivania, prendendo un piccolo quaderno, dove mi piaceva scrivere frasi che mi venivano in mente.

Sfogliai le pagine giallastre del piccolo quaderno, prendendo una penna, scrivendo su una pagina vuota: "Mi fido un po' meno degli altri, dopo quello che mi hai fatto te". Guardai la scritta, per poi richiudere il piccolo quaderno, nascondendolo fra i miei vecchi libri di scuola.

L'effetto della eroina è sparito del tutto, quindi posso tornare da mio fratello e Anas, i quali sono in sala, come ogni pomeriggio da qualche giorno.

«Eccoti, ma dov'eri?.» disse Amine, senza distogliere lo sguardo dalla tv, dove lui e Anas stavano giocando a qualche stupido videogioco.

«In camera, voi vi siete attaccati con 'sto coso e io non sapevo che fare.» mentii, prendendo dal frigo una bottiglia d'acqua, bevendo.

«E non hai pensato a far compagnia a me?.» chiese una voce dal balcone, che riconobbi subito.

«Zaccaria?.» chiesi, stupita e confusa, non avendo sentito il moro entrare.

Forse perché ero fatta e in soprappensiero?.

Mi fece segno di andar da lui, così posai la bottiglia nel frigo e andai in balcone, ottenendo ovviamente un'occhiata maliziosa da Anas e un'occhiata di disapprovazione da Amine.

Posai entrambi i gomiti sulla ringhiera, respirando a pieni polmoni l'aria fresca di metà Aprile.

«Ero venuto a salutarti, ma ti ho beccata in pieno a farti una striscia, quindi ho pensato di lasciarti stare.» disse, fin troppo semplicemente, per i miei gusti, visto che io sgranai gli occhi, appena lo disse.

È scemo?.

«C'è mio fratello di là.» dissi, facendogli segno di star zitto. «Tutti sono convinti che sono pulita da 2 anni, fanne parola e ti giuro che ti odierò a vita.»

«Aggressiva.» scherzò, meritandosi un'occhiata da parte mia. «Quella merda ti fotte il cervello e il fegato, perché lo fai?.»

Bella domanda, non lo so nemmeno io.
Farlo con Riccardo aveva senso, ma adesso non più, è solo per abitudine, credo.

Rimasi zitta, decidendo di non rispondere, restai a osservare il tramonto, mentre Zaccaria mi osservava solamente, capendo che non gli avrei dato una risposta alla sua domanda.

«Sei così difficile da capire.» disse, scuotendo il capo, posando una mano all'interno delle sua tasca.

«Fidati, tu non sei da meno.» dissi, sentendo il moro ridere, mentre mi passò la sua sigaretta a metà.

Non so descrivere il mio rapporto con Zaccaria, ma so solo che quando sto con lui sto bene, come stavo bene fino a qualche anno fa, prima di tutto.

𝗗𝗲𝘀𝘁𝗶𝗻𝗼 ; 𝗕𝗮𝗯𝘆 𝗚𝗮𝗻𝗴Donde viven las historias. Descúbrelo ahora