Capitolo 5

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«A me questa uscita continua a non piacere.» si lamentò per l'ennesima volta Amine, mentre io finivo di mettermi il rossetto nude, guardando male mio fratello dallo specchio.

«Dai fra' , ha 19 anni.» prese parola Anas, alzandosi dal mio letto, posando un braccio sulle spalle a mio fratello, appoggiato allo stipite della porta.

Amo questo ragazzo.

Amine non rispose, gli rivolse solo uno sguardo annoiato, per poi andarsene in sala, mentre un sospiro uscì dalla mia bocca.

«Non dargli retta, lo sai che è geloso marcio perché si preoccupa per te.» disse Anas, mettendosi dietro di me, posando entrambe le mani sulle mie spalle, schioccandomi un bacio sulla guancia. «E comunque stai da Dio, cadrà ai tuoi piedi.»

«Non esagerare.» dissi, spostandomi dallo specchio, prendendo la mia giacca di pelle nera e indossarla.

Anas roteò gli occhi, per poi prendere la sua sigaretta elettronica e iniziare a fumarla, mentre io prendevo le ultime cose, prima di uscire dalla mia camera.

«Torni a casa dopo, vero?.» mi chiese Amine, seduto sul divano, quando io e Anas entrammo in sala.

«Ovvio.» dissi, prendendo la mia borsa nera, mettendoci dentro le cose che avevo preso dalla camera, per poi riguardare mio fratello. «Non farti i tuoi soliti pensieri strani, non succederà nulla.»

Vidi Amine guardare Anas, il quale stava trattenendo una risata. Tirai uno schiaffo sulla nuca ad Anas, capendo perfettamente ciò che stava pensando.

'Sti pervertiti.

«Ma quali pensieri strani, solo che se succede stai attenta.» disse Amine, gesticolando con le mani, in totale imbarazzo, mentre Anas trattenne un'altra risata, vedendo il suo amico così in difficoltà.

«Ti traduco io: se scopate usa il preservativo.» disse il ragazzo al mio fianco, posando una mano sulla mia spalla.

«Io e Zaccaria non scoperemo.» dissi, prendendo la mia borsa e andare davanti alla porta. «Io vado, per qualsiasi cosa non chiamatemi.» aprii la porta e la richiusi dietro di me, non ascoltando ciò che mi disse mio fratello.

Scesi le scale del mio condominio velocemente, sentendo l'ansia crescere sempre di più. Arrivata al pianerottolo aprii la porta ed uscii, vedendo la macchina nera di Zaccaria, il quale era appoggiato sopra ad essa, con una sigaretta in mano.

«Buonasera.» disse, buttando il mozzicone per terra, con il suo solito mezzo sorriso in volto, quando fui abbastanza vicina a lui.

Cazzo se è bello.

Indossava una semplice maglia bianca a maniche corte, con dei semplicissimi jeans skinny neri.

«Ciao.» dissi soltanto, sorridendogli, mentre lui mi aprì la portiera. «La parte del gentiluomo non ti riesce Zaccaria, davvero.»

«Ah no?.» disse, prendendo posto dalla parte del guidatore, mentre io chiusi la portiera. «Sei la prima ragazza con cui esco che me lo dice.»

«Beh, allora sono l'unica sincera.» dissi, mentre il ragazzo al mio fianco mise in moto l'auto, partendo.

«Oppure sei l'unica stronza.» disse, tenendo lo sguardo sulla strada, mentre io inarcai un sopracciglio, non aspettandomi questa affermazione.

«Potrò pur essere stronza, ma nessuno ti supera, fidati.» dissi, guardando fuori dal finestrino.

«Forse è per questo che mi piaci.» disse, facendomi girare, non capendo cosa volesse dirmi. «Siamo così simili, sei me ma al femminile.»

«Devo prenderla come una dichiarazione?.» chiesi.

𝗗𝗲𝘀𝘁𝗶𝗻𝗼 ; 𝗕𝗮𝗯𝘆 𝗚𝗮𝗻𝗴Où les histoires vivent. Découvrez maintenant